Telelavoro: una nuova opportunità

Il Telelavoro è una modalità flessibile di lavoro a distanza, svolto utilizzando mezzi informatici e di telecomunicazione per una sistematica interazione con l’azienda o l’ente (Franco Morganti, Databank Consulting).

Il termine Telelavoro risale al 1973 e fu coniato, in Usa, da Jack Nilles che, a fronte della crisi petrolifera, lo pensò specificamente come pratica atta alla risoluzione dei problemi di congestione urbana e come mezzo adeguato alla riduzione dei consumi energetici.

Negli anni ’70, il Telelavoro trovò le prime rilevanti sperimentazioni ad opera di importanti compagnie telefoniche nord americane. La Bell canadese, per esempio, lanciò un progetto sperimentale denominato Alternative Work Arrangment che prevedeva che un ristretto gruppo di persone lavorasse da casa con le tecnologie allora disponibili.

Col trascorrere degli anni, però, gli entusiasmi iniziali si raffreddarono. Negli anni ’80, nonostante la disponibilità di strumenti sofisticati a prezzi ridotti (quali PC, stampanti, modem, fax, scanner, ecc.) il Telelavoro si ridusse ad un inconcludente dibattito accademico. Fu l’esplosione di Internet nel 1987 che segnò, anche per il Telelavoro, una significativa inversione di tendenza.

Il boom di Internet comportò la rinascita di interesse per il Telelavoro che, all’inizio degli anni ’90, fu rilanciato in grande stile dalle amministrazioni pubbliche, negli Usa ed in Europa.

In Europa, fu la Commissione Europea a dare il maggior slancio alla sperimentazione del Telelavoro, con il finanziamento di una molteplicità di progetti. Tuttavia si è trattato di una serie di “finanziamenti a pioggia” verso progetti scollegati tra di loro e non sempre congrui sul piano dell’efficacia.

In Italia, più che negli altri paesi occidentali avanzati, il Telelavoro stenta a decollare. Accanto a fattori strutturali, se ne aggiungono altri specifici:

1. Arretratezza tecnologica

2. Politiche tariffarie elevate

3. Sottocapitalizzazione delle medie e piccole imprese, nevralgiche nella struttura produttiva italiana

4. Arretratezza telematica della Pubblica Amministrazione

5. Assenza di politiche formative ed informative telematiche a favore del cittadino e delle imprese

Alla luce di risultanze assolutamente non corrispondenti alle attese suscitate, una puntuale azione di informazione e comunicazione sul TELELAVORO appare quantomeno necessaria. Occorre vincere diffidenze e rimuovere resistenze di ogni tipo, a partire da quelle “culturali” e sociali che hanno solidificato concezioni dell’organizzazione del lavoro non più rispondenti alla complessità della “realtà produttiva” attuale.

riflessione sul "Telelavoro" inserita da SteveRound il : 29/05/2003

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