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Nei panni di mia moglie

"Nei panni di mia moglie" pubblicato da Editrice Nuovi Autori

Imago mortis - un'esca per la regina nera

"IMMAGO MORTIS- un'esca per la regina nera" pubblicato da Il Filo


Polli da spennare

di Andrea Saviano


Miriam aveva preso la decisione: voleva provare a pubblicare il romanzo che aveva scritto. Per questo motivo aveva preparato una bella lettera di presentazione. L'aveva letta, corretta, riscritta, riletta, perfezionata. Insomma, l'aveva sottoposta all'intero ciclo della revisione nemmeno l'avesse realizzata per partecipare a qualche importante concorso letterario nella sezione “epistole”.

La riesaminò per un'ultima volta, soffermandosi su un passaggio che a suo avviso era molto importante, anzi fondamentale.

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Tengo a precisare, per evitare spiacevoli incomprensioni, che non sono in alcun modo disposta a pubblicare a pagamento. Resto però disponibile a impegnarmi nel collaborare con la Casa Editrice per pubblicare l'opera al meglio, correggendo dove necessario le bozze. Sono anche disponibile a collaborare con la Casa Editrice per promuoverne le vendite e, qualora la stessa organizzasse delle serate di presentazione, assicurare la mia partecipazione all'iniziativa.

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Miriam era convinta che, se la sua opera fosse stata meritoria, di sicuro avrebbe trovato un editore pronto a investire nel progetto e, ancora meglio, in quello che amici e parenti reputavano essere un vero e proprio talento donatole da Dio.

Al contrario, di versare un contributo non ne aveva la benché minima intenzione, anche perché lo stipendio le bastava appena per vivere. Il punto su cui verteva questa sua personale idiosincrasia era l'arcinoto problema connesso all'editoria a pagamento: i libri, una volta stampati, troppo spesso non venivano nemmeno distribuiti.

Infatti, era una scomoda verità che i testi pubblicati a pagamento non arrivassero mai sugli scaffali di una libreria, questo perché la maggior parte di codesti sedicenti “editori” non avevano una rete di distribuzione o non erano distribuiti, il che ai fini pratici era equivalente.

« Perché mai dovrebbero avere un distributore o esserlo quando, una volta incassato il tuo bell'assegno, il loro profitto lo hanno già realizzato? » Aveva ribadito un'esperta autrice che lei aveva contattato per avere qualche dritta.

Questa scrittrice le aveva spiegato che la promozione e la distribuzione erano gli anelli più costosi e delicati della filiera del libro. Tutte attività da imprenditori ma spesso gli editori a pagamento erano tutto fuorché gente disposta ad assumersi dei rischi, per cui era meglio essere molto cauti con le proposte che costoro potevano fare.

L'autrice le aveva anche spiegato che la promozione e la distribuzione si mangiano solitamente gran parte dei ricavi. « Perché sforzarsi in quella direzione quando c'è sempre qualcuno che per vanità è disposto a dissanguarsi pur di poter asserire che un suo lavoro è stato pubblicato? » Aveva scritto in un passaggio della loro corrispondenza epistolare.

Miriam era così giunta alla conclusione che una distribuzione capillare fosse un'ottima credenziale. Considerazione che nasceva dal presupposto che un distributore nazionale avrebbe accettato un editore fra i propri clienti solo se questo s'era accreditato con la propria attività come “serio” e “produttivo”.

Questa poteva quindi essere una buona garanzia per evitare che alla fine il “contributo” consistesse in realtà nella banale richiesta d'acquistare le copie del libro che, da contratto, sarebbero state mandate in stampa.

Mentre rileggeva la sua lettera di presentazione Miriam ripensò al fatto che scrivere quel romanzo in fin dei conti non era stata una gran fatica. A sorreggerla aveva avuto il sacro fuoco dell'arte. Doverne effettuare la revisione, quello sì che le era pesato.

Non era stato solo lo sforzo di dover rileggere parecchie volte ciò che aveva scritto, ma anche il dover convincere delle altre persone – inizialmente scettiche – nella rilettura del testo. Tutto ciò non solo allo scopo di trovare gli errori di battitura o d'ortografia ma anche i periodi che non funzionavano, i dialoghi fiacchi, i personaggi poco credibili.

Viceversa (forse anche a seguito dei preziosi consigli di altri affermati autori) non le era stato difficile trovare l'umiltà di riscrivere persino interi capitoli, anche se poi ciò significava dover rileggere il nuovo testo dall'inizio, in un'attività che pareva non esaurirsi. Era un qualcosa al limite dell'estenuante che ricordava lo scontro di Ercole con l'Idra di Lerna. Il mito narrava di un mostro a forma di serpente dotato di sette teste, combatterla nel tentativo di ucciderla era praticamente impossibile perché, secondo la leggenda, dal punto dove sgorgava il sangue di una sua testa recisa, immediatamente ne nasceva un'altra. L'unico modo per sconfiggerla consisteva nel cauterizzare le ferite, in modo che le teste non potessero ricrescere. Per uno scrittore era l'equivalente di dichiarare finito un capitolo sforzandosi, nella successiva rilettura, a non modificarlo ulteriormente.

Cosa che a lei risultava piuttosto agevole, perché preferiva impegnare il proprio tempo a progettare nuove storie che rifinire con inutili orpelli le vecchie.

Anche per questo non trovava eticamente giusto che gli editori a pagamento spesso, pur essendo pagati per questo, non facessero nemmeno un reale intervento di editing. Lei che per indole era anche disponibile a effettuare eventuali dolorose amputazioni del testo originale.

« Era inutile fare gli ingenui. Gli editori a pagamento non fanno profitti operando sul mercato del libro, ma più semplicemente frequentando le tasche degli aspiranti scrittori, » era stato l'ineccepibile avviso dell'amica letterata. In base a quegli avvertimenti, anche il fatto che l'editore curasse il proprio catalogo poteva essere secondo Miriam una buona garanzia. Con quali termini un editore poteva dimostrare d'avere un buon fiuto nel mandare alle stampe libri buoni e vendibili? Con la presenza all'interno del proprio catalogo di prime edizioni di autori poi divenuti importanti!

Così, prima di redigere l'elenco degli editori alla cui attenzione avrebbe sottoposto la sua opera, ne aveva letto attentamente i cataloghi e in molti casi l'era parso fossero creati a caso.

Il motivo era facile da intuire, costoro parevano esenti da un piano editoriale perché mandavano in stampa di tutto, rendendo in tal modo evidente che non erano interessati alla qualità delle opere pubblicate ma solo al contributo fornito dagli aspiranti scrittori.

Miriam in realtà non era contraria del tutto all'idea di versare un contributo, purché la scelta di pagare fosse connessa a un qualche tipo di servizio e non a coprire i costi di tipografia.

« Pagare solo per ottenere la stampa, mai. » Aveva detto ai genitori una volta. « In fin dei conti molte tipografie, senza spacciarsi per editori, consentono a chiunque di stampare libri a pagamento, spesso con realizzazioni anche d'ottima fattura. »

Lasciò da parte queste considerazioni e proseguì nella lettura della sua missiva, verificando i punti che sintetizzavano i consigli che le aveva dato l'amica scrittrice.

* * *

Essendo un'autrice all'esordio, è ovvio che gli elementi a mia disposizione per valutarvi come editore sono essenzialmente tre, la possibilità di:

  • avere il libro in vendita sul territorio nazionale e tramite un' efficiente rete di distribuzione (tradotto in parole povere che sia possibile ordinarlo facilmente nelle librerie);
  • avere un “padrino” letterario qualificato che fornisca una prefazione “autorevole” al testo;
  • publicizzare l'uscita della mia “opera prima” nei più consueti canali informativi a disposizione.

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    CONTINUA