LA TECNICA DEL QRP

Il radioamatore del terzo millennio è schiacciato dalla tecnologia degli apparati che hanno raggiunto un grado di complessità tale da riuscire incontrollabile finanche alle case costruttrici. In altri termini i colossi oligarchici della produzione di ricetrasmettitori non sono più in grado di gestire la manutenzione degli apparati che producono. La progressiva sostituzione dei componenti discreti con i circuiti integrati ha permesso di ottenere prestazioni ed opzioni incredibili ma ha reso impossibile la riparazione artigianale. In caso di guasto si cambiano le schede interessate e il gioco è fatto. Il radioamatore ha assunto la figura di semplice fruitore, uno schiaccia bottoni.

Per superare questa pericolosa situazione l’unica via di uscita è il ritorno alle origini, all’autocostruzione e, più segnatamente, al QRP. Negli Stati Uniti d’America, nei quali è stato raggiunto il parossismo della tecnologia, il processo di inversione di tendenza è ormai un fatto assodato ed accettato da molti OM.

Il massimo club mondiale che raggruppa e organizza l’attività degli OM appassionati di QRP è il G-QRP CLUB: ad esso sono iscritti oltre 8000 radioamatori di tutto il mondo. I radioamatori italiani sono 89 ( anno 2010 ). Un solo IT9: il sottoscritto.

In Italia, sulla scia del nuovo trend, è sorto un club del QRP sotto l’egida dell’ARI e, su Radio Rivista, è stata inaugurata anche una rubrica dedicata alle trasmissioni in bassa potenza. Questi " sintomi " sono dei segnali positivi, senz’altro, ma non al punto tale da poter sciogliere la prognosi sullo stato di salute del radiantismo italiano..

La pratica del QRP presuppone una svolta radicale nella mentalità radioamatoriale: bisogna approfondire i temi specifici della radiotecnica, svolgere attività sperimentale, sporcarsi le mani con l’autocostruzione ma sappiamo che il livello di preparazione medio dei radioamatori italici è piuttosto basso.

Con l’autocostruzione si controlla l’apparato che si utilizza, se ne conoscono i reconditi segreti, lo si può riparare in qualsiasi momento, lo si migliora in modo creativo. A livello cognitivo si approfondiscono le tematiche proprie della radiotecnica. Il tutto si traduce in una ricaduta, dal punto di vista del miglioramento, sulla classe radioamatoriale. L’occasione della ricerca e della sperimentazione è un buon viatico, infine, per innescare la collaborazione e lo scambio tecnico-culturale tra i radioamatori relegati, oggi come oggi, ad un ruolo sterile di lupi solitari.

Mettendo insieme un pugno di componenti si riesce a realizzare un piccolo trasmettitore telegrafico, manipolarlo e lanciare il segnale nell’etere. Qualcuno potrebbe ascoltarlo e rispondere: allora vi sarete riappropriati del vero ruolo del radioamatore.

Le frequenze di 3560, 7040, 14060, 18086, 21060, 24906 e 28060 kHz sono, in campo internazionale, riservate al traffico radioamatoriale telegrafico in QRP vale a dire in bassa potenza ( max 5 W ). Su queste frequenze si ritrovano numerosi amanti delle trasmissioni in bassa potenza i quali, un po’ contro corrente, si dilettano ad effettuare i loro QSO utilizzando, preferibilmente, apparati autocostruiti.

Il club internazionale che raccoglie il maggior numero di appassionati del QRP si trova in Inghilterra ed è il G-QRP Club ( www.gqrp.demon.co.uk ). IL G-QRP Club stampa un bollettino di notizie a cadenza trimestrale ricco di schemi e di idee per il QRP, una vera miniera per i radioamatori di buona volontà animati dal desiderio di riappropriarsi del piacere di fare radio con l’autocostruzione, la sperimentazione e la ricerca. Ma non è tutto: il club ha anche un servizio QSL che viene espletato attraverso la spedizione di SPRAT cioè il citato bollettino. Questo consente di scambiare le preziose QSL senza un onere economico eccessivo.

La pratica radiantistica del QRP è una vera arte " un’arte " perché impegna il radioamatore nella ricerca estrema della massima efficienza del sistema radiante, curando che l’antenna presenti il minimo valore di ROS.

Cercate di resistere alla tentazione di fare chiamata CQ: rischiereste di slogarvi il polso manipolando il tasto prima che qualche radioamatore di buona volontà risponda ascoltando il vostro flebile segnale.

È meglio, invece, chiamare i radioamatori, soprattutto quelli che trasmettono in QRO: ho notato che questi ultimi sono più inclini a rispondere agli operatori in QRP: che sia un senso di colpa o un’esplicita ammirazione? Ponendovi poi su 14060 kHz potrete senz’altro fare le vostre prove sicuri che qualcuno è sempre all’ascolto. Quando poi tutto sarà a posto potrete fare una messe di collegamenti.