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Aggiornato al 11/3/2001
Dove ha fine la coscienza
(di Pearl)
E’ orribile. E’ triste. L’uomo distrugge ciò che lo circonda, con nuvole di gas e le false immagini delle pubblicità… anche i suoi figli… e poi, la beffa, si dispera per l’unico epilogo che possono avere le sue incoscienti azioni… lacrime di coccodrillo. “Che incoscienti” dicono con disprezzo, con pietà, ma perché non esserlo, perché non accoccolarsi nell’idea che le spine non pungono e che sono invincibile? Perché non illudermi che le azioni di oggi non avranno ritorsioni sul domani? Certi calcolatori, convinti di saperla lunga su tutto, menti sapienti, sbattono cifre di neo-morti, baby-delinquenti, “incoscienti”, cercano di ridurli in percentuali, numeri e nient’altro che numeri a sproposito, quando l’unica cosa da quantificare è la grandezza dei loro errori. Quanto è sbagliato? Mi rimproverano costantemente di vivere in un mondo a parte, artificiale, solo mio… forse non c’è poi un così grande abisso tra me e chi sceglie di usare la violenza per ottenere ciò che vuole o chi ancora vuole vivere esperienze troppo pericolose, magari a danno di altri o solo di se stessi… siamo tutti evasi dalla realtà, convinti che ciò che facciamo non avrà conseguenze (perché così è sempre, aumentando l’idea di quanto sia transitoria la nostra presenza), si tratta solo di scelte diverse per esternarlo. Più o meno sbagliate. Alcune molto sbagliate, forse fatte con una specie di ingenuità, per avere inconsciamente superato il confine tra il mondo artificiale e quello reale… ancora tanti non sanno che il tempo per leggerezza è finito e, se sei cosciente, non puoi concederti spensieratezza. Ma se non lo sei… potrai continuare a credere nelle favole fino allo scioccante risveglio, ma prima di allora avrai, anche solo per breve tempo, salvato la tua infanzia, il bene più grande che ti è stato concesso.