DIALETTO GARGALLESE E VOCABOLARIO PAESANO Per dare un assaggio del linguaggio dialettale gargallese, propongo la traduzione in prosa di una significativa poesia che si ritiene scritta dal Foscolo giovane.
Ho cercato inoltre di raccogliere in un breve dizionario alcune tra le parole di uso più comune; prima di proporle ritengo però necessaria una breve premessa, utile per una corretta interpretazione fonetica. Siccome molti nomi dialettali piemontesi derivano dal francese, il loro finale di eu oppure oeu vanno detti alla francese; così si dicono anche a Gargallo: Oeuh, pusibil!, Euh, la pepa! Anche la j va pronunciata alla francese come Jean, cioè come la sc ma con la g che farebbe come sg di gaia (gazza) oppure bujlè (roveto). Vi sono dei vocaboli che hanno la s dura come l'italiano sete (misè, suocero) ed altri con la s dolce come miseria (sei dolce, aceto; sei dura, sete). Solo la famigliarità della pronuncia li può distinguere. Per facilitare la lettura delle vocali lunghe, come quelle francesi con l'accento circonflesso, le scrivo doppie; ad esempio mistaa (immagine sacra). La u dura come quella tedesca la segnerò con due puntini (dieresi). Siccome poi di e ve ne sono di diverse tonalità, la parola con la e particolare di Gargallo come chei (cani) o vilei (villani) l'accenterò col segno circonflesso, mentre le altre seguono l'uso del comune italiano. Le parole finali in c le lascio col c puro, mentre per il ch ho creduto mettere una k per rendere più facile la lettura ed immediata la comprensione. Cercherò di accentare tutte le parole per favorirne la corretta pronunzia. A B C D E F G I J L M N O P Q R S T U V Z © Tutti i diritti sono proprietà esclusiva e riservata degli eredi dell'Autore
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