PLACANICA

Arrivati a Placanica si ha il primo impatto col caratteristico panorama dalla tipica struttura medievale offerto dalle costruzioni intorno al castello.

La cittadina risale al XII secolo ed era detta Paganica o Mocta Paganica. Essa sorge sulle estreme pendici sudorientali delle Serre, su di un costone della fiumara Precariti a 240 mt. s.l.m. con una superficie di 29,2 kmq; è raggiungibile dalla strada statale E90 e dista 9 km. dal bivio posta tra Caulonia Marina e Riace Marina (la città dei bronzi). Faceva parte della Diocesi di Squillace e di essa era l’ultimo luogo sotto il dominio del Marchese di San Luca. Nel 1735 si contavano 160 famiglie per un totale di 830 persone, come riportato in documenti ecclesiastici sulla chiesa parrocchiale intitolata a San Basilio Magno. Più tardi, nel 1797, in altro documento sui danni del terremoto del 1783, è riportato che "Placanica ha 1165 anime, dieci sacerdoti e una parrocchia, morti per il terremoto nessuno e danni per ducati ventimila. Lesionato il Convento dei Padri Domenicani e distrutto il Convento dei Padri Conventuali (in contrada Titi)".

Da visitare il Castello medievale, costruito nel 1283 dalla famiglia Arcadi; la cinta urbica con una torre di guardia a pianta circolare del 1500; il convento dei Padri Domenicani fondato nel secolo XVII, in cui prese i voti Tommaso Campanella, con l’annessa Chiesa di Santa Caterina dalla splendida facciata barocca, in corso di restauro; la chiesa di San Basilio Magno del secolo XII, a navata unica con l’interessante altare ed un’icona della Vergine il cui presbiterio Rogerio de Placanica già nel 1324, come citato in documenti vaticani, pagava la decima alla diocesi di Squillace; il Tabernacolo della Vergine Maria nella piazzetta Umberto I.

Recentemente in contrada Titi sono stati rinvenuti dei resti di ossa umane probabilmente appartenenti ad una necropoli della prima età neolitica.

Placanica è attualmente oggetto di interesse religioso di migliaia di pellegrini i quali da varie parti giungono in contrada Santa Domenica per venerare la Madonna dello Scoglio, la cui immagine è posta nell’incavo di un masso.

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