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RECENSIONI:

Nails: Their nothing (Autoproduzione, 01)

Secondo capitolo della discografia Nails, anche questo autoprodotto.
Questa volta pero' abbiamo una registrazione di molto migliorata rispetto al lavoro precedente, e non solo quella.
Se, agli esordi i Nails avevano fatto vedere buone idee ma poca maturita', con "Their Nothing", i ragazzi crescono, e inizia a sentirsi.
Attenzione: c'e' ancora da lavorare, pero' la band inizia a maturare, e si sente. Le voci sono sempre due alternate, maschile e femminile.
Quella femminile e' molto bella ma non osa piu del dovuto, si mantiene sempre all'interno dei canoni base del caso, comunque non sfigurando. Quella maschile, sporca, dovrebbe lavorare molto, ma la cosa buona, gia acquisita e' la voglia di sperimentare. La musica, eseguita da due chitarre e una sezione ritmica di basso e batteria, viaggia sulle coordinate donateci da tutte quelle band attive nel nord est americano nella prima meta' degli anni '90.
Un po di Dinosaur Jr (a cominciare dalla copertina, molto bella), Nirvana, Pearl Jam, e anche qualcosa della seconda ondata (Bush e Foo Fighters su tutti).
Il disco contiene 9 pezzi, tutti buoni da punto di vista compositivo.
I pezzi migliori sono quelli piu lenti, in cui la band da il meglio di se (a differenza delle song un po piu pestate, su cui sarebbe da lavorare): Nothing left to seed, Leof, Untitled e la medievale Her nothing, dove la cantante da il meglio di se accompagnata da una chitarra classica.
Ancora un pochino acerbi ma in forte progresso.
Quantomeno da provare.
www.vai.li/nails

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