Democrazia partecipativa,
associazionismo
dei cittadini,
globalizzazione
Giampiero Rasimelli
Se
si vuole affermare la faccia positiva della globalizzazione, quella delle opportunità,
dei diritti di cittadinanza, delle solidarietà e delle responsabilità, il tema
della democrazia partecipativa è fondamentale.
- Per affermare un'idea della politica non solo leaderistica, non totalmente
pervasa dal condizionamento mediatico e dei poteri finanziari e da sistemi elettorali
tutti centrati sulla riproduzione del ceto politico. Fattori che combinati tra
loro portano ad una rappresentanza politica fortemente a rischio di dipendenza
e di separazione dalle esigenze dei cittadini e delle popolazioni.
- Per affermare il valore del decentramento istituzionale e amministrativo,
la diffusione dei poteri sul territorio. Si devono conquistare per i cittadini
e le organizzazioni di cittadinanza poteri di controllo, progettazione e proposta.
Ormai è accertato che un'alta qualità della democrazia partecipativa e del decentramento
amministrativo corrisponde ad una maggiore efficacia, efficienza e trasparenza
dell'amministrazione. Si tratta di trasferire poteri e risorse, di stabilire
procedure di partecipazione, monitoraggio e controllo, di rendere la pubblica
amministrazione più accessibile ed efficace al raggiungimento degli obietttivi.
- Per affermare il valore della partecipazione dei cittadini singoli e del loro
libero associarsi. L'associazionismo dei cittadini è il motore della partecipazione,
il veicolo delle solidarietà e delle responsabilità comuni. La democrazia partecipativa
vive se c'è un tessuto democratico civile capace di esprimere un libero associazionismo
protagonista del dialogo e del conflitto con il livello istituzionale, che viene
così democraticamente forgiato e innovato da questa spinta. L'associazionismo
partecipativo non è solo quello politico-partitico, fondamentale per la vita
istituzionale, o quello sindacale, decisivo per la difesa dei diritti sul lavoro
e per il governo democratico dell'economia. C'è una dimensione sempre crescente
dell'associazionismo di promozione sociale, culturale, ecologica, dell'associazionismo
autogestionario, di tutte le forme che hanno dato origine a ciò che chiamiamo
terzo settore, organizzazioni civiche, forme di economia popolare e di solidarietà,
una vera e propria nuova dimensione di istituzionalità sociale. Questi soggetti
svolgono insieme un'azione di promozione e tutela dei diritti (advocacy) e di
produzione e offerta dei servizi, definendo una sfera di funzione pubblica non
statale sempre più essenziale per estendere l'affermazione dei diritti e delle
garanzie sociali.
In questo contesto la democrazia partecipativa esprime la sua capacità di ravvicinare
la vita delle istituzioni alle esigenze dei cittadini, ma anche di migliorare
l'efficacia della funzione pubblica, la capacità di percezione e risposta della
pubblica amministrazione.
La democrazia partecipativa è quindi una risorsa per lo sviluppo locale e per
la coesione sociale, una risorsa per la vita e l'identità delle comunità.
Tutto ciò risulta vero nella realtà dei paesi più sviluppati che affrontano
la crisi dei sistemi di welfare costruiti negli ultimi cinquanta anni e quella
del rapporto tra cittadini e istituzioni che si è prodotta nelle democrazie
più robuste e sperimentate del pianeta. Ma è altrettanto vero in quei paesi
che solo ora stanno consolidando i sistemi democratici e che stanno affrontando
e/o rivendicando il tema delle garanzie sociali e dello sviluppo locale in una
realtà internazionale sempre più lacerata dalla divisione tra paesi ricchi e
paesi poveri o impossibilitati a raggiungere un livello di benessere minimo
generalizzato. Le città, i sindacati, le ong e il terzo settore si trovano i
prima linea a sostenere questa sfida che caratterizzerà l'inizio del secolo.
La democrazia partecipativa sarà sempre più lo strumento capace di dare forza,
radici, autonomia alla loro lotta.
Per questo è fondamentale affermare anche una globalizzazione delle comunità,
delle pratiche partecipative, delle solidarietà e dei diritti.
Non c'è libertà per nessun popolo che non sia fondata sulla garanzia dei diritti
per tutti i cittadini, questo ha un valore locale e globale. I diritti umani
fondamentali vanno garantiti in ogni paese e a livello globale. La vitalità
della partecipazione è uno dei modi di misurare la qualità dei diritti e l'efficacia
dell'amministrazione in un paese.
Dobbiamo dare più voce e più forza alla globalizzazione delle comunità, delle
pratiche partecipative, delle solidarietà e dei diritti.
Bisogna intensificare la costruzione di reti civiche e di città a livello internazionale
e renderle capaci di un'interlocuzione istituzionale sopranazionale: il Forum
Sociale Mondiale e il Forum Mondiale delle Autorità Locali che si riuniscono
a Porto Alegre possono essere una sede importante di implementazione di questo
processo.
Nello stesso tempo è necessario rinnovare uno sforzo di interscambio e di cooperazione
decentrata che possa confrontare e rafforzare le esperienze di democrazia partecipativa
e sviluppo locale concertato, che possa veicolare informazioni sui modelli sperimentati,
trasferire Know-how democratico accumulato, dare luogo ad accordi istituzionali
di sostegno mutuo e a gemellaggi di comunità.
(Giampiero Rasimelli, presidente del Consiglio Nazionale ARCI - Portavoce Nazionale del Forum Permanente del Terzo Settore in Italia)