Rapporti con l'Ente Pubblico
"La partecipazione è possibile"

"Icare", (mi interessa), così Don Milani concepiva la politica, come qualcosa che "ci interessa e che ci riguarda, che ci chiama alla ricerca di soluzioni comuni per problemi comuni".
Le recenti leggi di riforma segnano la trasformazione da un sistema sociale - istituzionale centralizzato e autoritario ad un sistema sociale - istituzionale attento alla comunità alla quale riconosce sempre nuovi spazi d'azione e non solo di consultazione.
La presa in carico della vita della comunità, l'interesse - attenzione per quello che in essa avviene e che per essa viene agito, si sta traducendo oggi nella partecipazione popolare intesa come presenza attiva da parte della società civile nella condivisione della responsabilità di gestione e organizzazione degli interventi sociali.
La partecipazione permette, inoltre, di realizzare una democrazia non di "delega", ma di "rappresentatività, di co-responsabilità", in cui viene data voce ai cittadini ed alle associazioni, viene valorizzato il privato sociale e viene loro riconosciuto il diritto - dovere di controllo dell’ operato della pubblica amministrazione. E’ in questo contesto storico che il volontariato trova gli strumenti legislativi per essere un interlocutore attivo nei confronti del Pubblico esercitando il suo ruolo di stimolo e proponendosi quale soggetto attivo capace di "sviluppare cellule vitali per una comunità solidale".
Per interloquire con il pubblico occorre però riconoscerne i "personaggi", i ruoli, gli ambiti di competenza, le responsabilità, avere chiaro in quali ambiti e contesti ci si muove e si opera, per questo motivo questo e il prossimo numero di Pagine per la Formazione vogliono affrontare tale tematica cercando di renderla non troppo complessa e offrendo gli strumenti al volontariato per porsi in rapporto con l’Ente pubblico e l'Amministrazione.

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