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Le diverse tipologie dei nostri dolci

 

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Dalla seconda quindicina di gennaio a tutto febbraio, nelle campagne centro meridionali del Campidano come nelle vallate del Sulcis e dell'Iglesiente, ed ancora nei falsopiani del Sarrabus, del Parteolla, del Gerrei, della Trexenta e della Marmilla o nelle vallate di Oliena e della bassa Baronia, a distanza, si notano le chiazze bianche dei mandorleti in fiore. Da vicino, le piante sembrano ricoperte da delicate glace o da intensa spruzzata di zucchero a velo, talvolta sfumato di rosa: sembra proprio che la natura voglia indicare l'origine, la matrice, dei tanti dolci di Sardegna. Da sempre è stato un utilizzo di mandorle dolci e anche amare, intere naturali o tostate, tritate o in pasta (macinate), a seconda dell' esigenza di confezionamento del dolce. Dolci eccezionali come, ad esempio, quelli di forma fantasiosa e arabescata, confezionati con una sfoglia, quale involucro fine, friabile e racchiudente, come tesoro, una pasta di mandorle, a giusto punto di zucchero ed acqua di fiori d'arancio, ricoperta esternamente da una cappa di zucchero candida e opaca dove spiccano diavoletti colorati ("traggera") e, in rigorosa ed ordinata finitura, sottilissime linguine e filamenti d'oro zecchino.
Il dolce si chiama "pistoccheddu prenu" (biscottino farcito), è il dolce della Pasqua di Risurrezione, della massima festa; se ne produce anche uno non farcito,
di sola pasta ricoperta della stessa cappa, meno decorato all'esterno e si chiama "pistoccheddu sbuidu"; ancora la pasta di mandorle, sempre fragrante d' acqua di fiori d'arancio, quale ripieno di ravioletti "culirgionis de mendula" o piccole "tazzine" ripiene "candelasprenus", in questi ultimi la pasta interna e' costituita da finissima sfoglia di mandorle saltate in padella con zucchero e acqua di fiori d'arancio. Tanti altri dolci a base di mandorle come l'amaretto, sia friabile che morbido, i "pastissus" (ripieni, leggeri, delicatissimi); il"gatto' " un croccante di mandorle, zucchero e scorza di limone; il torrone di Tonara confezionato soltanto con miele puro, mandorle e bianco d'uovo; "is pabassinas" che oltre le mandorle e le noci evidenziano l'uvetta passa e la sapa e, giusto con la sapa, sia di mosto d'uva che di fico d'india, si producono ancora tanti dolci, meno raffinati dei primi elencati ma tanto interessanti. Sono i dolci semplici del periodo natalizio, quasi un riferimento all'umilta' dell'evento, in contrapposizione allo sfarzo Pasquale e tra questi Natalizi: "Pani 'e saba", "Trigu cottu" (grano bollitoe immerso nella sapa), "Ziriccas". Grande l'influenza dei formaggi pecorini freschi sui dolci, ricoperti o contenuti da sfoglia leggerissima, aromatizzati con la buccia d'arancio o con lo zafferano, quasi sempre spalmati di miele: "sebadas", "pardule",formagelle. Il campo dei dolci e' immenso