GARGALLO COL CRISTIANESIMO Coll'avvicinarsi del Cristianesimo rileviamo nella nostra zona nell'anno 350 San Lorenzo frate quale primo reggitore spirituale del novarese, seguito da San Gaudenzio nel 363 dopo il martirio del precedente. Proprio durante suo episcopato giungono da Egina (Grecia) i fratelli Giulio e Giuliano a porre dimora a Gozzano (chiamato Locus Gaudii). Giuliano restò a Gozzano fino alla morte, avvenuta il 7 gennaio 391, mentre Giulio si accampò nell'Isola di Orta ove morì e venne sepolto il 31 gennaio 393. Passeremo in rapida rassegna, in ordine cronologico, i più importanti fra gli innumerevoli padroni della nostra terra succedutisi dopo la scomparsa dei due fratelli Santi. Nel 405 ha inizio la discesa dei Barbari con Radagaiso, seguito nel 409 da Alarico Re dei Visigoti. Segue Attila Re degli Unni (con l'eccidio di Novara) nel 452. Dopo Attila nell'anno 455 discese Genserico Re dei Vandali portando le devastazioni a tutti ben note. Nel 476 abbiamo la discesa di Odoacre Re degli Eruli e primo Re d'Italia. Nel 489 Teodorico Re degli Ostrogoti. Nel 490 Gunderbaldo Re dei Burgundi (o Borgognoni), che incarcera molti novaresi ed ordinando la costruzione di diversi castelli per la difesa del territorio. In che parte furono esattamente costruiti la Storia non lo dice od almeno non mi è stato possibile appurarlo. Nel 513 ritornano i Goti con Teodorico, Alarico, Teodato, Vitige, Ildebrando, Totila e Teja. Nel 568 inizia l'era Longobarda con Alboino, Clefi, Autari, Agilulfo, Aldoaldo, Arioaldo, Rotari, Rodoaldo, Ariperto, Bertarito e giù giù fino a Desiderio, ultimo loro Re. Coll'invasione dei Longobardi compaiono anche i Bulgari, e se i primi lasciarono la loro impronta nella desinenza dei nomi dei paesi in engo (Agnellengo, Brusnengo, Olengo, Pettinengo, ecc.), questi ultimi la lasciarono nel prefisso Burgo o Borgo, che venne più tardi adottato come sinonimo di gruppo di case. Nel 575, dopo la morte violenta di Clefi, Autari suo successore divise il regno in 36 Ducati e Minulfo, Duca di Novara, prese possesso dell'Isola di San Giulio. Nel 774 compare Carlo Magno, il quale distribuì ai Vescovi più fedeli le sue terre per meglio consolidarne il governo, accomunando per la prima volta poteri spirituali e temporali. Nella scia di Carlo Magno seguono Pipino, Bernardo, Lotario, Ludovico, Carlomanno, Carlo il Grasso. Attorno all'anno 840 si inizia la signoria feudale della Chiesa * e nel 841 troviamo il Comitato di Pombia, che comprendeva la vallate del Sesia e tutta la zona del lago d'Orta già contea a se. Nello stesso anno abbiamo il riconoscimento della contea di San Giulio da parte di Lotario I e nel 854 lo stesso riconoscimento da Ludovico II, indi nel 878 da Carlomanno e nel 888 anche da Berengario I, dopo una breve permanenza di Guido da Spoleto. Con Berengario I si inizia la costruzione di altri castelli e già nel 911, al 19 agosto, si parla di quello di San Giulio; qualche anno dopo si erigono quelli di Pernate, Terdobbiate, Cameri, Galliate, Cilavegna per difendersi dagli Ungheresi. Non saranno turriti, ma di grosse mura e con fossati e laghetto; al loro interno il popolo potrà porre al riparo i raccolti, battere il grano, mettere al sicuro il bestiame, le vettovaglie ed i foraggi, nonché ripararsi dal pericolo sempre presente. Finalmente si assume la difesa col sistema della scarayuajta, che non è un obbligo verso il padrone bensì verso il nuovo edificio in cui si vive in comune. Nel 917 Berengario II tolse il dominio comitale dell'Isola e dovette asserragliarsi in essa, ove fu sconfitto e costretto a rifugiarsi in Romagna. Per punirlo scese Ottone che, sconfittolo anche a San Leo dopo la resa della moglie Villa assediata a San Giulio, riportò la pace nella zona ben coadiuvato dal figlio Litolfo. Che parte ebbe Gargallo nella guerra fra Litolfo e Berengario II? Non abbiamo elementi degni di storia, ma certamente le truppe di Ottone e Litolfo si sparpagliarono nei paesi vicini ...tenendosi in parte al largo di Orta (Fara) e certamente Gargallo non fu risparmiato. ** Col diploma di Ottone del 29 luglio 962 ritorna la signoria dell'isola al Vescovo ed alla Pieve di Gozzano, comprese le due corti di Barazzola *** e di Agrate insieme con le terre, i campi, le vigne, i prati, i boschi, le acque, i corsi d'acqua, le pescagioni, i mulini, i luoghi coltivati ed incolti, i servi, le ancelle, gli aldioni e le aldie [cittadini semiliberi] che si adoperino a placare Iddio misericordioso per il perdono dei nostri peccati, con la conferma a questa isola della congregazione dei sacerdoti chiamata in diverse epoche Arcipreti, Prevosti, Pievani e Carepiscopi fino al secolo XV. Nel 1002 Arduino d'Ivrea si scaglia contro l'Arcivescovo di Milano e toglie la Riviera al Vescovo di Novara, seminando strage di uomini, bestiame e raccolti. Nel 1011 si parla liberamente di castelli in tutto il novarese. Cameriano, Olengo, Cerano, Confienza, Galliate, Caltignaga, Castelletto, su su, fino a Gozzano. Anzi, a Gozzano esisteva già un castello, ma fu rinforzato. Le sue fortificazioni consistevano in un muro alto che cingeva tutto il caseggiato come un circolo appoggiato al colle, ove s'apriva e s'allungava per dare accesso al sovrastante castello longobardiano. Una porta stava verso la strada di Orta ed un'altra verso quella per Borgomanero; due altre porticine da usarsi solo in tempo di pace stavano a levante, per lo scambio con Bolzano, ed a ponente, per le comunicazioni con Auzate, Bugnate, Soriso e Gargallo. I ruderi di tali porte resistettero fino al secolo scorso. Il castello di Gargallo fu costruito sotto Gunderbaldo nel 490, sotto Berengario nel 888, in questo periodo arduinesco o più tardi? **** Come si è detto sarà stato iniziato con muro e fossato e poi man mano si saranno fatti maggiori rinforzi per formare un vero e proprio castello. L'incastellamento dei paesi provoca la creazione della vicinia, che è la prima forma di associazione fra le famiglie che troviamo, anche sotto il nome di Vicus. Le famiglie si trovavano nel castello o si riunivano in esso per discutere i loro problemi, che erano le necessità di tutti, e quasi senza accorgersi muovevano i primi passi verso la costituzione dei Comuni. Nel 1013 Enrico I, chiamato dalla Germania, vinse Arduino e compensò il Vescovo di Novara delle perdite subite emanando, in unione col Papa Benedetto VIII, il divieto ai sacerdoti di vivere in concubinaggio (il Morbio dice nel 1021). Nel 1025/28 Corrado conferma il possesso della Riviera al Vescovo di Novara. Ebbe peraltro vigore, qui, la legge Salica, da questo Imperatore promulgata come si scorge in una pergamena esistente nell'archivio capitolare di Gozzano e fatta nel 1040 da Grosso e Manno da una parte e da Gusberto e Leone di Gargallo dall'altra; legge che escludeva la donna nella successione della proprietà terriera. ***** La posizione di Gargallo era molto precaria in quanto si trovava sui confini fra il novarese, la Riviera e la Valsesia. Diversi scrittori parlano di un famoso sasso alto mezzo braccio che stava in mezzo alla brughiera di Gozzano (Baraggia) con la sigla B.B.G.S.G. incisa (Borgomanero, Briga, Gargallo, Soriso e Gozzano) e che delimitava i confini della Riviera col novarese. Il Cotta dice:
Che il sasso ci fosse è indubbio, ma sul da chi e sul quando fosse stato posato i pareri sono contrastanti: c'è chi lo vuole messo nel 1015 dal Vescovo Pietro IV con i novaresi; chi nel 1120 in occasione dell'arbitrato dei Vescovi di Torino e Milano per redimere una vertenza fra compromissari del Vescovo di Novara ed i novaresi; chi nel 1197 e chi nel 1219 col patto tra il Vescovo Tornielli ed il Podestà di Novara. L'ultima tesi mi pare la meno probabile; infatti il Morbio dice che nel patto fra Settala e l'Arcivescovo di Torino al capitolo 11 si legge:
Il confine con la Valsesia si modificava con molta frequenza arrivando perfino a Gargallo, come vedremo, ma si ritiene che quello più stabile sia stato al ponte di San Quirico, vicino ad Ara di Grignasco. E' facile immaginare come Gargallo troppo sovente subisse le vicende di questi confini e delle conseguenti vicende belliche. L'uomo è troppo soggetto ad infrangere i patti, specialmente quando si sente forte; così i paesi che si trovavano ai confini erano in continuo allarme, sballottati dalle fortune o dalle disgrazie delle armi contendenti.* Scrive il Muratori in Antichità
Italiane che il potere temporale dei Vescovi di Novara data dall'anno 865. © Tutti i diritti sono proprietà esclusiva e riservata degli eredi dell'Autore
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