Il trasporto combinato

Il ruolo delle ferrovie nel trasporto multimodale

Di Roberto Prost, Ottobre 2000

 Cos'è il trasporto combinato | I vantaggi | I costi |
L'aspetto ecologico | Merci pericolose | Conclusioni |

In un clima di profondo rinnovamento strutturale delle ferrovie italiane da più parti giungono richieste di trasformazione del settore trasporto merci, oggi Divisione Cargo, che mirano ad incentivare sempre più il trasporto su rotaia, visto in modo positivo dai maggiori esponenti dell’economia e dell’industria italiana oltre che dagli ambientalisti.


Cos’è il trasporto combinato

Chi si occupa di trasporto merci e di logistica già da tempo conosce i problemi relativi al trasporto combinato. La possibilità di spostare le merci attraverso la ferrovia pone come principale limite l’impossibilità di far arrivare i carri ferroviari direttamente negli stabilimenti dei clienti, nonostante la rete ferroviaria abbia ormai da tempo una diffusione capillare a tutto il territorio europeo. La soluzione ottimale, per questo motivo, richiede l’integrazione del trasporto su rotaia con il trasporto su strada (gommato), il trasporto navale, e perché no anche il trasporto aereo.

Le merci caricate sui carri ferroviari possono giungere anche là dove materialmente le rotaie non arrivano: i carri ferroviari infatti possono essere facilmente caricati su carrelli stradali facendo sì che il trasporto gommato copra la distanza tra la stazione e lo stabilimento del cliente. I traghetti attrezzati per il trasporto dei carri ferroviari coprono invece le distanze tra un porto e l’altro, che diventano quindi punti nevralgici in cui le merci possono sostare. Le merci giunte via rotaia possono ripartire via mare per altre destinazioni, o viceversa i carri ferroviari giunti via mare possono essere nuovamente immessi nel sistema rotabile verso altre stazioni.
Poco o nulla sfruttato, rimane il trasporto combinato che utilizza anche gli aerei.

 


I vantaggi del trasporto multimodale

Per analizzare i vantaggi del trasporto combinato dobbiamo considerare il fatto che questo tipo di trasporto è decisamente molto duttile e flessibile potendo soddisfare le esigenze di una clientela eterogenea. Qualsiasi tipo di merce può essere trasportato con questo sistema, senza alcuna esclusione. Il parco carri è completo: a disposizione del cliente esistono diverse tipologie di carri ferroviari, di proprietà delle FS o di privati, che si adattano ad ogni tipo di trasporto. Dalle merci pulverulente alle merci caricate sui pallets, dai pezzi industriali di dimensioni elevate ai tubi di diversi diametri e lunghezze, travi per l’edilizia, materiale quale legno, ferro, per non dimenticare poi la possibilità di trasportate sostanze pericolose e rifiuti industriali.

 


I costi

Considerando la possibilità offerta dalla ferrovia è indubbio che per certi tipi di merce e in modo particolare per i trasporti eccezzionali, ovvero tutto ciò che ha dimensioni o peso tali da non poter percorrere tratte autostradali o distanze troppo elevate, il trasporto multimodale rappresenta un vantaggio economico da non sottovalutare. Non si capisce come mai la ferrovia italiana non adotti a tutt’oggi una strategia di mercato che miri ad incentivare il trasporto merce su rotaia e spesso, ma soprattutto in passato, questo settore ha avuto periodi di crisi associati anche alla crisi della produzione industriale.

Con la ripresa della produzione industriale anche il trasporto delle merci ha ovviamente una crescita proporzionale, ma questo non sempre si verifica anche per quella fetta di merci che potrebbero essere trasportate su rotaia. Tralasciando l’aspetto culturale della facenda, ovvero la generale ignoranza di questo tipo di trasporto, rimane in sospeso la strategia delle FS, che dovranno in ogni caso mettersi al passo con le altre realtà europee visto che l’Italia è la prima nazione dell’UE a privatizzare in modo completo il settore ferrovie (D.L.n°70 del 28 marzo 2000 art. 5).

Con la privatizzazione delle ferrovie si prevede una conseguente revisione dei prezzi del trasporto su rotaia; il cliente dovrebbe poter scegliere il vettore che più soddisfa le proprie richieste, anche e soprattutto in termini economici, mentre il vettore spinto dalla concorrenza avrà tutto l’interesse a ridurre i costi per poter offrire le tariffe più basse, così come del resto accade nel trasporto su strada.

Ricordiamo che attualmente è possibile stipulare dei contratti, o meglio degli accordi speciali, con la ferrovia italiana che mette a disposizione del clinente un certo numero di carri in base alle necessità applicando tariffe vantaggiose per lo stesso cliente. Questo sistema è ovviamente più indicato per le aziende e le industrie la cui produzione necessita un numero di carri elevato.

Anche il piccolo imprenditore può ad ogni modo avere accesso a questo tipo di servizio, scegliendo di volta in volta la tipologia di carro necessaria per il suo trasporto.

 


L’aspetto ecologico

Tutte le attività umane hanno un cosìdetto "impatto ambientale". Il treno è considerato uno dei mezzi di trasporto con il più basso impatto ambientale, forse tra tutti i mezzi è quello preferito dagli ambientalisti e dagli ecologisti più intransigenti. Indubbiamente la ferrovia consente con un minimo consumo energetico, e quindi un minimo inquinamento, il trasporto di merce per lunghissime tratte, nel rispetto della geologia del territorio, oltre che nel rispetto delle città e dei paesi attraversati dalla linea ferroviaria. Tutto questo, seppure possa interessare poco il cliente che si rivolge alle ferrovie, che nella scelta è mosso da problemi contingenti di ordine pratico, non si può negare abbia destato l’interesse dell’opinione pubblica sensibile ovviamente a questi temi ecologisti spesso portati alla ribalta dai mass-media.

L’utilità, ecologicamente parlando, del trasporto combinato va ben oltre il semplice utilizzo del treno come mezzo di trasporto ecologico. Il passaggio di grosse quantità di merci dal gommato alla rotaia ha evidentemente degli effetti sull’aria che respiriamo, sui rumori che disturbano il nostro sonno, sulle code che rovinano il rientro di tanti vacanzieri estivi. Gli interessi che si scontrano in questo gioco sono evidenti: da una parte la eterogenea squadra degli autotrasportatori, dall’altra, con fini diversi, le ferrovie e gli ambientalisti.

Se gli stati europei, e in modo particolare il governo italiano, porteranno avanti una politica a vantaggio delle modalità di trasporto più rispettose della salvaguardia dell’ambiente, porbabilmente si avrà un riequilibrio tra trasporto gommato e trasporto su rotaia, con un notevole sviluppo del trasporto multinodale che sarebbe una soluzione adeguata per soddisfare gli interessi delle parti in gioco.

Se ci saranno i dovuti interventi si aprirà uno scenario nuovo che, secondo la CONFETRA (relaz. del presidente A. Gatti alla 54° assemblea della CONFETRA; tratto da fermerci n°3 maggio-giugno 2000 pag 14 e seg.), porterà nella migliore delle ipotesi ad un aumento del trasporto su rotaia con aumento contenuto delle tariffe a discapito di una riduzione del trasporto su strada e un suo notevole aumento tariffario.

 


Merci pericolose

Un discorso a sé merita il problema del trasporto multimodale delle merci pericolose. Anche qui l’utilizzo del treno offre delle opportunità alternative al trasporto gommato, e il trasporto multimodale potrebbe essere rivalutato come alternativa sicura al trasporto di questo tipo di merci.

In Italia secondo la Divisione Cargo delle FS (fermerci n°1 gennaio-febbraio 2000 pag 27) soltanto il 5% dei prodotti pericolosi viene trasportato con la ferrovia. Assurdi i dubbi sollevati da alcuni mass-media sulla sicurezza di questo tipo di trasporto, più spesso legati a fatti accaduti fuori dall’Italia e all’ondata emotiva che hanno suscitato. Gli incidenti ferroviari, e ancora di più gli incidenti che coinvolgono convogli di carri di merci pericolose sono veramente eventi rari, non certo rari invece i camion che si ribaltano nelle autostrade inondando con i loro rifiuti, spesso altamente tossici, asfalto e campi, inquindando le falde acquifere con danni serissimi per l’ambiente. La Germania ha già emanato provvedimenti legislativi che impongono l’utilizzo della ferrovia per questo tipo di merci nel caso in cui il trasporto superi i duecento chilometri. Anche l’Italia sicuramente si adeguerà presto alle normative UE e il trasporto intermodale potrà essere protagonista per le sue peculiarità di trasporto sicuro. Anche le tratte coperte dal gommato nel trasporto intermodale, con i carri ferroviari caricati sui carrelli stradali, sono per brevità, e per le velocità di punta raggiunte dal camion, sicure per l’ambiente e per gli operatori: lo stato garantisce con apposite norme il trasporto di merci pericolose e i fornitori del servizio di carrellamento si devono attenere alle sudette norme.


Conclusioni

Con questa breve panoramica speriamo di aver dato un’idea, certamente non completa, di quello che è il trasporto intermodale, in modo particolare sottolineando il ruolo della ferrovia in questo tipo di trasporto combinato che è un ruolo primario in quanto dalla rotaia dipendono gli altri vettori che completano il servizio. Abbiamo mostrato gli aspetti positivi di un trasporto economicamente vantaggioso, con ampi margini di sviluppo per la privatizzazione della ferrovia, ideale per la salvaguardia dell’ambiente, adatto per alcuni tipi di merci/materiali speciali, sul quale si dovrebbe a nostro avviso puntare in futuro investendo uomini, mezzi e risorse economiche con indubbi vantaggi per gli stessi investitori, ma anche per l’intera società.

Uno studio condotto nei 15 paesi dell’Unione Europea più la Svizzera e la Norvegia intitolato "Costi esterni del trasporto – costi degli incidenti, dei danni all’ambiente e del traffico nell’Europa occidentale" promosso dall’Unione internazionale delle ferrovie (Uic) e realizzato dalla Infras di Zurigo e dall’Univeristà di Karlsruhe, ha messo in evidenza che i costi esterni del trasporto sono stati nel 1995 pari a 530 miliardi di Euro, circa il 7.8% del Pil dei 17 paesi. In modo particolare incide su questi costi per il 92% il trasporto stradale e solo il 2% la modalità ferroviaria! I costi esterni comprendono tutto ciò che si aggiunge al costo del trasporto in sé, ovvero gli incidenti, il danno ambientale, escludendo la congestione stradale. Sempre secondo questo studio se non si interverrà adeguatamente i costi esterni aumenterannno nel 2010 del 42% in più rispetto al 1995.

Questo potrebbe suonare come un severo monito a quei paesi che ancora non hanno attuato norme e misure atte a cambiare questo stato di cose e tra questi non ultima l’Italia.

 

Roberto Prost

vortice@freemail.it