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Aggiornato al 11/3/2001
Così nacque il mito degli UFO
(di Francesco Catania)

Com'è nato il mito degli UFO? E qual'è l'origine degli X-Files che ci hanno tenuto compagnia per sette lunghi anni, riempiendo le nottate incolori con storie assurde? Per l'ufologia americana tutto inizia nel 1947, quando Kenneth Armold -un uomo d'affari che si spostava da uno stato all'altro con suo biplano allo stesso modo con cui noi andiamo con l'auto in ufficio- avvistò nove oggetti volanti non identificati in formazione. L'avvistamento in sé e per sé non fu dei migliori, sia perché durò pochissimo, sia perché i velivoli erano piuttosto lontani; ma all'epoca Kenneth ne rimase colpito e la stampa diede una particolare risonanza all'evento. La notizia rimbalzò da un continente all'altro: e con essa l'illustrazione dei velivoli preparata da un disegnatore semiprofessionista del New York Times. L'immagine, destinata a diventare lo stereotipo del disco volante "anni '60", mostra i nove ordigni dalla forma arrotondata e la coda di rondine, molto -forse troppo- simili alle navicelle aliene de "la guerra dei mondi", ma profondamente diversi dagli schizzi che aveva abbozzato il testimone diretto, Kenneth Arnold. Guardando i suoi disegni invece, si nota come i nove velivoli assomigliassero di più ai più vecchi bombardieri stealth (oramai in pensione). Quegli ordigni potevano essere il frutto di una tecnologia avanzata, ma terrestre? Osservando una piantina militare della zona sorvolata da Kenneth, ci si può accorgere di come, all'epoca, vi sorgesse un centro di ricerca e sviluppo dell'areonautica a stelle e strisce: la base di Muroc. E, scartabellando, tra gli archivi resi pubblici dall'Amministrazione Clinton, si può scoprire di come nove prototipi di un innovativo aereo a reazione si trovassero proprio in quella base per i primi collaudi. In parole povere Kenneth Arnold non vide alcuna navicella aliena, ma solo nove XP-79B, prodotti dalla Winthrop Corporation su richiesta diretta del pentagono. A distanza di quasi sessant'anni e con l'amaro in bocca, il primo X-File è così stato risolto. La storia di Kenneth Arnold finisce qui, ma la leggenda continuerà a vivere e, con un po' di fortuna, contribuirà a farci sentire meno soli nell'universo...