COSTITUZIONE DEL COMUNE DI GARGALLO I motivi che suscitarono il desiderio dei gargallesi di separarsi dal Comune di Soriso erano parecchi. La strada malcomoda ed in perpetuo disordine, tanto che d'inverno, con neve e ghiaccio e poi per gelo e disgelo o pioggia, diventava un vero ostacolo per coloro che necessariamente si dovevano recare al Municipio od in centro per altre necessità, l'antipatia fra le due popolazioni (Soriso e Gargallo), che troppe volte finiva in dileggio o liti... Ma ciò che accentuò quel desiderio fu il cimitero in comune. Con la legge patente del 1777, che regolava la sepoltura dei cadaveri, il Comune di Soriso costruì un grande cimitero accanto all'oratorio della Beata Vergine delle Grazie. Se per Soriso era discretamente vicino e sulla strada verso Gargallo, per i gargallesi era addirittura lontanissimo e scomodo, specie in giornate avverse, al punto che ritennero di continuare la sepoltura dei loro cari attorno alla chiesa di Gargallo come avevano sempre fatto. Tale stato di cose fu sempre tollerato fino al 1809, poi l'allora Commissario Regio di Polizia Amedeo Buzzi ordinò che l'editto del 1777 venisse eseguito anche dai gargallesi inquantoché i sorisesi vi avevano già provveduto con la prima inumazione di Massara Elisabetta fu Nicola il 25 giugno 1809. L'ordine piacque anche al parroco di Gargallo, Pirinoli, non fosse altro per non vedersi di fronte lo spettacolo di sepolcri e croci funeree ogni qual volta apriva le finestre della sua camera da letto; non piacque però ai fedeli gargallesi, i quali, dopo le funzioni funebri dei loro morti, vedevano i becchini portar via la cara bara senza alcun segno di campana o liturgico avviata verso il cimitero di Soriso. La pazienza durò poco ed il primo atto di ribellione scaturì il 23 luglio 1809 in occasione della morte di Baroli Antonia moglie di Pasquale Casarotti, il quale si rifiutò di eseguire l'ordine deponendo la consorte nella terra attorno alla chiesa. Il 2 novembre dello stesso anno Giovanni Erbetta seguì l'esempio del Casarotti in occasione della morte della moglie Maria Baroli. Idem per il secondo ed il terzo atto di morte dell'anno 1810, ovvero per la sepoltura di Angela Maria Baroli, avvenuta il 16 gennaio, e di Baroli Barbara, avvenuta all'11 gennaio: le due salme vennero tumulate nel vecchio cimitero già menzionato. Certamente questi fatti finirono per indispettire il Commissario Buzzi che, ferito nell'orgoglio, decise di assoggettare i riluttanti gargallesi con la forza. Pare che ancora una volta anche il parroco gargallese, sempre don Pirinoli, condividesse l'idea del Buzzi, certo per non sfigurare davanti al Commissario, ma anche perché in cuor suo, come già detto, era stanco di avere sotto gli occhi sagome tombali. Steso un energico verbale, il Buzzi lo inviò al Comando di Novara che provvide ad inviare subito, a spese della nostra popolazione, un distaccamento di Dragoni a cavallo e folta gendarmeria convinti di dover domare chissà qual ribellione. Giunti i militi, furono sorpresi di trovare il paese molto quieto ed intento al suo lavoro. Leggiamo quanto scrisse il Pirinoli con una certa compiacenza e soddisfazione:
Il Gavinelli è molto severo col Pirinoli ed in certo qual modo gli attribuisce una colpa indiretta per imprudenza o mancanza di tatto. Il parroco Pirinoli avrebbe peccato di assistenza mancata. Ecco cosa dice il Gavinelli a commento dell'arresto dei gargallesi:
Se mi è concesso dare un giudizio, mi permetto di dire che, dal canto mio, ho sempre ritenuto un buon pastore colui che ama tutti i suoi fedeli, bollenti o freddi, calmi od impetuosi, religiosi o meno, galantuomini o birbe, onesti o ladri; questa è la sua missione e questi sono i dettami del Vangelo che ha abbracciato. Guai a quel parroco che dimentica la tonaca per indossare l'abito del carabiniere! Se il fatto del 1810 soddisfece i sorisesi per il rispetto di quella legge che dava, di riflesso, conferma della loro superiore autorità, non disarmava i gargallesi che continuavano a protestare in ogni momento in cui si presentava l'occasione. I pochi membri di Gargallo facenti parte al Consiglio Comunale di Soriso non cessarono mai, in seno alla municipalità, di reclamare un cimitero autonomo e più comodo per i loro rappresentati, come si era fatto per Soriso. Le richieste cadevano sempre nel vuoto, tanto che i membri Toesco Adalgiso, Toesco Angelo e Baroli Angelo Giuseppe risolsero di rivolgersi all'autorità ecclesiastica. Il parroco Pirinoli, avuto sentore di tali desideri, non lasciò scappare l'occasione per riabilitarsi di fronte ai suoi parrocchiani e si prodigò, con uno zelo fino ad allora sconosciuto, perché i gargallesi avessero il loro cimitero od almeno conservata l'usanza sul vecchio dislocato attorno alla chiesa. Si è capito che gli pesavano di più i fatti del 1810 che i tumuli visti da casa sua. Il Pirinoli si diede veramente da fare per scrivere un'accorata supplica al Vicario Capitolare di Novara:
Eccone il rescritto:
Ottenuta questa autorizzazione i rappresentanti gargallesi presso il Municipio di Soriso chiesero che fosse stanziata una somma per la costruzione del nuovo cimitero per la parrocchia distaccata di Gargallo, ma ne ebbero una risposta negativa che suscitò nello animo di quei deputati un gran desiderio e la ferma volontà di staccarsi anche civilmente dal Comune di Soriso. Tutto Gargallo si unì in un sol blocco: con alla testa un uomo risoluto e deciso fino all'imprudenza di nome Toesco Giorgio, membro del Consiglio, non badando a spese e fatiche nonché disagi per viaggi a Novara con tutti i membri rappresentanti Gargallo in Consiglio, accumularono promesse e protezioni, amicizie ed appoggi finché, con decreto dell'Ill. Cavalier Pullini, Intendente Generale della Divisione di Novara, nel 1816 Gargallo fu separato da Soriso e proclamato Comune autonomo. Fu eletto Sindaco il meritevole Toesco Giorgio, il quale prodigò ogni sua capacità per il bene del paese; non solo: durante la divisione territoriale del vecchio paese, tanta fu la sua energia e sapiente la sua opera per la posa dei confini, che riuscì a strappare dall'Ispettore Generale delle selve e dei boschi, ing. Agnelli, vantaggi superiori a quelli di Soriso, con ben pertiche 543 di boschi comunali. Se questo nuovo Sindaco seppe fare molto bene gli interessi del Comune, cioè dei gargallesi, non altrettanto bene riuscì ad esprimersi nei confronti della chiesa parrocchiale: un cronista del tempo sfogò la sua delusione definendolo cocciuto ed irrequieto con qualcos'altro di poco lusinghiero. Siccome la definizione è stata data da un parroco, siamo portati a credere che il Toesco non si fosse troppo lasciato convincere dai bisogni temporali della parrocchia per meglio continuare a pensare alla difesa delle finanze e dei diritti del neo Comune. © Tutti i diritti sono proprietà esclusiva e riservata degli eredi dell'Autore
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