GEOMORFOLOGIA LOCALE

 

     Il viandante che percorra, su strada od in ferrovia, la provinciale che da  Novara conduce a Domodossola (detta strada Francisca o strada per la  Francia dai Romani) e precisamente il tratto che da Borgomanero va a Gozzano,  girando lo sguardo verso sinistra scorgerà una vicina morena che parte  dai  contrafforti delle Prealpi e finisce giù verso i dossi di Fara e di Briona. Subito lo sguardo  viene  richiamato dai vicini prati della valle dell'Agogna e più in là da una selva smeraldo scura arrampicantesi fin  sulla sommità di detta morena.

     Fra tanto incanto della natura silvestre, pare che l'uomo abbia avuto uno  speciale riguardo, quasi temesse di commettere  un sacrilegio, di non disturbare  l'ubertosità del luogo. Nonostante l'incalzante progresso dei tempi attuali, non  osò  mettere mano al cemento per non deturpare questo naturale giardino e lasciò libero questo Eden allo sfogo della selvaggina, al concertare degli uccelli, sul tortuoso e placido scorrere del torrente Grua.

     In tanta pace vedesi, al rettifilo della sommità morenica e precisamente fra il paese di Soriso e quello di Vergano, in mezzo a  due  ciminiere di fornaci che fanno  dispettoso contrasto al luogo, una quadrata torre medioevale sotto  la quale  si scorge la schiena di una chiesa; qui si sono date convegno, più tardi, nuove  abitazioni, come sentinelle del paese retrostante. In questo luogo, su un fronte di poche migliaia di metri ed una profondità di parecchi chilometri, sta il territorio del paese di Gargallo. Il viandante non immagina che dietro a  questo alto profilo si distende un vasto piano, zeppo di fertili campi e prati  con frutteti generosi  che fanno corona a  ridenti caseggiati sparsi o riuniti in gruppi chiamati casali.

     Superata la piana ed andando verso ovest  si incontra  un'altra  morena, meno alta e più breve, che partendo dalla regione Coléra si allunga fino al gerbido del Pianazzo (Pianasc) assumendo vari nomi: Piana, Paneghera, Rigori, Motto, Selma, ecc...

     Superata questa piccola altura, sempre verso ovest in senso longitudinale nord-sud, sta la valle del torrente Pergal (chiamato anche Biole o Urial) che, nato dal Montalto appena sopra la vecchia conceria di Soriso, passa da Gelata, Rivaccia, Cravarga, Zumìa, Cascinone e Pianazzo per buttarsi nel Sizzone oltre Vergano.

     Superata anche questa valle ci arrampichiamo subito sulle colline fertili a vigneti del Bosaccio e di Orfarina, su cui troneggia il Casino del Curato e da cui si gode, in giornate ariose, il più bel panorama del luogo.

     Permetti, caro lettore, che mi divaghi un attimo ed allunghi lo sguardo per ammirare tutta la pianura novarese con l'appuntita guglia del capoluogo. Lascia che, a  sud, frughi per scorgere le sagome degli Appennini che appena  appena  si intravedono. Lascia che contempli, alle spalle, il semicerchio delle Alpi Lepontine che si  affratellano alle Ponti ne, che  spazia  dal lontanissimo  e  non  sempre  visibile Cervino, al Rosa, brillante e maestoso, al Basodino e via via fino al Bernina. Relativamente vicini, a nord, abbiamo la punta Zeda, il Massone, il Capezzone, il Barone ed il Monte della Croce che ci difendono dalla tramontana e dai rigori nordici. Più vicino abbiamo le Prealpi che da valle  in valle degradano fino ai nostri 395 metri sul livello del mare, cioè poco più della grande pianura discendente senza scosse fino al Po. Di proposito ho lasciato per ultimo il Mottarone o Mergozzolo, la  cui  sommità (1419 metri) ci segnala l'avvicinarsi  delle nevi. Da questo massiccio si staccano, digradantesi, le colline di  Armeno, Invorio, Gattico ed altre che formano la riva orientale della pianura agognese. All'opposto, fra nord ed ovest, abbiamo le alture direi collinose  del Montealto,  del Mazzasco (fra  Soriso e la Cremosina), del Cappelline  (fra Soriso e Valduggia),  della Cima Misocco (in faccia a Soliva) e giù, verso sud ovest, il Lovagone, la cima della Pelosa, la cima  dei Valloni (fra Gargallo e Grignasco). Più basso e verso Gargallo abbiamo il Brugantone ed  il Taglione. Fra Gargallo ed il Mottarone, come perla su uno smeraldo, sta il  lago Cusio, ricco  di storia che si collega alla nostra.

     Dopo questa parentesi contemplativa scendiamo dal Casino del Curato ed  aggiriamoci per le immediate vigne della Risiola, del Ronco e del Casin del Main.

     Sempre verso ovest troviamo  le  sassose  ondulazioni  di Quaranta, Zuel, Cumione e Chepolo. Proseguendo ci inoltriamo in  una zona boscosa scendente  nella  valle in cui scorre il Sizzone che, nascendo  anch'esso dal Montalto,  corre al margine del confine gargallese con la Valsesia per finire, molto lontano, nell'Agogna.

 

[indice - copertina] 

© Tutti i diritti sono proprietà esclusiva e riservata degli  eredi dell'Autore