next essayprevious article indice volumeStudi Storici 2, aprile-giugno 1995 anno 36


STORIA DI UN MANIFESTO. ERCOLI E LA DEFINIZIONE DEL FRONTE POPOLARE IN SPAGNA

Antonio Elorza

Il diradarsi degli interventi politici di Togliatti all'inizio degli anni Trenta, fino al XIII plenum dell'Internazionale comunista, riguarda anche la sua partecipazione nelle questioni spagnole. Malgrado ciò in un documento del segretariato dei paesi latini dell'Internazionale comunista (Rls), che porta la data del luglio 1930, si dispone che ogni testo concernente la Spagna debba essere esaminato da Ercoli1. È il momento in cui Ercoli, come ha messo in evidenza Ernesto Ragionieri, combatte « le false analogie» tra la fine della dittatura di Primo de Rivera in Spagna e una possibile caduta del fascismo, sottolineando da un lato le differenze sociopolitiche tra i due regimi ed esprimendo, dall'altro, una condanna senza riserve nei confronti delle illusioni democratiche2.

La parziale eclissi coincide inoltre con il periodo in cui, con l'avvento della Seconda Repubblica, l'Ic scopre la possibilità di una rivoluzione proletaria in Spagna, e di conseguenza l'occasione per applicare con successo la politica di classe contro classe.

In questa fase gli interventi politici di Togliatti hanno carattere marginale, limitandosi ad assecondare decisioni altrui, cosí come accade nella crisi di settembre-ottobre 1932, quando gli organi direttivi dell'Ic sostituiscono, in nome dell'intransigenza rivoluzionaria, il gruppo dirigente del Pce, con in testa il suo segretario José Bullejos, peraltro non meno intransigente e settario del suo predecessore. Togliatti si limita a segnalare che non si tratta di un cambiamento di linea: il problema è creare il partito comunista in Spagna, fino ad allora pressoché inesistente. E di fatto il delegato-tutore stabilitosi a Madrid a partire dall'agosto del 1932, Vittorio Codovilla, assumerà questo compito soppiantando per cinque anni il nuovo segretario del Cc, José D&iacuteaz, ridotto a eterno apprendista leader. D'altronde, dopo la sorte toccata a Bullejos, la docilità dei dirigenti spagnoli era assicurata. A questo si aggiunga che gli incaricati della questione spagnola nell'Ic non si caratterizzano propriamente per la loro elasticità. Al vertice, Manuil'skij, uomo di fiducia di Stalin, è convinto che in Spagna si stiano riproducendo le condizioni della Russia del 1917, mentre il compito di elaborare le analisi nel segretariato dei paesi latini viene affidato piú di una volta al bulgaro Minev (Stepanov), fabbricante instancabile di schemi per adattare il modello sovietico alle insorgenze rivoluzionarie e censore intransigente di quanti provino a introdurre sfumature nella rigida formulazione della sua analisi. In tali circostanze, l'applicazione della politica di « classe contro classe» acquisisce in Spagna una connotazione particolarmente radicale e ciò invalida la leggenda agiografica, creata in seguito, secondo la quale l'arrivo di José D&iacuteaz e della Pasionaria alla direzione del Pce nel 1932 pose fine al settarismo anteriore. Il settarismo non cessa, né d'altronde i due hanno un potere di decisione effettivamente corrispondente al loro ruolo nel partito.

La documentazione relativa alla Spagna conservata a Mosca nell'ex Istituto del marxismo-leninismo è inequivoca al riguardo. Naturalmente ciò non significa che la gestione da Mosca degli affari spagnoli, per mezzo del delegato-tutore, impedisse qualsiasi tipo di iniziativa autonoma, tenendo conto peraltro del vantaggio derivato dal maggiore livello d'informazione dei residenti in Spagna in merito a quanto succedeva nel paese.

Nel 1934, quando la minaccia fascista prende forma e si esauriscono i vantaggi derivati dal malessere operaio nei confronti dei socialisti che avevano partecipato al governo dal 1931 al 1933, la situazione comincia a smuoversi. Infatti, con l'ascesa politica della destra e la radicalizzazione del partito socialista (Psoe) verso posizioni insurrezionali, seguita da una tendenza all'unità di azione nella base operaia, perdono ogni credibilità le accuse lanciate dalle fila comuniste contro il « socialfascismo» . I risultati di quella linea, del resto, sono evidenti: sindacati comunisti scheletrici e fallimento dei tentativi di conquista della base socialista. Le testimonianze indirette suggeriscono che la tendenza al cambiamento sia presente già nei dirigenti comunisti spagnoli al momento dei fatti di febbraio in Austria. È proprio Dolores Ibarruri, al termine del suo soggiorno a Mosca, a promuovere una riunione della commissione politica della segreteria politica dalla quale scaturisce, il 27 aprile del 1934, una parziale revisione della politica sindacale per la Spagna. Nelle sue note personali la Pasionaria ricorda la sfiducia manifestata dai dirigenti spagnoli verso qualunque iniziativa3: quando espone a Manuil'skij le sue osservazioni critiche nei confronti della politica sindacale, e il dirigente russo le comunica che dovrà rimandare la sua partenza da Mosca, si teme il peggio. Il clima si schiarisce nei mesi successivi con l'entrata in gioco di Dimitrov, che include il Pce nelle sue critiche al settarismo. Codovilla vede allora giunta l'occasione di attuare un cambiamento di linea e nel luglio-agosto del 1934, insieme a José D&iacuteaz, rivendica una nuova politica di fronte unico e la possibilità di stabilire patti elettorali contro la destra. Primo segnale: le Alianzas Obreras, organo di fronte unico dal vertice fino a quel momento sottoposte a una condanna senza riserve, ricevono nel mese di settembre la richiesta di ammissione da parte del Pce, che rompe cosí il suo isolamento e partecipa a fianco dei socialisti e degli anarchici all'insurrezione operaia dell'ottobre 1934. La politica estera dell'Urss impone la sua legge; in piena sollevazione, comincia a delinearsi la parola d'ordine di un fronte popolare. Senza dubbio era necessario tranquillizzare l'Inghilterra, dichiarando che l'insurrezione aveva come unico scopo di serrare il passo alla variante spagnola del fascismo.

Convergono cosí diversi impulsi nel cammino spagnolo verso il fronte popolare, e la leggenda eroica che subito accompagna l'insurrezione dei minatori nelle Asturie di sicuro non favorisce una chiarificazione rapida in questo senso. È a questo punto che Ercoli rientra apertamente in gioco nella trattazione dei temi spagnoli, redigendo per « Inprekorr» il commento ufficiale a caldo sui fatti delle Asturie. Dopo il suo ritorno dalla Francia, nella riunione della commissione politica del 27 dicembre del 1934, una volta approvata la sua relazione, riceve l'incarico di elaborare, congiuntamente al Rls, una serie di direttive per i partiti comunisti di Francia, Spagna e Belgio. Nel quadro di questo ritorno alla « questione spagnola» ha luogo la partecipazione di Togliatti alla laboriosa stesura di una « lettera agli operai spagnoli» , dove egli lascia intravedere le profonde novità che sono implicite nell'attuazione della politica dei fronti popolari. Per valutarle correttamente questo documento, dovremo seguire il cammino della sua elaborazione.

1. La commissione politica della segreteria dell'Ic discute, il 22 febbraio del 1935, la stesura di un manifesto dell'Ic ai lavoratori spagnoli, sulla base di un progetto del segretariato dei paesi latini, che prevedeva il bilancio politico definitivo della insurrezione di ottobre. Di fatto, già il 19 gennaio comincia a circolare un primo abbozzo di una Lettre aux ouvriers de l'Espagne, nella quale vengono delineate le posizioni che acquisteranno un profilo piú preciso nelle redazioni successive. Come punto di partenza figura l'inclusione delle gesta dei minatori asturiani nella lista dei grandi avvenimenti rivoluzionari del secolo. Ma l'ottobre spagnolo era stato anche un fallimento, le cui cause, o meglio, le cui responsabilità, dovevano essere scoperte e smascherate. Il tradimento degli anarchici organizzati, la mancanza di programmi e di preparazione rivoluzionaria dei socialisti figurano come i principali colpevoli, in contrapposizione con l'unica politica rivoluzionaria coerente, quella del Pce, ispirata all'esempio supremo dei bolscevichi del 1917. Il futuro appartiene, dunque, al giovane partito comunista, insieme ad alleanze operaie che devono svilupparsi dal basso, mentre si prepara il terreno per la fusione di socialisti e comunisti in un partito unico.

Nel gennaio del 1935 è prematuro delineare una strategia politica. Ma l'esigenza di tale strategia va convertendosi in una necessità man mano che passa il tempo ed emerge la debolezza della coalizione di centrodestra al potere. La repressione continua, ma si comincia a parlare di elezioni. Il testo che il 3 marzo viene presentato alla segreteria politica è il rapporto del delegato a Madrid, Victor Codovilla, imbevuto da cima a fondo dell'orgoglio per il comportamento rivoluzionario dei comunisti spagnoli e pieno di ottimismo di fronte al futuro. In accordo con le posizioni del delegato il fronte popolare viene visto come uno strumento subordinato al programma delle forze antifasciste, il « blocco popolare sotto la direzione del proletariato» , con le alleanze operaie e contadine come nucleo che deve portare avanti, dopo eventuali elezioni, la lotta contro il regime « borghese-feudale» . Come piú tardi avvertirà lui stesso, Codovilla è presente alla stesura del progetto definitivo, nel quale manca qualsiasi considerazione sul fronte popolare. Per accordo della segreteria politica, tuttavia, questo progetto viene sottoposto alle modifiche proposte da una commissione di cinque membri, il cui responsabile è Ercoli. La conservazione dell'originale del progetto, con le sue aggiunte e le sue cancellature, ci permette di ricostruire tanto l' iter dell'elaborazione definitiva, quanto la portata delle tensioni ideologiche provocate dalla politica spagnola4.

Nel progetto, la lettera agli operai spagnoli si è trasformata in qualcosa di molto piú solenne: un appello dell'Ic « agli operai socialisti, anarchici e sindacalisti di Spagna, a tutti i lavoratori di Spagna, di Catalogna, dei Paesi Baschi e del Marocco» . L'insurrezione di ottobre viene presentata come un evento trionfale per il suo significato storico, dimostrando che la combattività operaia richiede soltanto la guida dell'Ic e l'esempio del 1917 per vedere compiuta la rivoluzione. Questa ha una sola formula: quella sovietica. Polo negativo: anarchici, socialisti, nazionalisti. Polo positivo: i comunisti. Data la crescente influenza di questi ultimi all'interno delle alleanze operaie e contadine, l'unica cosa che occorre è che il proletariato si prepari « per nuove battaglie» .

La rivoluzione spagnola scopre il cammino per adattare le sue caratteristiche a una rivoluzione di tipo sovietico:

Les comit&eacutes des Alliances [...] liquid&eacuteront definitivement l'appareil burocratique et antipopulaire d'oppression créé par l'Etat et les municipalit&eacutes, en lui substituant de organismes du pouvoir populaire et en faisant participer les larges masses d'ouvriers et de paysans à la gestion de l'Etat. Les organismes (Soviets) cré&eacutes de cette mani&egravere [...].

L'insegnamento politico dell'ottobre del 1934 si può cosí riassumere: organizzare nuove forme di lotta per riprodurre la vittoria ottenuta dai bolscevichi nel 1917.

2. Nel confrontarsi con il documento bisogna tener presente che Togliatti si trova di fronte un ostacolo fondamentale: può sopprimere alcuni paragrafi e aggiungerne altri, ma deve rispettare la struttura generale del documento e i suoi contenuti simbolici piú appariscenti. È proprio questa esigenza a rendere piú significativo il suo lavoro di modifica del testo, che riguarda sia l'intestazione sia la responsabilità istituzionale del manifesto, e che si materializza nell'introduzione di cambiamenti sostanziali sin dalle prime frasi.

Il progetto si apriva con toni trionfali: i lavoratori di tutto il mondo che celebrano le prodezze dei rivoluzionari asturiani. È la cornice adatta per uno sviluppo inesorabilmente rivoluzionario:

Les travailleurs du monde entier ont suivi avec enthousiasme, espoir et anxi&eacuteté la lutte h&eacuteroique que vous avez men&eacutee en Octobre 1934 pour barrer la route au fascisme, pour en finir avec le r&eacutegime d'oppression bourgeois agrarien.

Il paragrafo iniziale sarà soppresso e sostituito da Ercoli con un altro, dove non si rinuncia a parlare della rivoluzione spagnola e a fissare come obiettivo finale la distruzione del regime feudale e capitalista, ma in cui la caratterizzazione del presente non evoca prospettive trionfali ma, al contrario, una difficile situazione di minaccia reazionaria. Lo scenario trionfale dell'ottobre rivoluzionario cede il posto a un altro, piú carico di accenti pessimisti, che ha nel fascismo il suo riferimento principale:

Sept mois sont pass&eacutes depuis la lutte h&eacuteroique que vous avez men&eacutee en Octobre 1934, pour barrer la route à la contrer&eacutevolution fasciste, pour assurer la victoire de la r&eacutevolution espagnole. Apr&egraves sept mois, vous vous trouvez de nouveau devant une situation mena&ccedilante, devant les tentations renouvel&eacutees de restaurer et de consolider le r&eacutegime d'oppression f&eacuteodal et capitaliste que la r&eacutevolution des ouvriers et des paysans de l'Espagne a &eacutebranlé et doit d&eacutetruire pour toujours.

È il riconoscimento di una nuova situazione storica, che porta Togliatti a rifiutare l'abituale richiamo salvifico all'esempio bolscevico e alla Ic, « partito mondiale del proletariato rivoluzionario, che riassume l'esperienza storica delle battaglie portate avanti dal proletariato di tutti i paesi» . È l'Ic, secondo quanto si dice nel progetto originale, l'organizzazione abilitata a promuovere in tutti i paesi l'inevitabile rivoluzione di tipo sovietico. Sarebbe suo compito, dunque, stabilire le cause della sconfitta del 1934. Le dodici righe della pagina 2 che spiegano questa centralità dell'Ic vengono completamente eliminate da Togliatti. Questa volontà di non utilizzare piú l'esempio sovietico per accostare i problemi spagnoli si manifesta in altre due soppressioni, una a pagina 19:

Cela confirme encore une fois l'affirmation de L&eacutenine que les soviets sont d&eacutesormais une conquête universelle de la r&eacutevolution proletarienne, la forme d'organisation de la r&eacutevolution prol&eacutetarienne dans le monde entier.

e un'altra a pagina 20:

Pour la premi&egravere fois dans l'histoire, la classe ouvri&egravere et les masses paysannes ont lutté sous le drapeau des Soviets.

La stessa valenza ha un'altra omissione, questa volta di 23 righe, nella quale tra gli interessati si trovano i nomi sacri della tradizione comunista:

C'est seulement sur le terrain du bolchevisme, tel qu'il est enseigné par Marx, par Engels, par L&eacutenine et par Staline, que l'unité des forces d'avant-garde de la classe ouvri&egravere espagnole se r&eacutealisera.

E, come conclusione, viene eliminata anche la parte in cui si considera l'attuazione della variante adattata della rivoluzione sovietica come questione centrale della rivoluzione spagnola:

Ils ne pourront recevoir une solution que par la prise de pouvoir de par la classe ouvri&egravere et les paysans. L'alliance de la classe ouvri&egravere et de la paysannerie pour la conquête du pouvoir est donc encore maintenant la question centrale de la r&eacutevolution espagnole.

Abolito anche questo. Il pensiero politico di Togliatti sulla situazione spagnola si definisce in questo modo, a partire dai vuoti che determina nel manifesto: non si tratta di intraprendere ingenuamente la via insurrezionale, valida per ricordare la forza della classe operaia e per fissare l'obiettivo ultimo dell'azione, ma non come regola di comportamento a breve e medio termine. Accetta la nozione di « sconfitta temporale» applicata ai fatti asturiani, ma per mezzo di una nuova soppressione a pagina 20 mette in guardia da qualsiasi tipo di ottimismo:

La r&eacuteaction cl&eacutericale et fasciste peut encore ravager le pays, s&eacutevir et r&eacuteprimer, mais elle ne peut pas dompter le peuple. Le prol&eacutetariat d'Espagne en reprenant le combat contre la r&eacuteaction d&eacutemontre encore une fois que son &eacutenergie r&eacutevolutionnaire in&eacutepuisable doit triompher.

È una prevenzione contro le illusioni rivoluzionarie, che si collega con l'aggiunta piú importante, un lungo paragrafo nel quale Ercoli coniuga l'accettazione delle alleanze operaie e contadine, gli organi di fronte unico, con l'esigenza di un fronte popolare antifascista e sostiene che solo dalla efficace attuazione di questo progetto si potrà valutare il vero salto in avanti della rivoluzione:

La cr&eacuteation de l'Alliance ouvri&egravere et paysanne comme base de l'unité r&eacutevolutionnaire des masses dans la lutte pour le pouvoir est mise aujourd'hui par les communistes au centre de leur action politique. En même temps les communistes d&eacuteclarent que le front de la r&eacutevolution doit embrasser aussi tous les &eacutel&eacutements qui, tout en ne se posant encore sur le terrain de l'Alliance ouvri&egravere et paysanne, sont prêts à lutter pour barrer la route à la contrer&eacutevolution fasciste.
Il est n&eacutecessaire de cr&eacuteer, en union avec tous ses &eacutel&eacutements un large front populaire antifasciste, dont le but principal doit être celui de lutter non seulement pour la restauration de toutes les libert&eacutes d&eacutemocratiques, mais en premi&egravere ligne pour donner la terre aux paysans, pour l'instauration d'un gouvernement r&eacutevolutionnaire provisoire qui, en s'appuyant et en d&eacuteveloppant les Alliances ouvri&egraveres et paysannes, resoudra cette t&acircche fondamentale de la r&eacutevolution espagnole et brisera les reins de la contrer&eacutevolution fasciste, mettra en prison les chefs fascistes, dissoudra leurs organisations et ouvrira la voie au d&eacuteveloppement ult&eacuterieur de la r&eacutevolution.

Le caratteristiche del lavoro compiuto da Togliatti sul testo iniziale impediscono di giudicare se il contenuto « rivoluzionario» del suo schema sia uno svolgimento delle sue idee personali riguardo al fronte popolare o invece una concessione condizionata dalla necessità di non rompere del tutto con l'insistenza precedente sul protagonismo rivoluzionario delle alleanze operaie e contadine (trasformate in mito imprescindibile per il Pce dopo il rifiuto radicale di cui erano state oggetto fino al settembre del 1934). È anche una ripresa della tematica dei rapporti tra democrazia e rivoluzione proletaria, sospesa negli anni del « legame di ferro» , da quando nel 1929 aveva scritto l'autocritica A proposito di una parola d'ordine 5.

In ogni caso il fronte popolare viene incluso come momento decisivo della strategia comunista e considerato un aggregato di forze politiche e sociali, al di là della semplice circostanza elettorale. Tale concezione gradualistica della democrazia si ricollega all'articolo Sulle particolarità della rivoluzione spagnola, che un anno e mezzo piú tardi chiarisce la posizione di Togliatti sul fronte popolare spagnolo e l'inizio della guerra civile6.

Nella rassegna delle responsabilità controrivoluzionarie, riguardante i socialisti, gli anarchici e i nazionalisti, Togliatti rispetta essenzialmente le posizioni critiche del progetto, con l'unica variazione, per quel che riguarda il Psoe, di individuare dette responsabilità nei circoli direttivi del partito: espulsione dei besteiristi o riformisti, uscita dalla direzione dei centristi, appello alla coerenza per la sinistra, sono i punti piú significativi dell'aggiunta che non modifica nella sostanza l'abbozzo precedente. L'unica novità concerne la valutazione della politica del Pce, lungamente elogiata nel progetto e che riceve invece da parte di Ercoli un duro colpo rispetto all'intera politica comunista del periodo « classe contro classe» : « Il a hesité à reconnaître le caract&egravere d&eacutemocratique bourgeois de l'&eacutetape actuelle de cette r&eacutevolution» . Questo non significa sottovalutare il carattere rivoluzionario della lotta operaia di ottobre, che rappresentò un'affermazione insurrezionale per il potere operaio oltre che una difesa della Repubblica. Ma l'ortodossia di questa aggiunta non cambia discorso di fondo, che rimane focalizzato sulla centralità della minaccia fascista, sottolineata in un altro punto; è quella a determinare la strategia da adottare:

Le fascisme se pr&eacutesente comme la derni&egravere tentative de la contrer&eacutevolution f&eacuteodal et capitaliste pour empêcher l'accomplissement de la r&eacutevolution d&eacutemocratique et sa transformation, sous la direction de la classe ouvri&egravere, en r&eacutevolution socialiste. La t&acircche de la classe ouvri&egravere consiste donc à lutter pour r&eacutesoudre tous les probl&egravemes de la r&eacutevolution d&eacutemocratique, pour r&eacutesoudre les probl&egravemes de la terre, de la liberté des grandes masses laborieuses, de l'&eacutemancipation des nationalit&eacutes opprim&eacutes.

Le rimanenti modifiche sono di minore entità è forse il caso di segnalare soltanto una curiosa aggiunta al riferimento alla vittoria bolscevica, presente nel progetto iniziale, riferimento che riguardava la forma in cui veniva affrontato in quel programma il problema della terra. Ercoli ricorda che i bolscevichi « luttaient au même temps pour la paix, qui &eacutetait aussi une des plus profondes aspirations des masses des travailleurs» . Una precisazione che ha a che fare con il suo lavoro di consigliere nella fase finale della guerra civile spagnola, quando si occupa di attendere alla raccomandazione di Dimitrov affinché il Pce non si ritrovi di fronte all'opinione pubblica quale « partito della guerra» .

3. Il 3 aprile del 1935 Ercoli rivolge a Manuil'skij una comunicazione, nella quale illustra le modifiche apportate al testo precedente. Lo fa con evidente cautela, generalizzando e appellandosi per il fronte unico al principio di autorità (la sua modifica risponde al senso « des observations faites par le cam. Dimitrov à la s&eacuteance de la Cp» ). Si tratterebbe, spiega, di rendere piú convincente la critica rivolta al Psoe, distinguendo tra i capi e la sua base operaia; di sottolineare l'esigenza di creare un blocco tra la classe operaia e i contadini - non, dunque, un fronte popolare - e di introdurre elementi di critica nei confronti del Pce, per settarismo e ritardi nell'applicazione della politica di fronte unico. Le rimanenti considerazioni rimandano all'urgenza di chiudere la questione: la sostituzione della firma del Ce dell'Ic con quella dei dirigenti dei suoi principali partiti, cosí da evitare un dibattito monografico sul testo modificato, viste le occupazioni che gravano sui membri della commissione politica. I dirigenti, a loro volta, avrebbero trasmesso le loro osservazioni, ed Ercoli e Stepanov avrebbero provveduto alla stesura definitiva, sempre tenendo conto della revisione di Manuil'skij.

Questi dovette accordare la sua approvazione, dato che il 10 di maggio del 1935, « La Correspondance Internationale» include nelle sue pagine il testo francese con tutti i cambiamenti suggeriti da Ercoli. Ma la storia non finisce qui; tutto fa pensare che la delegazione della Ic a Madrid, ovvero Codovilla, fece il possibile per impedire che il testo arrivasse al suo destinatario. Il 4 giugno Codovilla invia da Madrid un telegramma a Ercoli riguardo al manifesto, argomentando che la censura impediva la sua pubblicazione, ma che, in ogni caso, « a causa della cattiva traduzione, ci sono paragrafi sconnessi e concetti politici deformati» rispetto al testo originale - quello del progetto - alla cui stesura dice di aver assistito a Mosca (« almeno cosí lo considero confrontandolo con il testo che si redasse lí in mia presenza» ). Chiedeva, di conseguenza, l'originale francese o, in alternativa, l'autorizzazione per « fare le correzioni necessarie» . 7Sei giorni piú tardi la risposta di Ercoli è tagliente:

Uds. podrán hacer correcciones al texto de la carta a los obreros de Espa&ntildea solamente desde el punto de vista de mejorar el estilo y la forma literaria. No podrán Uds. modificar el contenido y las apreciaciones pol&iacuteticas8.

E aggiungeva: devono « organizzare la pubblicazione e la piú ampia diffusione della lettera» . Ma Togliatti si trovava a Mosca e non era facile controllare l'applicazione delle sue istruzioni in regime di censura. Quando, durante lo stesso mese di giugno, un dirigente del Pce, Ramirez (probabilmente Manuel Hurtado, ex segretario di organizzazione), viene interrogato da Togliatti a Mosca, questi gli chiede notizie circa la diffusione della lettera in Spagna. Ramirez dice di ignorarla. Ebbene, occhio per occhio: quando si tratterà di designare la delegazione spagnola per il VII Congresso, sarà Togliatti a bloccare l'inclusione di Codovilla, nonostante i reclami dell'argentino.

Nel settembre del 1937, la rimozione di Codovilla dalla sua posizione dominante all'interno del Pce indica ancora una volta l'intervento di Togliatti, che si trova in disaccordo con i suoi metodi arbitrari e, piú in generale, con la sua influenza sulla politica comunista in Spagna. Ma sarebbe sbagliato valutare questi episodi come il risultato di uno scontro personale. Della definizione della politica di fronte popolare, nei primi mesi del 1935, bisogna distinguere due accezioni. Da un lato, l'accettazione di una alleanza elettorale, non soltanto con i socialisti ma anche con la sinistra democratica, concessione obbligata dalla legge elettorale, come passo inevitabile per favorire l'avanzata del Pce nel quadro di un « blocco popolare» il cui nucleo fossero le alleanze operaie e contadine, considerate come il surrogato spagnolo dei Soviet. Questa sarà la visione espressa da Codovilla quando il 19 aprile del 1935 illustra il contenuto della piattaforma elettorale antifascista. « Simultaneo [ sic] il partito comunista metterà in guardia le masse contro le illusioni di un nuovo 14 aprile» , precisava nel telegramma informativo diretto alla commissione politica. La democrazia non ha, dunque, alcun ruolo in una tattica che ammette le esigenze proprie di una congiuntura elettorale. Si può pensare che la posizione di Manuil'skij risponda anch'essa a questa impostazione del « blocco popolare» , almeno fino a che nel 1936 si imporranno definitivamente le esigenze della politica estera sovietica. Viceversa, le correzioni di Togliatti alla lettera agli spagnoli mettono in guardia dalla configurazione di una politica di « fronte popolare» in senso stretto, utilizzando altri argomenti: non si tratta in assoluto di sostituire l'obiettivo finale della dittatura del proletariato con la democrazia, ma di riconoscere la necessità di questa come cornice della lotta antifascista e dell'avanzata del partito comunista verso il potere. Una prospettiva a stadi, che viene messa in relazione con la nuova politica di fronte unico e le conferisce un contenuto politico. E se l'Unione Sovietica resta il referente essenziale, la via sovietica della rivoluzione smette di essere « el unico camino» , per usare l'espressione che dà il titolo alle memorie di Dolores Ibarruri.

Non ci troviamo, dunque, di fronte a un episodio isolato. Rese parzialmente omogenee da una ingannevole coincidenza di prospettive a breve termine, « blocco popolare» e « fronte popolare» , le concezioni politiche di Manuil'skij, Codovilla e Stepanov, da un lato, e di Dimitrov ed Ercoli dall'altro, rappresentano in realtà visioni molto differenti tra loro per quel che riguardo a questioni fondamentali quali il ruolo della democrazia, la relazione con « l'altro» (in particolare, gli eventuali alleati), il modello bolscevico di rivoluzione e l'autonomia delle sezioni nazionali dell'Internazionale comunista. Le tensioni interne e, in definitiva, la dualità presente nella prassi comunista in Spagna durante la primavera del 1936 e la guerra civile, fino alle risposte contrapposte al momento del crollo del settore repubblicano, costituiranno il terreno privilegiato affinché si manifestino con maggiore chiarezza questi elementi di differenza. L'episodio serve anche per provare che la convergenza tra gli interessi della politica estera di Stalin e il rinnovamento legato al VII Congresso dell'Ic poteva essere frenata, nella sua applicazione pratica, dalla gestione staliniana di alcuni esecutori (Stepanov, Codovilla) incapaci di liberarsi del riduzionismo e della aggressività propria del periodo « classe contro classe» .

traduzione di Sara Chiaretti

1 Rossijskij centr chranenija i iz&Egraveucenija dokumentov novejs&Egraveej istorii (RCChIDNI), f. 495, op. 120, d. 226.

2 Cfr. E. Ragionieri, Palmiro Togliatti, Roma, 1976, pp. 504-507.

3 De ayer y de hoy, manoscritto del 1972, Papeles de Dolores Ibarruri, in Archivio Pce, Madrid, Documentos dirigentes, 21/1.4.10, p. 8.

4 Il testo con le modifiche in RCChIDNI, f. 495, op. 32, d. 224, II.

5 P. Togliatti, A proposito di una parola d'ordine, in « Stato operaio» , III, 1929, n. 8 (in P. Togliatti, Opere, a cura di E. Ragionieri, III, 1, 1929-1935, Roma, Editori Riuniti, 1973, pp. 102-125).

6 P. Togliatti, Sulle particolarità della rivoluzione spagnola, in « Grido del popolo» , I, 1936, n. 32 e in « Correspondance Internationale» , XVI, 1936, n. 47 (in P. Togliatti, Opere, a cura di F. Andreucci e P. Spriano, IV, 1, ivi, 1979, 1935-1944, pp. 139-154).

7 Da Medina [Codovilla] a Ercoli, 4 giugno 1935, in RCChIDNI, f. 495, op. 184, d. 30 bx.

8 RCChIDNI, f. 495, op. 184, d. 16 isch: « Loro potranno apportare correzioni al testo della lettera agli operai spagnoli soltanto dal punto di vista del miglioramento dello stile e della forma letteraria. Non potranno modificare il contenuto e le valutazioni politiche»

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