Studio legale Behare - benvenuti nel nostro sito Osservatorio Consulta
Home Su Il pool di lavoro news links


Osservatorio Consulta

 

 

Di seguito, troverete, in sintesi, una selezione di ordinanze di remissione degli atti alla Corte Costituzionale in relazione a temi "caldi", ad esempio:

 

  • IRAP

  • Ausiliari della Sosta

  • Condanna dello Stato in caso di assoluzione in un processo penale

GAZZETTA DEL 2/11/00

ORDINANZA n. 633: “Facoltà del p.m. di effettuare le operazioni di intercettazione telefonica al di fuori di impianti presenti presso la Procura della Repubblica”

 

Art. 268, comma 3 c.p.p.

Artt. 3, 76 e 112 Cost.

 

La legge 81/87 conferiva al Governo il potere di individuare solo gli impianti presso cui le intercettazioni potevano essere effettuate: da nessun principio contenuto in detta legge emergevano le norme contenute nel terzo comma dell’art. 268 cpp e, cioè, la necessità “di eccezionali ragioni di urgenza e dell’inidoneità o insufficienza degli impianti presenti presso la Procura della Repubblica” al fine di poter effettuare le operazioni di intercettazione al di fuori di questi.

Nella legge delega paiono, dunque, trovarsi principi opposti a quelli enunciati nell’art. 268, terzo comma: in forza di ciò, al giudice remittente pare che i requisiti prescritti dall’art. 268 cpp, circa la necessità “di eccezionali ragioni di urgenza e dell’inidoneità o insufficienza degli impianti presenti presso la Procura della Repubblica” al fine di poter effettuare le operazioni di intercettazione al di fuori di questi, siano affetti da irragionevolezza e siano lesivi dell’obbligo del pm de esercitare l’azione penale.

 

ORDINANZA n. 644: “ Mancata previsione della facoltà di richiedere la revisione delle analisi delle acque eseguite dalla P.A.”

 

Legge 319/76, art 9, tabella A; D.Lgs. 152/99 art 28, comma 3 e art 50

Artt. 3 e 24 Cost., 2° comma

 

Viene, in particolare, invocata l’illegittimità delle norme che disciplinano i campionamenti e le analisi contenute nell’all. 5 del D.Lgs. 152/99, nella parte in cui non prevedono la facoltà di chiedere analisi di revisione nelle ipotesi in cui l’analisi eseguita ad iniziativa della PA accerti superamenti tabellari di parametri relativi a sostanze non degradabili e ci si trovi pertanto in presenza di campioni di reflui non deteriorabili.

Il fatto che la normativa in materia di tutela delle acque dall’inquinamento non preveda la revisione delle analisi, anche laddove i risultati siano tali da doversi ipotizzare un superamento tabellare di parametri costituiti da metalli pesanti e si tratti, pertanto, di un campione di refluo non deteriorabile, determina una ingiustificata disparità di trattamento sotto il profilo della tutela processuale.

 

ORDINANZA n. 643: “Mancata previsione della possibilità di condanna dello Stato al rimborso delle spese in favore di un imputato assolto in un processo penale”

 

Art. 530 c.p.p.

Artt 3, 24 e 111 Cost.

 

L’art 111 Cost, non distinguendo il processo penale da quello civile, apre la questione circa la costituzionalità di quella normativa che nel prevedere la possibile assoluzione dell’imputato non prevedono anche, in tal caso, la condanna dell’erario al pagamento delle spese processuali.

Oltre all’art 3 Cost si cita anche l’art 24 Cost in merito ad un diritto alla difesa che risulta garantito anche grazie alla possibilità di recuperare quanto speso, se assolti.

 

ORDINANZA n. 637: “ IRAP: non deducibilità degli interessi passivi e delle spese per il personale dipendente”

 

D.Lgs. 446/97, art 1, comma 2, artt. 8 e 11, lett. c), nn. da 1 a 4

Artt. 3 e 53 Cost.

 

I giudici remittenti sostengono che la normativa istitutiva dell'IRAP (Imposta Regionale sulle attività Produttive) contrasti con il principio costituzionale della capacità contributiva, perché essa porterebbe a tassare anche soggetti che, a causa di costi di personale o per interessi passivi non hanno realizzato alcun utile o sono in perdita, tassando, quindi una ricchezza inesistente

 

ORDINANZA n. 653: “ Lesione del principio del giusto processo dalla possibilità di desumere l’esistenza di un fatto da indizi gravi precisi e concordanti”

 

Art. 192, comma 2 c.p.p.

Artt. 2, 3, 13 e 111

 

Contrariamente a quanto recita l’art. 192, comma 2 c.p.p., mai l’esistenza di un fatto sembra essere desumibile da indizi, quand’anche gravi, precisi e concordanti.

Il processo indiziario appare, dunque, un processo anticostituzionale perché non garantisce né la certezza del diritto e della prova, né l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge (art. 3 Cost.), potendone compromettere ingiustamente la libertà (art 2 e 13 Cost.) con carcerazioni preventive anche lunghe basate su meri fatti indiziari.

 

 

GAZZETTA DEL 4/10/00

 

 

ORDINANZA n. 554: “IRAP: ingiustificata equiparazione dell’attività professionale di lavoro autonomo all’esercizio di impresa”

 

D.lgs. 15/12/97, n. 446 artt. 2, 3 comma 1 lett. c), 8.

Artt. 3, 35, 53 Cost.

 

In applicazione della disciplina introdotta, l’IRAP ha come soggetti passivi sia l’imprenditore che l’esercente un’arte o una professione.

Occorre, tuttavia considerare che i criteri di applicazione dell’imposta all’attività di lavoro professionale autonomo sono diversi dai criteri di applicazione dell’imposta all’attività d’impresa; in particolare il giudice remittente considera che l’attenzione vada rivolta alla ratio dell’imposizione, la quale incide, comunque, su realtà economiche aventi ciascuna un proprio grado di organizzazione, elevato quello dell’attività imprenditoriale, ridotto quello dell’attività professionale di lavoro autonomo.

Da quanto detto, non appare al giudice remittente prive di ragionevolezza l’ipotesi che l’IRAP realizzi una disparità di trattamento, dal momento che essa incide in ugual misura su attività differenti dal punto di vista della realtà organizzativa.

 

 

GAZZETTA DEL 25/10/00

 

 

ORDINANZA n. 609: “Omessa previsione della possibilità di costituzione tardiva dell’opponente (opposizione a decreto ingiuntivo)”

 

Art 647, comma 1 e 2 cpc

Art 24, comma 2 Cost

 

Già in altre occasioni venne sollevata, inutilmente, questione di incostituzionalità riguardo all’art 647 cpc nei limiti in cui esso non prevede la possibilità che il processo possa essere riassunto quando la mancata tempestiva costituzione dell’opponente a decreto ingiuntivo sia attribuibile a caso fortuito.

Il problema viene, ora, riproposto sulla scorta di considerazioni che pongono l’attenzione giacché tale interpretazione restrittiva dell’articolo contrasterebbe con l’art 24 Cost. che garantisce il diritto di difesa processuale ad ogni cittadino, soprattutto in considerazione del fatto che già precedentemente la Corte Costituzionale ebbe occasione di emettere una pronuncia di contenuto simile a quella auspicata in relazione all’art. 650 cpc.

 

 

GAZZETTA DEL 8/11/00

 

ORDINANZA n. 678: “Art. 41 TULPS: legittimità di un arresto conseguente ad illegittimo sequestro”

 

Art 41, Regio Decreto 18/6/31 n. 773

Art. 14 Cost.

 

La questione sollevata dal giudice remittente riguarda la possibilità che le forze di polizia, in forza del potere loro attribuito dal R.D. 18/6/31 (il c.d. TULPS), procedano a perquisizione e a correlativo sequestro, pur in assenza di specifica autorizzazione giudiziaria in tal senso, quando esse abbiano notizia della esistenza, presso locali pubblici o privati, di armi.

In particolare, il problema si pone in relazione a quelle situazioni all’interno delle quali, in forza dell’attività descritta, si rinvengano ulteriori oggetti criminosi, diversi, dunque, da armi, ed in forza di essi si proceda ugualmente ad arresto.

 

ORDINANZA n. 683: “Dubbi sulla legittimità della figura dell’ausiliario della sosta”

 

Art 17 comma 132 e 133 (come modificati da D.lgs. 2/11/99 n. 391) L. 15/5/97 n. 127

Art 3, 24, 97, 98 Cost.

 

La legge 15/5/97 n. 127 prevede la possibilità che siano conferite funzioni di prevenzione ed accertamento delle violazioni in materia di sosta a dipendenti comunali, fermo restando che la corrispondente procedura sanzionatoria rimane di esclusiva competenza degli uffici a ciò preposti.

In realtà, nonostante la chiarezza del dettato normativo, alcuni Comuni hanno attribuito agli ausiliari del traffico competenza anche riguardo ad attività di verbalizzazione e contestazione.

Tale attività pare al giudice remittente contrastante con il diritto di difesa e di uguaglianza sancito dalla Costituzione, poiché si attribuisce l’efficacia di atto pubblico a verbali non provenienti né da pubblici ufficiali né da Forze dell’ordine a ciò autorizzate.

 

 

Home ] Su ] Il pool di lavoro ] news ] links ]

data ultima modifica 25/01/01