GARGALLO E SORISO UNITI

 

     Dobbiamo tenere presente  che  durante  il periodo  precedente  (ed in parte del seguente) Gargallo non era autonomo, cioè non si amministrava  da sé, e considerando l'anarchia e la confusione di quei tempi, si riduceva a vecchi e sparsi casolari ai quali non si dava importanza alcuna; questo confuso assembramento faceva  capo al nucleo più importante, ovvero quello di Soriso. Per molti anni  ancora, come vedremo, quando si legge Soriso si deve intendere l'attuale Soriso unito  all'attuale Gargallo; non solo, ma fatti avvenuti a Gargallo vengono citati come avvenuti a Soriso, costruzioni  innalzate sicuramente a Gargallo (vedi il Convento) vengono credute e segnate  a  Soriso, luoghi di Gargallo vengono spostati a Soriso e via dicendo. Così il vecchio Gargallo lasciò il posto e l'iniziativa al più giovane e meritevole Soriso, perché il vecchio  non  riuscì mai ad uscire dal suo guscio (come seppe ben fare dopo) per la sua naturale posizione cui abbiamo già accennato.

     Nel 1152 vediamo in un diploma del Barbarossa il riconoscimento ai  Conti di Biandrate di molti Comuni; fra questi Agrate, Invorio, Briga, Cureggio e Cavallirio, grosso modo corona ai confini di Gargallo. Più avanti troviamo i Conti Ranieri che fanno la pace col Comune di Novara pagando il fodro per le terre che avevano  da Romagnano, Gozzano ed Arona in su, compreso San Leonardo (che divenne Borgomanero),  Comignago e Castelnuovo (Bogogno). A questo punto lascio la parola al Mongini,  il quale  si chiede:

     Ora nel dominio che avevano i Vescovi di Novara sulla Riviera era poi sempre compresa  la  terra di Soriso? Pare che no, poiché da un istrumento in pergamena del 1174 rogato dal notaio Ardizzone e che si conserva nell'archivio canonicale  di Gozzano, rilevasi che certo Gerardo Ferardo vendette quanto per diritto di allodio teneva dall'Imperatore  del luogo e fondo di Soriso e suo territorio tanto nel monte  quanto  nel piano [il piano molto probabilmente era Gargallo]. L'allodio era un assegno di terra che l'Imperatore concedeva ai supremi capitani da amministrare e godere. Usavano in quei tempi  gli Imperatori  germanici, rimeritare il valore dei soldati con dono di terre sulle quali esercitavano il potere civile e politico ed erano esenti da ogni imposta o servitù e solo dovevano militare a  proprie spese. Adunque da questo istrumento si rileva che il territorio di Soriso appartenesse  per  diritto d'allodio a questo Gerardo Ferardo di Casaleggio che il ricevette  dall'Imperatore germanico per aver militato valorosamente e quindi quel territorio compreso  nell'allodio in quell'epoca (1174) non era soggetto ai Vescovi Conti della Riviera, ma veniva retto da leggi imperiali.

     Nel 1184, fatta la pace di Costanza fra il Barbarossa e la Lega Lombarda, il territorio Gargallo-Soriso passò sotto la Repubblica  novarese; il 26 ottobre 1197, come si legge al XV capitolo della convenzione, il Podestà di Novara  Settala cedette al Vescovo  dei Tornielli la metà della Baraggia di Gozzano, fatto salvo il diritto dei novaresi di tenere occupato il monte Mesma. Continua il Mongini:

     Già dunque verso il 1197  erasi transatta fra il Comune di Gozzano ed il Vescovo Pietro la divisione  per metà di Baraggia per cui Soriso doveva essere diviso in due parti, qual divisione non ebbe  effetto e fu sospesa per la seguita usurpazione della Riviera per parte di Novara.

     Nel 1217 nella lotta per il  dominio  della Valsesia troviamo una vertenza fra Vercelli ed i Conti di Biandrate (Gozio, Ottone, Corrado ed  Opizzone,  assente  Guido), conclusa con una donazione del 28 ottobre al  Comune di Vercelli dei castelli di Montrigone, Robiallo, Sella della Cremosina, Ara, Grignasco,  Boca, Musano e Soriso. Anche  il Bescapè nel Novaria Sacra fa leggere altra versione sui confini della  giurisdizione di  Gozzano, il che dimostra ancora una volta come questo paziente popolo  gargallese fosse rassegnato al continuo rimestamento confinario. Dice lo scritto:

     Le sponde  verso occidente pure arrivarono alle creste dei monti che indi  declinavano verso la valle del Sesia, sebben da questa parte il territorio della Riviera si estenda anche nel declivio  opposto fino ad un ruscello vicino ad un villaggio che si dice Piana.

     Guido di Biandrate nel 1218 stringeva col  Podestà  di Novara Proino degli Iconardi il patto di vendere al Comune i castelli della Valdossola, di  Invorio, Gozzano,  Arona  e da Romagnano in su, con l'impegno di consegnare il castello e la torre di Briga entro otto giorni dalla richiesta in caso di guerra. Patto infranto quattro anni  dopo. La storia è zeppa di patti e contropatti (perfino la Bibbia ne è fitta) e l'uomo è sempre stato ed è  quel grande menzoniero, sempre pronto a dimostrarsi il solito voltafaccia non appena le circostanze a lui favorevoli glielo permettono; magari un'ora dopo il giuramento, purché tale atto gli porti anche un sol leggero giovamento. Ogni tanto compare negli scritti la lapidaria frase in perpetuo mentre si sa che in perpetuo non rimase neppure l'odio della suocera di Santippe verso la nuora.

 

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