BREVI CENNI GEOLOGICI

 

     Venendo oggi sulla trasversale superiore della pianura padana, da Milano verso Torino, si scorge a settentrione un ampio semicerchio alpino le cui punte  si spingono verso il cielo con diversa ripidità  ed altezza.  Giunti in prossimità di Novara,  sempre a nord continua un'altra pianura,  contesa dal Ticino e dal Sesia ma appartenente  al torrente Agogna.

     Chiedendo aiuto allo scritto di Antonio Rusconi, il quale ne chiese parecchio al geologo professor Carlo Fabrizio Parona, vorrei fare  una discreta descrizione, ben sapendo quanta noia e quanto scarso interesse suscita tale materia al comune cittadino e quindi limitandomi ad un elementare cenno a tutti comprensibile.

     Partendo dal periodo preglaciale, sappia il lettore che l'Adriatico arrivava fino ai piedi delle Alpi e che tutta la pianura padana e novarese, con  le sue  basse  colline, era sommersa dalle acque. Così si spiegano i calcari conchilliferi di Gozzano, Maggiora, Mesma, ecc... Col susseguente raffreddamento si formò l'enorme ghiacciaio del Gottardo che, accoppiato con quelli dell'Ossola e dello Strona (questi due superavano  in  altezza  i 701 metri del Montorfano), scendeva gradatamente oltre Fontaneto. Giungiamo così al periodo glaciale.

     Col nuovo riscaldamento atmosferico e relativo scioglimento dei  ghiacci si formavano, ai piedi di essi, masse d'acqua scorrenti verso il mare  che  trascinavano e depositavano sul loro cammino una enorme massa di roccia che avevano frantumata  e  racchiusa  nel loro grembo. Abbiamo così la formazione del Ticino e,  poco più  tardi, del Toce, che urtando contro il cocuzzolo granitico del Mottarone si dividevano, a sinistra verso il Verbano ed a destra verso il Cusio, calando ed irrompendo verso il novarese per  riunirsi ancora in Lomellina e sfociare col Sesia nel Po. Dice il Parona che nel periodo di maggior sviluppo il ghiacciaio rodeva anche i massi  granitici di Alzo, Pogno e Bugnate per poi distribuirne i detriti lungo il cammino. Si formarono in questo modo, su fondo porfirico, le alture collinose che si trovano ai lati dell'alta pianura  novarese  che, verso ponente, da Soriso si distende giù giù, passando da Gargallo, verso Novara; a  oriente invece partono da Armeno e degradano verso Pombia. Le cime delle risultanti colline o morene emersero da queste acque ed un certo Negretti rilevò anche che il livello di molte di esse, a noi circostanti, segnano l'altezza del piano alluvionale antico della  zona Ticino-Sesia sporgente dalle acque. Si contemplano infatti i 367 metri della  parrocchiale  di Gozzano, i 355 del santuario d'Orta, i 355 presso Omega, i 354 presso Intra, i 353 dell'antico alveo del Ticino allo sbocco del lago Cusio verso Gozzano. Messi  in relazione questi dati con Alzo, Cireggio, Corconio e Gargallo otteniamo la conferma che una volta il livello del lago Cusio raggiungeva tale piano ed  è  da tale altezza che l'emissario del Cusio precipitava nel novarese, dove scorazzava col Ticino. (Rusconi)

     Secondo il Rusconi-Parona il granito cessa  verso  sud, a Bugnate ed alla Madonna della Guardia, per lasciare il posto al porfido che forma  il basamento  delle alture di sponda alla valle dell'Agogna con, ad oriente, Mesma, Buccione, Gozzano,  Briga, ecc. e ad occidente la zona di Gargallo, dal casino a Pianezza. (Rusconi)  Qual casino intendesse il Rusconi non è dato sapersi; per Pianezza si intenderà il pianoro  fra Maggiora e Cureggio, non certo la Pianezza di Soriso. E' un bel porfido quarzifero con cristalli di or tose, rosso pallido come quello di Lugano. Il porfido è una roccia più giovane del granito e di natura eruttiva, di poco avanti al periodo dell'arenaria rossa  e delle marne  iridate. Questo porfido a Gargallo in parte è stato coperto da argilla ed in altre zone, come Quaranta, Cumione e Chepolo, si trova a fior d'erba col suo colore rosa purpureo caratteristico.

     Riferendoci ancora alla zona su cui sorge Gargallo troviamo i depositi pliocenici (marini dell'epoca cenozoica o  terziaria,  ovvero l'ultima nella formazione  terrestre, prima della venuta dell'uomo) a quota di 400 metri; sono un composto di argilla compatta bluastra nel suo interno che diventa giallastra al contatto con l'aria, ricca di fossili minerali e vegetali. Da questo lato si dirige il deposito verso Gargallo e Vergano a guisa di  terrazzo. (Rusconi)

     Pensa, o lettore, allo scherzo della natura nel voler creare isolatamente questo banco di argilla pliocenica che parte dai piedi di Soriso e corre fino alla cascina della Madonna, oltre Cureggio,  per ivi unirsi alla massa  schistosa  (a lamelle) dei solfuri di zinco e di piombo...

     Ritornando alla geodinamica (movimento ed assestamento  della terra), dopo aver assistito allo scioglimento della massa gelida attorno  al Mottarone ed al  relativo abbassamento del ghiacciaio al livello di Gozzano, notiamo che le acque si  ritirano per fermarsi davanti alla barriera rocciosa dell'arco sopra Buccione. Dette acque vanno alla ricerca di uscita e di sfogo e lo trovano ritornando verso Omegna, cioè in un terreno più docile, più molle, più debole, più adatto ad essere eroso. Lo scovano fra il Mottarone ed il Montorfano, dove già avevano dirottato il Ticino ed il Toce. Collo scioglimento totale del rimanente ghiacciaio del Cusio ed il continuo abbassamento delle acque dovuto alla formazione del nuovo ed attuale emissario Nigolia, rileviamo in questo grande catino roccioso  la formazione del lago che prese il nome di Cusio e poi d'Orta.

     Dalle balze del Mottarone, per naturale scolo di acque  piovane  e  sorgive si formò e scese il torrente Agogna, padrone incontrastato della pianura novarese.

 

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