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Il poeta di Tresnuraghes

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Fulmen in clausola: Moretti e Marziale a confronto

È interessante osservare che nelle ottave dei poeti sardi (in genere del tipo A/B/B/A/A/B/CC oppure con delle varianti nella prima sestina) i primi due versi, sono molto spesso utilizzati per introdurre l’argomento o per descrivere una particolare situazione, costituendo così s’isterrida, (introduzione), mentre il distico finale detto sa serrada (chiusura) è riservato spesso ad una conclusione ad effetto, ad un colpo di scena o una sintesi. Tale procedimento formale, altrimenti detto fulmen in clausula, era tipico degli epigrammi del poeta latino Marziale (il quale ne sviluppa fortemente l’aspetto comico-satirico); ecco in un parallelo Marziale e Moretti alle prese con lo stesso “tema”:

Moretti

Miralas a su sero passizzende
Superbas, melindrosas, pazzoseddas,
Cun randas in su pettus pende pende
E gallones e nastru in sas munneddas
A duos e a trese innamorende
Presumidas appenas las faeddas...
Bestidas elegantes che segnoras
Mancu paren chi sian servidoras...

Guardale di sera passeggiare
superbe, smorfiose, vanitose,
con i pizzi che pendono dal seno,
i fiocchi e i nastrini nelle gonne;
ciascuna ha due o tre amanti,
presuntuose se solo le saluti....
Eleganti, vestite da signore
non sembran neppure poverelle...

Marziale

Hic quem videtis gressibus vagis lentum,
amethystinatus media qui secat Saepta,
quem non lacernis Publius meus vincit,
non ipse Cordus alpha paenulatorum,
quem grex togatus sequitur et capillatus
recensque sella linteisque lorisque,
oppignaverit modo modo ac Cladi mensam
vix octo nummis aulum, unde cenaret.

Questo che vedete passeggiare lentamente e senza meta, che attraversa ingioiellato la Saepta, che per eleganza non lo batte il mio Publio, né lo stesso Cordo, principe degli elegantoni, seguito da una folla di clienti e capelloni e da una lettiga nuova fiammante, con tendine e finimenti ha or ora impegnato il suo anello per due soldi alla mensa di Clado, per poter pranzare.

Entrambi i poeti, scelgono di introdurre il soggetto servendosi di una breve descrizione delle sue movenze. Ciò implica che l'intera scena risenta del dinamismo iniziale, e che tutti gli elementi descrittivi si impregnino degli attributi dati inizialmente al soggetto: i pizzi, i fiocchi e i nastrini descritti da Moretti, appaiono animati dalla stessa superbia che caratterizza le movenze delle ragazze, e i "clienti" che seguono il personaggio di Marziale sembrano anch'essi muoversi lentamente e senza meta. Attraverso tale artifizio, i poeti lasciano intendere che nella strofa, ci sia una battuta incentrata sugli attributi negativi della descrizione iniziale.

Il lettore, rimane chiaramente colpito, quando nell'ultimo verso, vede insoddisfatte le proprie aspettative a favore di una trovata che pone gli accenti negativi su ciò che a prima vista era sembrato ineccepibile (chi avrebbe detto che le donne descritte da Moretti non erano in realtà di nobili origini?).

Ultimo aggiornamento: 21/08/03

- Realizzato da Francesco Cadoni -