I VECCHI PROPRIETARI TERRIERI Non desidero scrivere storia spicciola, ma per far conoscere ai meno informati certe vecchie abitudini ripeterò che era uso da parte di Re, Imperatori o Signori fare delle donazioni di terre ai loro Capitani per ricompensarli di alti servigi resi o per altri meriti particolari, investendoli anche di titoli nobiliari che generalmente erano legati a quello del nome della terra data da amministrare in perpetuo e discendenza sotto la sovranità del donante. Era facile però che queste terre venissero tolte al precedente proprietario per effetto di conquista e passassero così ad altri condottieri che erano riusciti a vincere il precedente. Di questi cambiamenti la storia è zeppa. I più lontani proprietari terrieri di Gargallo che siamo riusciti a rintracciare, che sono giunti fino a noi e che abbiano avuto una forma stabile ed organizzata, vanno ricercati ad Orta fra i signori Borroni, Gippini e Gemelli che si contendevano il dominio. Gippini e Gemelli probabilmente erano due eredi di un sol ceppo, in quanto la loro proprietà gargallese attorno agli abitati era pressoché divisa a metà; quella orientale apparteneva ai Gemelli e quella occidentale ai Gippini, passata poi ai Gabbardini. Questi debbono essersi disfatti per primi spezzettando la proprietà, vendendo i pezzi più vasti, più comodi e migliori ai Mazzola, ai Mongini di Soriso, ai Baroli, Casarotti e Cominazzini, nonché la Valetta ai Guidetti di Gargallo. I pezzi minori furono venduti ad altri gargallesi più poveri. I Gemelli, pur avendo già ceduto ai Toeschi e Ravizza la parte molto a nord della parrocchiale e che nel 1822 possedevano ancora parte della Pianezza di Soriso, resistettero e fecero pure costruire sul costone la loro dimora padronale gargallese (Palaziin, ovvero Palazzetto), sormontata da una torretta unifora nella quale fu posta una campanella che serviva a segnalare, all'ora dei pasti, la posa sulla tavola del pranzo. Serviva pure a segnalare la venuta o la partenza dei padroni. Questa dimora esiste tuttora sulla strada chiesa-cimitero, cintata a muro e con portale signorile che denuncia le nobili origini. I Conti Gemelli erano una delle più antiche Casate della Riviera e vantavano origini romane con indubbie prove di esistenza dal 196 d.C.; il De Vit dice che la famiglia era dedita ai traffici ed alle negoziazioni. Famiglia ricchissima, specialmente dopo che la moglie del Dott. Paolo, uomo di irruente carattere, portò una lauta dote. Il Conte Paolo Gemelli stette parecchi anni in lite col Vescovo di Novara a causa di una richiesta inevasa di investimento del feudo della Riviera. Per il suo carattere piuttosto focoso, per le manesche liti e molte imprese simili fu imprigionato nelle carceri dell'Isola, ma l'intervento di molti potentati milanesi costrinse il Vescovo a metterlo subito in libertà a patto di riprendere dimora nella capitale lombarda, da dove sbraitò di essere vittima di una congiura da parte di importanti famiglie ortesi quali i Fortis, Bianchini, ecc., iniziando così un'ennesima e lunga lite che finì con un'onorevole pace per tutti e con la risoluzione del Paolo di trasferirsi a Parigi per molto tempo. Risulta anche che un Francesco Gemelli istigò gli Ortesi a coprire di pugni e calci ed imprigionare un apparitore piuttosto arrogante inviato dal Senato di Milano per scoprire l'omicida di un tal Bartolomeo Fredelino di Orta. Per questo atto il Gemelli perse la testa e tutti i suoi beni. Risulta inoltre che un tal Ercole Gemelli fu decapitato all'Isola per ordine del Vescovo. Ritornando alla proprietà terriera gargallese dei Gemelli, per presumibile matrimonio o successione passò ai Bellosta, cartai e tessitori di Pella. Questa famiglia ha dato una migliore forma organizzativa alla sua proprietà. I suoi componenti venivano sovente a Gargallo a villeggiare nella loro casa, visibile recintata al margine est del Casale Baroli, all'angolo tra la strada Vignola e la via principale; tale dimora divenne più tardi proprietà dei Baroli (Natta) e poi degli attuali Galleazzi (Pion). Per probabili altri matrimoni andò in possesso a certi Hutch di razza straniera, ma che per lo più abitavano a Pella. Questi Hutch (Alberto e Giulia, fratelli) si recavano sovente a Gargallo per passeggiate ispettive, in occasione delle quali i gargallesi facevano a gara per accaparrarsi appezzamenti di terreno, sempre venduti di buon grado; alla lunga la proprietà venne interamente ceduta. Chi si aggira ancora oggi per la nostra campagna ed osserva con attenzione, scorgerà ancora dei sassi piatti grigio-blu della larghezza di un buon palmo infissi nel terreno e sporgenti 30/40 centimetri; su questi è incisa una grossa B che serviva a segnalare il termine o l'inizio della proprietà Bellosta. Anche i Mazzola ed i Mongini vendettero i loro beni alle famiglie locali, tanto che possiamo dire che questi gargallesi seppero, col loro lavoro e risparmio, riscattare tutta la loro terra ad eccezione del Cascinone, già acquistato ma poi recentemente rivenduto al Dott. Carinelli di Milano per essere adibito ad un moderno allevamento di bestiame. E fu un bene, in quanto questa terra veniva oramai trascurata e sentiva già l'effetto della decadenza. Oggi questa proprietà è stata valorizzata con un trattamento estensivo e razionale. Anche l'uso di un'attrezzatura moderna ed appropriata, già in atto, non mancherà di dare i meritati frutti al suo conduttore. © Tutti i diritti sono proprietà esclusiva e riservata degli eredi dell'Autore
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