IL CONVENTO

 

     Questo vasto fabbricato di forma rettangolare con vasto cortile in centro fu oggetto di moltissime discussioni fra coloro che ne studiarono la struttura e  scopo  della costruzione. Viene comunemente chiamato Convento e se tale venne appellato vi è la sua ragione.

     Si trova ad un centinaio di metri a sud dall'oratorio di San Michele.

     L'anonimo  scrittore del  quadernetto  parrocchiale sostiene che questo luogo non fu mai abitato da frati, asserendo che il Convento attuale non presenta alcuna di  quelle caratteristiche monacali come porticato, corridoi, ampie sale per la  refezione e conferenze, celle e soprattutto non vi è nessun segno di oratorio, cosa indispensabile per una comunità religiosa. L'autore suddetto opina che esso sia soltanto una casa colonica, perché di essa ha tutte le caratteristiche.

     Recatomi sul posto, constatai che nel piano superiore vi si trovavano delle grandi sale di convegno con icone di Santi che se non escludono l'iniziativa privata includono almeno  il sentimento  altamente  religioso dei  suoi  costruttori.  La sala poi è in perfetta contraddizione con le affermazioni dell'autore summenzionato.

     Il portico esiste  ancora, almeno  verso nord.  E' perfettamente  conventuale e può benissimo essere una parte di quello che serviva da chiostro attorno al cortile sul cui porticato appoggiavansi le sale, le celle, i corridoi superiori, ecc... Queste furono  in  parte distrutte dopo l'abbandono dei frati o trasformate dopo che passò a casa  colonica; comunque anche questa costruzione subì gli insulti bellici.

     Anche l'anonimo autore ad un certo punto si ricrede quando  afferma ...a meno che il convento che si volle esistesse in Gargallo si dovesse far rimontare ad antichissimo tempo e che fosse poi  stato distrutto, come  supponesi, col resto di Gargallo. Ma, osservo io, sale ci sono, il portico esiste, l'architettura monastica c'è, lo stesso nome di Convento è passato alla storia, non solo, ma tutti i gargallesi hanno sempre creduto alla presenza in tale luogo dei frati (vox populi vox Dei!);  dobbiamo allora  convenire che questo fabbricato era, in origine, un autentico Convento.

     Ma v'è di più, perché lo stesso autore  ancora  si smentisce dichiarando infine di non opporsi alla credenza che vuole fosse  abitato da  Padri Umiliati, * specialmente in tempi di invasione.

     Se dobbiamo accettare le tradizioni e le credenze dobbiamo anche  credere all'opinione generale che assicura che in questo  convento  si fermò  e pernottò perfin San Carlo Borromeo, quando veniva sorpreso da imprevisti  o da  maltempo  mentre transitava per dirigersi in Valsesia. E’ logico che se si è fermato il Cardinale Santo, il luogo doveva essere adatto a tal personaggio e con persone capaci di servirlo secondo le sue esigenze.

     Ben più esplicito troviamo il parroco Pirinoli, quando afferma che vi avevano domicilio i frati Umiliati citando la storia scritta da un gesuita;  storia  conservata nella biblioteca dell'avvocato Molli di Borgomanero, ora trasferita a  Novara. ** Nelle memorie dell'avvocato Bianchini troviamo chiara l'affermazione  di un convento  degli Umiliati presente in Soriso. Siccome sappiamo che quando si parla di Soriso generalmente si intende  anche Gargallo e siccome sappiamo pure che a Soriso non è  mai  esistito alcun  convento, dobbiamo convenire che il Bianchini intende il convento di cui stiamo trattando e non altri. A suffragare questa mia opinione resta il fatto che il primo  parroco  di  Gargallo, Don Perolio, prese abitazione al Convento, luogo molto lontano dalla chiesa parrocchiale. Certamente questo luogo doveva essere di proprietà totale o parziale dell'oratorio di San Pietro, divenuto amministratore per l'avvenuto scioglimento  dell'ordine  degli Umiliati. Questi, sorti nel 1100 col programma di preghiera e lavoro, presero sede prima a Comignago (può anche darsi che questi di Gargallo ne fossero una branca);  poi, per la  loro ribellione e per l'attentato a San Carlo di un frate fautore della riforma, l'ordine fu soppresso  con bolla 17 febbraio 1570 da papa Pio V.

     A dar forza all'indubbia esistenza dei frati Umiliati nel Convento di Gargallo, abbiamo la onorevole penna del Tiraboschi che afferma  essere cosa rimarchevole che Soriso (leggi Gargallo) abbia ospitato questo ordine  che  seppe  produrre  dei  frutti sani propagando ovunque  esempi  di  umiltà, insegnando  cristianità  caritatevole, sincera credenza, larga dottrina di civiltà e feconda voce, ma anche esso ordine era composto  da uomini in carne ed ossa ed ebbe i suoi difetti ed errori che costrinse alla sua soppressione.

     Troppi elementi  e troppe  voci autorevoli suffragano la credenza dell'esistenza (anzi, vorrei dire lunga permanenza) di frati in  questo convento, che  ogni  altra insinuazione cadrebbe sul nascere.

     Aggiunge ancora il suddetto autore che la tradizione vorrebbe che in quel luogo fosse esistito, più tardi, il Dazio delle Finanze a cui erano  soggette a  visite, imposte e sequestri le merci da e per la Riviera, essendo questo convento ai confini fra la Riviera stessa e la Valsesia, fra la Valsesia ed il Dominio Novarese.

     Più tardi il Convento  passò  a  proprietà  privata. Prima ai Gabbardini, poi ai Gippini, entrambi di Orta, poi ai Mazzola di Soriso, poi ai Monti di Milano per arrivare agli attuali Pettinaroli, ecc..., gargallesi.

 

* Gli Umiliati erano in  origine  dei  potenti  mercanti della Lombardia e furono cacciati oltralpe per la loro avidità. Nel 1201 il Papa concesse loro il rientro in Italia a patto che si umiliassero, in  comunità di Benedettini laici, a filare la lana e tessere i panni per il popolo. I conventi degli Umiliati erano circa duecento.
** Non mi è stato possibile rintracciarla.
 

 

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