LA PITTURA

 

Fin dai primi secoli, la pittura italiana è influenzata da quella bizantina, colta e raffinata, nella rappresentazione di temi sacri. I fondi dorati appiattiscono i volumi, privano di realtà lo spazio e formano un ambiente astratto intorno alle figure.

Nel XIII secolo, la rappresentazione simbolica lascia lo spazio ad una naturalistica. Nelle pale dipinte e dei cicli di affreschi, i pittori danno volume ai corpi dei Santi e dei personaggi biblici, accentuando la loro forza espressiva e la loro umanità. Le scene dipinte si arricchiscono di architettura e con prospettive intuitive.

La pittura gotica si caratterizza anche con l’equilibrio compositivo, nei dipinti viene studiato il peso visivo di ogni elemento.

I soggetti della pittura sono prevalentemente religiosi, con il Crocifisso e le Maestà (dipinti della Madonna con Angeli e Santi).

All’interno di palazzi civici, gli affreschi illustrano la vita quotidiana e civile delle città.

 

LA PITTURA SENESE: Realismo e Misticismo

 

La pittura gotica arriva a livelli espressivi elevati in Toscana ed in particolare a Siena e Firenze.

A Siena la pittura si distingue per la ricerca minuziosa dei particolari e la linea fluida e continua della decorazione. I pittori erano Simone Martini, Duccio di Buoninsegna e i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti.

Ambrogio Lorenzetti è autore negli anni 1338/1340, di un ciclo di affreschi che rappresentano il concetto del bene comune e l’opera è un realistico documento della vita del Trecento.

Detta opera è esposta a Siena nel Palazzo Pubblico.

 

 

IL VALORE SIMBOLICO DEL COLORE

 

Nella pittura medievale sono ricorrenti tre colori: blu, rosso e oro.

Blu: simbolo di nobiltà e spiritualità;

Rosso: segno di regolarità, rappresenta l’amore verso dio;

Oro: simbolo della grazia e dello spazio divino, ricorre negli sfondi delle immagini sacre.

Questi tre colori danno risalto alle figure, il nero insieme agli altri colori sono stesi a tinte piatte per accentuare la bidimensionalità delle figure.

 

 

LA  PITTURA  A FIRENZE

 

CIMABUE

 

Opere: Maestà e Le Crocifissioni

 

Le sue opere rappresentano la realtà e si svincolano dalla matrice bizantina.

Nel Crocifisso della Chiesa di S. Domenico, rappresenta “Cristo che muore in croce”, per mettere in evidenza l’uomo che esprime la sua sofferenza con una serie di mistura  di colori che evidenziano e danno volume alla figura.

 

GIOTTO DA BONDONE

 

Opere: Storie della vita di San Francesco (Assisi), Cappella degli Scrovegni (Padova), Crocifisso e Il Presepe di Greccio

 

Queste prime due opere, fanno parte di un ciclo di famosi affreschi.

 

Nelle sue opere usa un linguaggio diretto con pittura solida e più umana.

Ricco e ammirato, lavora a Firenze, Padova, Roma, Napoli ed Assisi.

Raffigura i soggetti religiosi come se fossero uomini comuni e interpreta lo spirito umano del200-‘300 a Firenze.

Lo spazio è rappresentato in modo tridimensionale e individua i piani con colori chiaro–scuro (luce-ombra) degli edifici .

Egli abolisce lo sfondo dorato e il ciclo azzurro.

L’opera “Il Presepe di Greccio”, rappresenta il presepe vivente voluto da S. Francesco in cui è apparso Gesù.

Egli dipinge la realtà essenziale e per questo allusiva, narra le sue storie con linguaggio semplice e diretto, che ogni elemento ha un valore comunicativo.

 

 

 

 

 

 

                                                                                                             SUSANNA PAMPALONI

                                                                                                                               II   B