Da
qualche anno a questa parte, a qualsiasi ora del giorno, si assiste a continue
processioni verso il “tempio” dell’Amaga, situato nel centro cittadino.
Numerosi abbiatensi, muniti di sacchetti stracolmi di bottiglie di plastica,
si dispongono in disordinate file in corrispondenza dei tre erogatori, con
l’intento di ottenere la propria porzione di acqua potabile. Ma che cos’ha
quest’acqua di speciale? E’ davvero così diversa da quella che sgorga dai
rubinetti delle case private? Lo chiediamo al Sig. Cevoli, responsabile
dell’area tecnica dell’Amaga. “Non ci sono fonti sotto il gazebo, l’acqua
erogata proviene esclusivamente dall’acquedotto. L’unico valore aggiunto
è l’addizione di anidride carbonica e la refrigerazione”. La struttura,
costata alla municipalizzata circa 100 milioni, ha lo scopo di offrire un
servizio gratuito alla cittadinanza, sensibilizzando allo stesso tempo l’utenza
al consumo dell’acqua della falda locale. In ottemperanza alla legge 236,
i tecnici Amaga sottopongono periodicamente l’acqua potabile a severi controlli
qualitativi, verificando la rispondenza a precisi parametri. “L’acqua della
nostra città -sostiene Cevoli- rientra perfettamente nei parametri previsti,
attestandosi ad un buon livello qualitativo. Non subisce alcun trattamento
a base di cloro o di filtraggio attraverso il carbonio attivo.” Considerato
il positivo riscontro del servizio, tra i progetti futuri l’azienda ha in
cantiere la realizzazione di altri chioschi, in possimità dei parchi cittadini. |