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E' DAVVERO UNA COINCIDENZA?

 

Il sette è da sempre il mio numero preferito...Allora mi sono detto: proviamo a vedere cosa  ha di particolare  e, grazie alle informazioni di amici, allo sfogliare riviste,  libri e altra roba varia, mi sono accorto che davvero  ricorre spessissimo nella storia e quindi nella vita di ognuno di noi. Non ci credete? provate a vedere quante cose sono riuscito a trovare....

 

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                 DO   RE   MI    FA    SOL   LA    SI

 

 

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Le piramidi d'Egitto,  erette  a  Giza durante  la IV  dinastia   (XXVII-XXVI secolo a.C.),  sono le più antiche delle sette meraviglie e le uniche rimaste relativamente intatte.

I giardini pensili di Babilonia, forse voluti dal Re Nabucodonosor II nel VI secolo a.C. erano un complesso di giardini terrazzati e sovrapposti.  

La statua di Zeus,  in oro e avorio,  alta  12  metri  ed eseguita a metà del V secolo a.C. dallo scultore Greco Fidia  a Olimpia, in Grecia.

Il tempio di Artemide, a Efeso in Grecia,  di enormi dimensioni e magnificamente decorato;  fu cominciato intorno al   560 a.C. e ultimato intorno al 440; incendiato nel 356 a.C. e ricostruito, fu distrutto dai goti nel 262 d.C.  

Il mausoleo di Alicarnasso,  (353 a.C.)  era  una  tomba  marmorea   monumentale,  decorata  dal maggiore  scultore dell'epoca per il Re Mausolo di Caria, in Asia Minore; non ne rimangono che poche rovine.  

Il Colosso di Rodi,  era  una  statua bronzea  alta  30 metri  e rappresentante  il dio greco del Sole, Helios, realizzata intorno al 280 a.C. e messa a guardia del porto di Rodi; fu distrutta forse da un terremoto, una cinquantina d'anni più tardi.  

Il faro di Alessandria (280 ca. a.C.),  situato su un'isola davanti al porto di Alessandria d'Egitto,  si innalzava per più di  134 metri;  fu  abbattuto, o crollò per un terremoto, nel XIV secolo.  Sono da poco iniziate le  ricerche archeologiche   dei resti del faro, nelle acque prospicenti la città.  

i 7 vizi capitali

Superbia

Avarizia

Lussuria

Invidia

Gola

Ira

Accidia

i 7 colli di Roma

Quirinale. Era  sacro al dio  Quirino, al  quale era  stato  elevato un  tempio.  Costantino  vi  eresse delle terme.  La morfologia del colle fu profondamente modificata nel corso dei secoli, in seguito alla costruzione da parte dei papi di edifici  tra i quali  i palazzi  Rospigliosi, della Consulta e quello più grandioso del  Quirinale  iniziato nel  1574  e  portato a termine nella prima metà  del  XVIII secolo,   fu  residenza estiva  dei papi, dei re   d'Italia e, dal 1948, del presidente della repubblica.

Aventino.  Colle  sulla  sinistra  del Tevere.  Rimangono  frammenti  del muro di  cinta e traccie  della porta Naevia: Considerato luogo religioso,  l'Aventino ospitava numerosi  templi, a Diana, Giunone Regina, Minerva, Cerere, ecc.

Palatino.  Sulla  sinistra del Tevere.  L'imperatore  Augusto   fondò  la  propria dimora, la  cosiddetta  Casa di  Livia, un tempio  di  Vesta, (oggi perduto) e un  grandioso  tempio dedicato  ad Apollo. Da ricordare  il  palazzo di Tiberio, gli avanzi della domus transitoria di Nerone, lo stadio e le terme.

Campidoglio.  Composto  da  due  alture:  l'antica  arx,   dove  sorge  ora  la chiesa  di  S.  Maria    in   Aracoeli, e il Capitolium, su cui si ergeva il tempio di Giove  Ottimo   Massimo e  dove Michelangelo edificò  l'attuale   piazza del Campidoglio con il Palazzo Senatoriale,  quello  dei Conservatori  e il Museo capitolino.   Al centro  della piazza  si    trova la statua equestre dell'imperatore Marco Aurelio.

Viminale. Vi sorge il palazzo del Ministero degli Interni.

Esquilino. In epoca imperiale vi furono costruiti,  tra gli altri edifici, il tempio a Minerva medica, la Domus Aurea, le terme di Tito e di Traiano.

Celio. Uno dei setti colli di Roma, alto 51 metri.

I SETTE RE DI ROMA

Romolo Nella mitologia romana, fondatore e primo re di Roma. Con il fratello gemello, Remo,era figlio di Marte, dio della guerra, e di Rea Silvia, detta anche Ilia,  una delle vestali. Rea  Silvia, figlia del re di  Alba Longa Numitore, che fu deposto    dal fratello minore Amulio, era stata ordinata sacerdotessa  perché non avesse figli  che potessero ambire al  trono; Amulio,  alla  nascita  dei due gemelli,  li chiuse in  una cesta che  affidò al  Tevere. Essi  vennero tratti  in salvo e allevati da una lupa  sulle  pendici  del  colle  Palatino, e  furono scoperti  poi  dal pastore Faustolo e cresciuti  da  sua  moglie,  Acca  Larenzia.  Diventati adulti, i fratelli detronizzarono Amulio e restituirono il trono al nonno Numitore.

I due gemelli decisero allora di costruire una città e dopo aver discusso a lungo sulla scelta del sito, optarono per il Palatino. Romolo scavò un  solco sul  quale sarebbe stato eretto il recinto delle mura della città e Remo lo scavalcò sprezzantemente: per il suo gesto venne dunque ucciso da Romolo o da uno dei suoi compagni.  Romolo divenne l'unico re della città: costruì  un  rifugio sul  Campidoglio per gli schiavi   fuggitivi e gli assassini e, affinché essi avessero mogli, rapì le donne sabine a una  festa a cui aveva invitato per l'appunto i sabini. Dopo una serie di guerre tra Romolo e i sabini  seguì una riconciliazione, ed  egli  fu riconosciuto re. Secondo una leggenda, Romolo fu condotto nei cieli dal padre, e poi venerato come il dio Quirino.

Numa Pompilio (VIII-VII secolo a.C.), secondo re di Roma, secondo la tradizione avrebbe regnato dal 715 al  673  a.C. Successore di Romolo,  Numa era  di  probabile origine  sabina, e passò alla storia  per la sua opera di legislatore religioso: ispirato dalla ninfa Egeria,   introdusse la disciplina augurale, il collegio dei  pontefici e il calendario luni-solare,  in cui  erano  elencate   le  principali  feste  religiose  dell'anno.  Attribuite dalla tradizione storiografica  alla sua persona, queste istituzioni costituiscono in  realtà  il frutto di più articolati processi storici e culturali, al centro dei quali un ruolo preponderante sembra aver svolto il contatto con il mondo greco dell'Italia meridionale

Tullio Ostilio Terzo re di Roma, che regnò –secondo la tradizione– dal 673 al 642 a.C. Fra le imprese attribuitegli appare verosimile quella della distruzione  della città di Alba Longa,  mentre  altri   avvenimenti,  come  il duello fra Orazi e Curiazi, appartengono   probabilmente  alla  leggenda . A una  fase  successiva al  regno di Tullio Ostilio, che seguì quello di  Numa  Pompilio, sono invece riconducibili altri avvenimenti attribuitigli, come  la costruzione della Curia Hostilia e l'istituzione del processo per tradimento (in latino perduellio).

Anco Marzio Quarto re di Roma, secondo la tradizione, dal 640 al 616 a.C. Gli storici antichi  gli  attribuirono il ripristino   del culto degli dei. Costretto a combattere contro i  vicini popoli  latini e contro gli  etruschi, trasferì a Roma le popolazioni  conquistate,  che  andarono a  costituire la plebe romana. A lui si devono la fondazione di Ostia e la costruzione del  ponte Sublicio.

Tarquinio Prisco, (VII secolo a.C.), secondo la leggenda, quinto re di Roma. Di origine etrusca, conquistò  il potere  nel 616 a.C., succedendo ad Anco Marzio, e regnò sino al 578 a.C. A Tarquinio sono state attribuite alcune importanti opere pubbliche, tra cui la Cloaca  massima e il tempio di Giunone sul colle Capitolino. Morì ucciso dai figli di Anco Marzio.

Servio Tullio Sesto re di Roma  regnò, secondo la  tradizione, dal  578 al 535 a.C. Il regno di Servio Tullio corrispose a  una fase latina  (il  suo  nome, di origine   latina, lo  indicava  come figlio di una schiava  cresciuta  a corte)  all'interno della dominazione  etrusca di Roma.  La tradizione etrusca (documentata dall'imperatore Claudio, studioso di cose etrusche)  lo  identificava invece con l'etrusco Mastarna  (magister in latino, il comandante dell'esercito) che avrebbe conquistato Roma  con l'aiuto di Celio Vibenna; questa tradizione è ripetuta su un celebre ciclo di pitture funerarie di Vulci (tomba François).    Al controllo latino su Roma si devono invece attribuire i dati storici sull'attività di Servio Tullio,come l'introduzione del culto  (latino) di  Diana sull'Aventino,   l'erezione delle prime  mura  della città (tuttavia, quelle oggi dette mura serviane sono più tarde) e l'introduzione  dell'ordinamento centuriato: con  la sostituzione del combattimento individuale di tradizione gentilizia   con   la  leva (classis) oplitica (opliti), ciascun cittadino dotato di sufficiente ricchezza poteva entrare nell'esercito, e dunque iscriversi  alle liste civiche (comizi centuriati). Servio Tullio,  salutato dalla  tradizione come  il  secondo fondatore di  Roma,  sarebbe  stato ucciso dal genero Tarquinio il Superbo, aiutato dalla figlia Tullia.

Tarquinio il Superbo, (?- 496 a.C.),  settimo  e  ultimo  re di Roma,   avrebbe regnato dal 534 al 510 a.C. Forse figlio di  Tarquinio Prisco, successe al suocero Servio Tullio. Salito al trono,  attuò  una politica di espansione  territoriale  e  fece  di  Roma un importante centro di scambi commerciali. Prendendo a pretesto alcuni atti di violenza commessi  dai suoi familiari,     in particolare dal  figlio,  alcuni membri del patriziato romano detronizzarono  Tarquinio,   approfittando di  una sua assenza     da Roma, e instaurarono la repubblica. Si tratta, comunque, di  una  figura   leggendaria,  come  gli altri  re di Roma.

 

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La leggendaria danza dei sette veli eseguità da Salomè alla presenza dell'amante di sua madre e zio, re Erode Antipa, ed ebbe in premio, la testa mozzata di Giovanni Battista, che aveva biasimato la condotta immorale sua e di sua madre Erodiade.

 

 

PLEIADI

Le sette figlie del titano Atlante e dell'oceanide Pleione

 

Maia (con Zeus generò Ermete)

Elettra (con Zeus generò Dardano e Giasone)

Taigete (con Zeus generò Lacedemone)

Celeno (con Poseidone generò Lico)

Alcione (con Poseidone generò Irieo, Iperenore, ed Aretusa)

Sterope (con Ares generò Enomao)

Merope (con un mortale, Sisifo, generò Glauco)

Secondo alcune fonti Elettra andò in sposa  ad un mortale di nome Corito.  Secondo  un'altra  versione   Artemide trasformò Taigete in cerva perchè potesse sfuggire alle  attenzioni di Zeus: era la stessa cerva che  Eracle (Ercole) cacciò per un anno intero.

Le Pleiadi, disperate per la morte delle loro sorelle Ladi, si tolsero la vita, e  Zeus le pose in cielo.  Si narra anche      che Zeus le avesse trasformate in stelle per salvarle, insieme alla loro madre,  Pleione, dalle brame di Orione che le inseguiva da sette anni.

Anche Orione divenne una costellazione, la stessa che ancora oggi in cielo sembra inseguirle.

Una delle sette stelle brilla più debolmente delle altre:  si tratta di Merope,  vergognosa della sua passione per un mortale, oppure di Elettra, in lutto per il destino di Troia, la città di suo figlio.

Il nome Pleiadi deriva da una parola greca che significa "navigare", poichè le sette  stelle  sono  visibili durante i      mesi estivi, stagione che gli antichi riservavano alla navigazione.

 

 

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i campioni argivi che al seguito di Polinice assediarono Tebe

I sette campioni che guidarono i contingenti principali erano secono Eschilo,  nella tragedia sette contro Tebe:

Adrasto, che attaccò la porta Neistana, difesa da Megareo;

Polinice, che attaccò la porta Ipsistiana, difesa da Eteocle;

Tideo, attaccò la porta Proetide, difesa da Melanippo;

Partenopeo, attaccò la porta Orraeana, difesa da Attore;

Capaneo, attaccò la porta Elettriana, difesa da Polifonte;

Ippomedonte, attaccò la porta Oncaeana, difesa da Iperbio;

Anfirao, attaccò la porta Omoloide, difesa da Lastene.

Capaneo cominciò a scalare le mura urlando che nemmeno Zeus avrebbe potuto  impedirgli di entrare  nella città  e  subito il dio lo colpì con una folgore. Partenopeo fu ucciso da una pietra gettata dalle mura da Periclimeno. Polinice e Ippomedonte furono uccisi in cambattimento. Tideo, già gravemente ferito, uccise il nemico Melanippo, Atena, sua protettrice,    pregò  Zeus  di  renderlo  immortale  ma  Anfirao  che   odiava Tideo e gli altri campioni  che l'avevano  trascinato  in  quella  guerra,   tagliò  la  testa  di  Melanippo  e  velocemente  la  porse a Tideo  che ne  inghiottì   le cervella alienandosi le simpatie di  Atena.  Anfirao fuggì inseguito da Periclimeno sul suo cocchio e sprofondò nella terra spaccata da Zeus con una folgore.  Adrasto  fu  l'unico  dei  sette ad  aver  salva  la vita grazie   al cavallo alato Arione, dono di Poseidone e Demetra.

Dieci anni più tardi i figli dei sette campioni, gli Epigoni, vendicarono la morte dei padri.

(lo sapete che i bronzi di Riace riproducono due di questi sette eroi?....Anfirao e Tideo)

 

MINOTAURO

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Mostro con la testa di toro e il corpo umano,  figlio di Pasifae e di un toro. La parola significa "il toro di Minosse". Gli veniva dato, ogni anno, un tributo di sette fanciulli e sette fanciulle, per nutrirlo. Era rinchiuso nel labirinto di Cnosso  fatto  costruire  da   Minosse a  Dedalo. La mitologia narra che se uno  di loro fosse riuscito  ad  uccidere il  mostro e  trovare   l'uscita   del labirinto,  il  tributo  sarebbe  stato  cancellato.   Il minotauro  fu ucciso da Teseo, con l'aiuto di Arianna, che gli regalò il filo per uscire dal labirinto.

 

 

I 7 NANI

7nani.jpg (17912 byte) Eolo, dal poderoso starnuto
Dotto, il sapientone
Mammolo, il timidone
Cucciolo, il più piccolo
Brontolo, non gli va mai bene nulla
Pisolo, dormire...dolce dormire
Gongolo, come mi piaccio!!!

 

 

7 GIORNI DELLA SETTIMANA

Lunedì - Martedì - Mercoledì - Giovedì - Venerdì - Sabato - Domenica

 

 

Le Image1.gif (1192 byte) sorelle    

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Denominazione giornalistica delle società petrolifere (British Petroleum, Exxon, Gulf, Mobil, Royal Dutch Shell, Standard Oil of California e Texaco) che fino al rivoluzionario avvento di E. Mattei all'Agip, detenevano  in regime  di   oligopolio,  le principali quote del mercato mondiale


 

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U.S.A.

Giappone

Germania

Francia

Italia

Gran Bretagna

Canada

Dal 1975 si riuniscono per trattare dei principali problemi dell'economia mondiale

 

 

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SETTE SAPIENTI

Gruppo di moralisti greci del VII-VI secolo a.C., cui si attribuiscono massime nelle quali è raccolta la più antica riflessione etica dei Greci.

Secondo la tradizione più diffusa sono:

  1. Talete

  2. Pittaco

  3. Biante

  4. Solone

  5. Cleobulo

  6. Chilone

  7. Misone

 

LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA

Dar da mangiare agli affamati

Dar da bere agli assetati

Vestire gli ignudi

Consolare gli afflitti

Visitare i carcerati

Accudire gli infermi

Seppellire i morti

 

  70 volte 7

Allora  Pietro,   avvicinatosi  a Gesù, gli domandò: "Signore, se mio fratello pecca contro di me, quante volte dovrò perdonarlo? Fino a sette volte?"

Gli rispose Gesù: "Io ti dico: non sette volte, ma fino a settanta volte sette".

 

 

IL NUMERO SETTE E' PRESENTE IN TANTISSIME  ALTRE  COSE.  POICHE' UNA SOLA  PAGINA   NON E' SUFFICIENTE A CONTENERLE TUTTE, IN QUELLA CHE SEGUE HO INSERITO LE VOSTRE SEGNALAZIONI.  

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