9. Sulla responsabilità politica delle
masse. (Blore Smith, 30 agosto 2002)
Un recente libro di Martin Amis sui crimini di Stalin
(Koba the Dread: Laughter and the Twenty Million) è stato
criticato perché sembra attribuire quasi esclusivamente al dittatore
la responsabilità degli orrori dei gulag, laddove invece: “It was
the product of institutions, of bureaucracies, and above all
individual choices and decisions of millions of people.” (Anne
Applebaum, “The Gulag Argumento”, http://www.slate.msn.com/,
August 13, 2002)
Ben detto! Questo
giudizio ovviamente vale anche per il nazismo, per il fascismo, e per
qualsiasi tipo di dittatura. Il caso della complicità americana nel
golpe di Pinochet in Cile pone peraltro il problema di un ulteriore
allargamento della medesima reasponsabilità, ed è una conseguenza
politica concreta della globalizzazione.
Al
limite vale anche per tutto ciò che, nel bene e nel male, succede
in un regime democratico. Ma vale anche, ed è questo un caso frequente e attuale, per
tutti quei regimi grottescamente misti che, a metà strada fra
democrazia e autoritarismo, sopportano crimini relativamente minori,
impongono discriminazioni e impunità comunque odiose, col consenso delle
maggioranze consapevoli.
È un genere di consapevolezza propriamente
politica che, come l’inammissibilità dell’ignoranza della legge, si
fonda sull’idea di una partecipazione alla cosa pubblica che non
ammette passività irresponsabile.
La distribuzione delle responsabilità implica
comunque una certa equanimità. Non è attribuendo alle masse la loro
pur decisiva parte di colpa che si attenua la posizione dei capi
oggetto del “culto della personalità”.
Parafrasando altri
commentatori viene da dire che: “In reviewing these tragicomic
ideologies, especially those associated with Italian Pirlusconism,
there is always the temptation for an outside observer to regard
their promulgation as the cynical manipulation by a power-hungry
leader of his gullible followers. This is a serious error, for the
leader himself must be as much steeped in the fantasy as his
followers: he can only make others believe because he believes so
intensely himself."
Insomma, non possono esserci attenuanti generiche per
nessuno.
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