GARGALLO FEUDO

 

     La Repubblica novarese dura fino al 1333 ed anche  il Gargallone, ormai rimesso in sesto e ben incastellato, venne passato ai Visconti di Milano, i quali assegnarono diverse terre a dei valorosi affinché ai suoi uomini diletti e fedeli del borgo di Gozzano e sua pieve sia procurato pace e stato. Così scrisse Amidano Cremonese nel 1354  per  ordine del Duca di Milano. I Visconti dovettero cedere nel 1353 il novarese con Gargallone  al Marchese del Monferrato fino al 1357, quando Carlo IV lo restituì al loro governo.

     Pare che il  nuovo  castello del  Gargallone fosse risparmiato  dalla sorte che ebbero quelli di Maggiate, Borgo Aniello e Briga, smantellati dal Galeazzo per non dare ricetto di difesa ai monferrini cui già erano stati  distrutti quelli di Borgomanero, Borgonuovo, Arona, Invorio, Borgo Ticino, ecc... 

     Se Gargallone salvò il castello, non poté certo sottrarsi dalla peste che troppo sovente infieriva nelle case. Basta citare quella dal 1344 al 1347, per la quale il De Vit enumera oltre duemila morti nella zona, specificando 527 defunti in tre mesi nella  sola Borgomanero. Se consideriamo che questo borgo era di popolazione  inferiore  alle  2000 persone, possiamo comprendere con quale virulenza fu  colpita la zona. Nel 1361 si annota un'ulteriore epidemia, cui fece seguito la calata di 2000 inglesi al comando  del  capitano di ventura tedesco Sterz, peggiori ladroni [...] seminando ovunque rovine e morte.

     Nel 1364 una violenta invasione di cavallette e  locuste  rese  le campagne  brulle di ogni raccolto. Questi insetti avevano il corpo verdognolo col capo molto sproporzionato.  Dice il Morbio:

     Spinti da un vento gagliardo, probabilmente dalle arene dell'Asia, comparvero sulle nostre colture nel  mese di agosto del 1364. Occupavano l'aria come dense nubi... Ovunque passavano era la morte, la vegetazione in un  baleno  isterilì.

     Questo flagello durò dai primi di agosto alla fine di ottobre. *

     Nel 1390 Gian Galeazzo Visconti ed il Vescovo di Novara Pietro Filargo stabilirono un accordo in forza del quale veniva affidato al Vescovo il dominio  della Riviera d'Orta. Così anche il Gargallone, che prima era del Galeazzo, andò  all'episcopato novarese, patto ribadito da Silvio Filippo Maria nel 1428. Durante la lotta per il dominio di Milano, seguita alla morte di Filippo Maria e combattuta tra Francesco Sforza e Ludovico Duca di Savoia durante l'anno 1449, successivamente alla disfatta delle truppe  del Ludovico savoiardo ad opera del famoso Bartolomeo Colleoni a Borgomanero, si respirò un clima di discreta calma che durò fino a quando Galeazzo Maria  Sforza  vendette  il feudo di Borgomanero al Marchese Trivulzio con istrumento del 1466.

     Dopo la violenta e forzata morte del  Galeazzo  Maria Sforza, avvenuta nel 1479, succedette Ludovico Sforza detto il Moro. Sotto il  suo  dominio era il Gargallone, che veniva dato in feudo ad un certo senatore Alpinolo di nobile famiglia di Casate sopra  Milano. Questo Signore mi ha lasciato l'impressione  che fosse  di  indole tranquilla, un amante della cucina o delle belle avventure, in quanto visse senza infamia e senza lodo, come lo descriverebbe il Padre Poeta. Per quante ricerche abbia fatto su  questo individuo e sulla sua vita gargallese non mi risultò alcun gesto  o atto, lodevole o deprecabile che fosse. Si sa che Gargallone era infeudato da Alpinolo di Casate e basta. Era intimo consigliere del Duca Giovanni Galeazzo Maria Sforza Visconti e ciò gli bastava per spassarsela a Gargallone da signore. Mongini fa una discreta relazione sulla sua Casata, Cotta lo sfiora, Fara ne accenna e gli altri lo ignorano.  Sappiamo che il 9 di gennaio 1467 Alpinolo comperò dal Duca di Milano  le entrate di Mosezzo, Mezzomerico, Conturbia, Nebbiuno, Agognate e probabilmente anche quelle di Gargallone (dal momento che non risulta quando fu investito). Fu capitano di Lomellina, Domodossola, Valtellina,  senatore e Conte di Conturbia.

 

* Precedentemente, nel 1339, vi furono rilevanti danni alle colture per un  inverno  rigidissimo con terreno coperto di neve dal novembre al tardo mese di aprile.

 

[indice - copertina] 

© Tutti i diritti sono proprietà esclusiva e riservata degli  eredi dell'Autore