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Aggiornato al 11/3/2001
Cellulari e seduzione
(di Francesco Catania)
Ai ragazzi, si sa, piace tenerlo in mano. Controllano compulsivamente se c’è campo, se le batterie sono cariche e la tastiera disattivata. A livello conscio, ci si assicura che il proprio cellulare sia sempre operativo, perché c’è l’ansia di far parte di una ‘rete sociale’, di dover essere pronti a comunicare, sempre, dovunque e con chiunque: dai genitori al capufficio, passando magari per l’amico che ti chiama nel momento di maggiore intimità con la tua partner.
Non per niente quasi tutti dicono che i cellulari sono una ‘scocciatura’, ‘una palla al piede’, di cui molti, almeno a parole, farebbero volentieri a meno, per sentirsi più liberi. A livello inconscio, però, come spiegano due ricercatori dell’Università di Liverpool, E. Lycett and R. I. M. Dunbar, i telefonini sarebbero usati dai maschi come gli uccelli usano le piume: come richiamo sessuale. A seconda del modello, infatti, i cellulari mostrano che si è relativamente autonomi, eloquenti o riservati, sempre impegnati, sobri o alla moda, ribelli o conservatori a seconda del modello, ma, sempre e in ogni caso, persone ‘interessanti’, degne di essere conosciute e frequentate. Fonte: The British Medical Journal, “Mobile Phones as Lekking Devices among Human Males” (pp. 93-104)