GARGALLO E SORISO UNITI Dobbiamo tenere presente che durante il periodo precedente (ed in parte del seguente) Gargallo non era autonomo, cioè non si amministrava da sé, e considerando l'anarchia e la confusione di quei tempi, si riduceva a vecchi e sparsi casolari ai quali non si dava importanza alcuna; questo confuso assembramento faceva capo al nucleo più importante, ovvero quello di Soriso. Per molti anni ancora, come vedremo, quando si legge Soriso si deve intendere l'attuale Soriso unito all'attuale Gargallo; non solo, ma fatti avvenuti a Gargallo vengono citati come avvenuti a Soriso, costruzioni innalzate sicuramente a Gargallo (vedi il Convento) vengono credute e segnate a Soriso, luoghi di Gargallo vengono spostati a Soriso e via dicendo. Così il vecchio Gargallo lasciò il posto e l'iniziativa al più giovane e meritevole Soriso, perché il vecchio non riuscì mai ad uscire dal suo guscio (come seppe ben fare dopo) per la sua naturale posizione cui abbiamo già accennato. Nel 1152 vediamo in un diploma del Barbarossa il riconoscimento ai Conti di Biandrate di molti Comuni; fra questi Agrate, Invorio, Briga, Cureggio e Cavallirio, grosso modo corona ai confini di Gargallo. Più avanti troviamo i Conti Ranieri che fanno la pace col Comune di Novara pagando il fodro per le terre che avevano da Romagnano, Gozzano ed Arona in su, compreso San Leonardo (che divenne Borgomanero), Comignago e Castelnuovo (Bogogno). A questo punto lascio la parola al Mongini, il quale si chiede:
Nel 1184, fatta la pace di Costanza fra il Barbarossa e la Lega Lombarda, il territorio Gargallo-Soriso passò sotto la Repubblica novarese; il 26 ottobre 1197, come si legge al XV capitolo della convenzione, il Podestà di Novara Settala cedette al Vescovo dei Tornielli la metà della Baraggia di Gozzano, fatto salvo il diritto dei novaresi di tenere occupato il monte Mesma. Continua il Mongini:
Nel 1217 nella lotta per il dominio della Valsesia troviamo una vertenza fra Vercelli ed i Conti di Biandrate (Gozio, Ottone, Corrado ed Opizzone, assente Guido), conclusa con una donazione del 28 ottobre al Comune di Vercelli dei castelli di Montrigone, Robiallo, Sella della Cremosina, Ara, Grignasco, Boca, Musano e Soriso. Anche il Bescapè nel Novaria Sacra fa leggere altra versione sui confini della giurisdizione di Gozzano, il che dimostra ancora una volta come questo paziente popolo gargallese fosse rassegnato al continuo rimestamento confinario. Dice lo scritto:
Guido di Biandrate nel 1218 stringeva col Podestà di Novara Proino degli Iconardi il patto di vendere al Comune i castelli della Valdossola, di Invorio, Gozzano, Arona e da Romagnano in su, con l'impegno di consegnare il castello e la torre di Briga entro otto giorni dalla richiesta in caso di guerra. Patto infranto quattro anni dopo. La storia è zeppa di patti e contropatti (perfino la Bibbia ne è fitta) e l'uomo è sempre stato ed è quel grande menzoniero, sempre pronto a dimostrarsi il solito voltafaccia non appena le circostanze a lui favorevoli glielo permettono; magari un'ora dopo il giuramento, purché tale atto gli porti anche un sol leggero giovamento. Ogni tanto compare negli scritti la lapidaria frase in perpetuo mentre si sa che in perpetuo non rimase neppure l'odio della suocera di Santippe verso la nuora. © Tutti i diritti sono proprietà esclusiva e riservata degli eredi dell'Autore
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