ORIGINE DELLE FAMIGLIE

 

     Per le famiglie più anziane che vivono tuttora in paese dovremo richiamare il nome dei Cominazzini, i più lontani facoltosi di Gargallo ed abitanti nel Casale omonimo ove era il vecchio centro del paese ed ove si trovavano gli unici negozi.

     Seguono i Baroli, di vecchia famiglia, benestanti e tenaci. Il loro benessere si rinfrancò con cinquecento scudi d'argento (somma allora enorme) portati a  piedi da  Genova a Gargallo, nel torso, fra la pelle e la camicia, come premio di congedo ad un marinaio che stette in servizio per lustri senza mai venire in licenza. Probabilmente la somma fu usata per l'impianto o l'ampliamento della fornace Baroli.

     Vecchia ed operosa famiglia era pure quella dei Casarotti.  Anche questi erano reputati facoltosissimi, specialmente quelli del ramo Main, dal nome di una certa Maria, donna attivissima, robusta, autoritaria e di non poche qualità organizzative.  Stabilitasi nella cascina alla quale diede il nome, * costruì una fornace che divenne una fra le più importanti del paese. Instancabile e parsimoniosa, divenne ben presto  il capo di una delle più cospicue famiglie gargallesi con vaste proprietà e larghi mezzi. Spentasi la Main, i figli, di carattere generoso fino allora  tenuto  a freno, esplosero e ben presto la famiglia ebbe una scossa che provocò la divisione della compagine.

     Di antiche origini gargallesi  erano e sono pure i Toeschi, razza robusta e di carattere austero.

     I Giromini, gentili lavoratori, sempre attivi e volti verso il costante progresso  e la calcolata parsimonia. Di carattere brioso, sanno raggiungere le mete che si sono prefisse.

     I Guidetti, veri muli dell'operosità. Questa razza sa lavorare fino  all'eccesso senza dare l'impressione della stanchezza. Servizievoli e di carattere bonario, il loro sorriso appare senza ostentazione ogni qual volta sanno di avere reso un servigio ai loro simili.

     I Ravizza, dei quali ho largamente scritto, i Torriani.

     Dal biellese vennero i Galleazzi; da Borgomanero i  Maioni; da  Pombia i Travaini; da Briga i Fantini ed i Barbaglia; da Gattico i Bacchetta; da Gozzano i Piralli; da Maggiora i Poggia; dal milanese i Sottocornola; da Maggiate (Baragiola) gli Oioli; ancora Oioli da Talonno; i Pettinaroli da Soriso  e Maggiora;  i Poletti da  Soriso  e Bugnate; i Gavinelli da Bellinzago; i Creola da Baraggia; i Covini da Maggiate; gli Antonioli, Fornara, Cavigioli da Borgomanero; i Sacco da Bogogno; i Colombo da Fontaneto; i Ferraris da Novara.

     Fin qui, se non vado errato, sono citate le  casate esistenti a Gargallo fino all'inizio di questo secolo; al solito mi si scusi se ne ho omessa qualcuna.

     In questo secolo vennero da Gattico i Zonca; da Trino i Picco; da Barengo i Savoini e Ardizzoia; da Auzate gli Allesina e Ferrini; da  Gozzano  i Martinetti; da Borgomanero i Dulio e Zanetta; dal trevigiano i Benotto, Bressan,  Marchi, Agrizzi, De Toffoli;  dalla Toscana i Verduschi, Bellavigna; dal bergamasco i Bonetti, Gaverini, Gregori,  Bellini, Belotti, Zappella; dal bresciano i Tomaselli, Toninelli, Amadei,  Molare; dal mantovano i Zaltieri;  dal  padovano i Segantin, Scavazin, Camiletti, Gasparini, Bizzo, Chernello; dal cremonese  i Della  Noce;  dal  veronese i Daldosso, Bismara, Paganotto, Zambon, Griso, Soliman; dalla Sicilia i Miano; dalla Calabria i Contento, Fiumanò, Spano, Marella; dal cagliaritano i Crobu, Mei, Lichesi, Uselli, Aresu, Putsu, Ordiano, Ucheddu, Porru, Concas. Poi ancora da Briga, Moroso; Bolzano, Gattoni; Casale Monferrato, Petrini; Gozzano, Sacchi, Alliata, Cavallari; Auzate, Galazzini; Novara, Guidi; Guastalla, Masacom; Arborio, Macco; Suno, Andorno; Fontaneto, Pagani;  Borgosesia, Mutti;  Genova, Vaggè; Avellino, Valle; Udine, Baita; Vercelli, Giardino.

     A questi vanno aggiunti cognomi imposti  casualmente  alla nascita a chi non poteva averne uno proprio e che non elenco per non stuzzicare falsi stati d'inferiorità che questi bravi e buoni figli hanno sempre subito nei confronti dei legittimi. In molte famiglie gargallesi era buon uso accogliere, oltre ai propri ed innumerevoli figli, almeno un pargolo dell'ospedale.  Erano questi bimbi e bimbe figli d'ignoti che la carità dell'ospedale di Novara accoglieva  nel suo grembo e che venivano assegnati a coniugi che facevano richiesta e che  davano una certa garanzia; per questa opera di carità veniva passato loro un piccolo  sussidio ad integrazione delle spese di mantenimento. Qualcuno di questi  bimbi capitò in case amorevoli e fu trattato come figlio proprio, ma qualcun altro si imbatté  in famiglie disordinate e fu oggetto di  trascuratezza  se non  di  sfruttamento, giacche la filantropia dei nuovi genitori era volta essenzialmente al  modesto sussidio che, se non vado errato, era di cinque lire mensili; somma di una certa consistenza per quei tempi, che dava la possibilità  di pagare la farina per fare il pane. In parecchie famiglie ve  n'erano accasati più d'uno ed il reddito era doppio o triplo. Oggi non si usa più, ma  durante la mia  giovinezza fra grandi e piccoli se ne contavano un buon centinaio.

     Per contro molti altri cognomi sono scomparsi da Gargallo, come i  Ravizza, Poggia, ** i primi Savoini, i Fiorini, i Cerutti, i Signini, i Ferraris, i Pastore, ecc...  I Savoini presero il cognome dalla loro origine in terra di Savoia, dalla quale emigrarono verso est coi francesi per stabilitisi un po' ovunque.  A Gargallo ve n'erano parecchi e l'ultima famiglia del vecchio ceppo si trasferì a Borgomanero, ove  venne soprannominata Gargalloni (tuttora esistente) dalla recente provenienza e dalla robustezza del fisico dei componenti.

 

* Questa era la cascina, una volta divisa in due, di  quei  Cominazzini  di  cui  fa cenno il parroco di Soriso Bazzetta e che reclamava come appartenente alla propria parrocchia.
** Il Francesco Poggia creò ad Intra una potente impresa di autotrasporti, fra le più  importanti del novarese.

 

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