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Una vita
piena Expectation e suspense in
Excellent Women e A Glass of
Blessings
"...it seemed as if I might be going to have...
'a full life' after all."
È questa la frase conclusiva di
Excellent Women.(1) Nello splendido mondo comune di Barbara Pym tutto avviene in
maniera ordinaria, eppure i personaggi di questa Lilliput evenemenziale
aspirano a una pienezza di vita e vivono le loro trivialities con
lo stesso senso dell'avventura che ad esempio un autore di thriller come
Ken Follet, in una recente intervista televisiva, descriveva come effetto
della tecnica caratteristica dei suoi best-seller: un insieme di storie
che si intrecciano dissemina in ogni pagina un'attesa che tiene il lettore
sospeso al 'come va a finire' non solo l'intero disegno della trama, ma
ogni episodio o piccolo tratto di essa. La differenza nell'uso di questa
strategia sta nel fatto che Ken Follet deve assolutamente render conto ai
suoi lettori di come andranno a finire le sue storie, mentre Barbara Pym
riesce a convincere i suoi lettori, non tanto dell'inutilità di soddisfare
quelle attese tanto sapientemente suscitate, quanto di una maggiore
gratificazione ottenibile col differire, se non addirittura rifiutare, una
soluzione che li farebbe uscire dall'incanto della finzione. Riesce
insomma, nel corso della narrazione, a convincere i suoi lettori a leggere
come testi di godimento quelle storie che avevano affrontato come testi di
piacere. In Excellent Women i nuclei narrativi
attorno ai quali si intrecciano i piccoli eventi sono tre: il possibile
adulterio di Helena Napier col collega antropologo Everard Bone; il
possibile matrimonio di padre Malory con Allegra Gray o con una delle
tante frequentatrici della parrocchia, in primo luogo Mildred Lathbury; la
possibilità di Mildred, dal punto di vista della quale sono narrate queste
storie, di realizzare un rapporto amoroso ed eventualmente un matrimonio
con quasi tutti i principali personaggi maschili del romanzo, uno dopo
l'altro o contemporaneamente: padre Malory, Rockingham Napier, William
Caldicote e infine Everard Bone. Nel romanzo successivo Jane and
Prudence si verrà infatti a sapere di sfuggita che Everard Bone ha
sposato una certa Mildred Lathbury la quale lo ha persino seguito in
Africa per le sue ricerche sul campo. È sintomatico che il compimento
del rapporto tra Everard e Mildred non possa essere materia della
narrazione, ma debba avvenire al di fuori di essa, tra un romanzo e
l'altro (2), in quanto la conclusività è irrilevante o addirittura
incongrua nella poetica dell'autrice. La felicità, o almeno il suo
surrogato, è la capacità di crearsi un'attesa, situata tra due modalità:
expectation e suspense. Tra questi due poli
l'esistenza-attesa si dipana in termini di azione: la vita continua; e in
termini di ricezione: la lettura continua. Ma ciò che continua, sospeso
alle attese create in ogni pagina, è tuttavia un mondo sistematicamente
strutturato dove, seppure in dimensione minuscola, i rapporti funzionano
con l'intensità adeguata a dare il senso di quella pienezza di vita - o
vuotezza di vita, ma pienezza di lettura della vita - che la tradizione
moderna del romanzo ha scelto come compito di questo genere letterario.
E ora questo compito è assolto da Barbara Pym raccontando storie che
non hanno più un inizio, un mezzo e una fine, ma soltanto il 'mezzo',
senza la possibilita' di afferrare l'origine e conoscere la conclusione
dei nostri interessi e delle nostre pene. La mise en abyme
di questa scelta di poetica è individuabile in Excellent
Women quando Mildred legge la puntata del fumetto sulla rivista
parrocchiale: personaggi molto simili a Mildred, Julian e gli altri vivono
una storia che lei non può effettivamente capire perché non ha letto le
puntate precedenti e solo fra un mese potrà conoscere la puntata
successiva. I valori di questo mondo vanno quindi colti en
passant, nel mentre di un minimalismo rappresentativo, magnificato
però dallo sguardo sensibile che l'autrice attribuisce in questo caso a
Mildred stessa, prototipo in cui l'"eccellenza femminile" trova la sua
massima espressione. Ciò senza peraltro che la scrittura ripieghi i suoi
interessi sull'indagine di una coscienza percettiva, in un anacronistico e
attardato modernismo a' la Woolf. Questa possibilità viene
effettivamente (da partedel personaggio) e ironicamente (da parte
dell'autrice) presa in considerazione quando Mildred riflette che "if I
ever wrote a novel it would be of the 'stream of consciousness' type and
deal with an hour in the life of a woman at the sink."(p.149). Del
resto un ulteriore attacco satirico alle tecniche del romanzo modernista
si ha in A Glass of Blessings, quando le frasi
sconnesse di una donna in stato di delirio vengono percepite dalla
protagonista Wilmet "like a 'stream of consciousness' novel". Il bersaglio
esplicito è infatti proprio Virginia Woolf: "Virginia Woolf might have
brought something away from the experience, I thought; perhaps writers
always do this, from situations that merely shock and embarrass ordinary
people."(p.77) Il risultato della poetica della Pym è invece una
diseroicizzazione più consapevolmente antropologica, non legata alla
"spettacolarità" di una specifica tecnica (intesa in senso forte)
letteraria. Essa perviene così a un'implosione disenso nei dettagli
dell'apparente uniformità narrativa che sembra in grado di offrire la
spettrografia culturale di una società organizzata da una rete di simboli
e bisogni, e da un insieme di costumi radicati nella tradizione e di
necessità imposte dai recenti sconvolgimenti storici. Cio' infatti
concentra un'enorme capacità di manovra figurale a disposizione
dell'autrice in ogni fase della sua strategia rappresentativa, e fa sì ad
esempio, come vedremo, che un'intera tradizione e civiltà possa essere
messa in discussione da una minuscola domanda:
'Did we really need
a cup of tea?'... 'Do we need tea?'... It was the kind of question
that starts a landslide in the mind.(EW, p.211) (3)
O che tutta l'ambiguità fra desiderio e
vuotezza di vita possa coagularsi nell'esitazione di fronte alla
possibilità di inserire la parola "love" nella chiusura convenzionale di
un biglietto:
...for it gave me a perverse kind of pleasure to
think that love could be no more than a harmless and conventional
thing.(GB, p.184)
Così pure in A Glass of
Blessings, dove il topos della pienezza ricorre sin dal titolo
(tratto da una poesia di George Herbert dove rappresenta "the world's
riches... contract into a span" elargite da Dio agli uomini), la tensione
delle attese si addensa infatti intorno al problema di riempire un vuoto,
ovvero intorno alla crescente insoddisfazione che il lettore vede
manifestarsi nella vita di Wilmet Forsyth, un'agiata signora upper
middle-class vagamente incline a trovare un'occupazione o una
compensazione in un possibile adulterio, anche questa volta con una gamma
di possibili candidati, che comprende Piers Longridge, fratello dell'amica
Rowena Talbot, il marito di Rowena stessa, Harry, Father Ransome, nuovo
giovane curato della vicina parrocchia di St Luke, ed eventualmente
altri. Il senso di conclusività della trama sembrerebbe trovare una
realizzazione quando Wilmet verrà a sapere che Father Ransome sposerà Mary
Beamish, una donna apparentemente priva di fascino, ma con cospicuo
patrimonio; che Piers Longridge ha preferenze omosessuali; che Harry ha
rinunziato al sogno di un'avventura amorosa. Tuttavia la delusione delle
attese non è nemmeno una soddisfacente "unhappy end" (come quelle dei
romanzi letti da Prudence Bates in Jane and Prudence),
poiché lasceremo Wilmet alla fine del libro in un momento di apparente
riavvicinamento al marito, ma con la stessa tiepida, latente, eppure
ossessionante, voglia quasi-amorosa con cui l'avevamo incontrata. A
questo principale motivo di interesse e curiosità inventiva se ne
aggiungono altri, talvolta soltanto per i personaggi, talvolta per i
personaggi e il lettore insieme: ad esempio il possibile passaggio al
cattolicesimo di fedeli già troppo inclini alla cerimonialità quasi
"superstiziosa" delle funzioni high church, oppure il chiarimento
di comportamenti misteriosamente eccentrici o leggermente maniacali o
devianti e comunque "strani", che in maniera più o meno velata alludono a
una possibile omosessualità, in William Caldicote o in Piers Longridge o
in Mr Bason; o ancora la presenza, assolutamente enigmatica, di eventi o
personaggi (come ad esempio Miss Jessup in Excellent Women)
il cui senso, almeno per la trama, rimarrà incomprensibile se non con la
funzione di red herring degna del più classico dei
gialli. D'altra parte non solo la mancanza di un punto di vista
onnisciente è più realistica, ma anche l'effettiva impossibilità di
sistematizzare tutte le esperienze della vita in un disegnodove ogni cosa
ha una posizione e quindi un senso esplicito ed esplicitato. Né i
personaggi quindi, ma neanche il lettore potrà sapere se, in Jane
and Prudence, Prudence è stata l'amante di Fabian, o in quali
circostanze Everard avrà chiesto a Mildred di sposarlo; se, in Less
than Angels, Catherine concretizzerà il suo rapporto con Alaric
Lydgate... Talvolta i disguidi della trama sono tali solo per i
personaggi, e in Less than Angels il lettore sa che l'ultima
lettera di Tom, consegnata ad Elaine dopo la morte di lui, era stata
invece scritta per Deirdre. In A Glass of
Blessings invece l'autrice gioca proprio con questa impossibilità
conoscitiva, per indirizzare le attese del lettore in consonanza col punto
di vista di un narratore che alla fine si rivelerà inaffidabile come
Wilmet Forsyth. Il senso della trama per così dire "sbagliata" sta appunto
nel voler essere anche la documentazione di questo tipo di fraintendimenti
interpretativi, altrettanto comuni nella realtà che nella finzione. Ma
soprattutto nel fatto che per Barbara Pym i fraintendimenti di Wilmet sono
molto più interessanti del reale svolgimento degli eventi. La vita pare
avere dei suoi disegni, imprevedibili per i personaggi, e apparirà piena
come A Glass of Blessings a Mary Beamish, che aveva cercato
una vocazione in convento e trova invece un marito, mentre resta vuota per
Wilmet, che invidia perfino l'interesse del maestro del cerimoniale Bill
Coleman per il fungo che minaccia di far marcire il legno degli arredi in
chiesa: "How full his life must be!" (p.251). E tuttavia è Wilmet che ha
riempito le pagine del romanzo con i suoi tentativi di
compensazione. Le protagoniste di questi due romanzi, se da un lato
sono personaggi che agiscono solo in misura limitata, in quanto gli eventi
sembrano accadere più agli altri che non a Mildred e a Wilmet, d'altro
canto non sono nemmeno protagoniste in termini di mera coscienza
percettiva, perché sebbene la coscienza percettiva sia il mezzo
ineludibile della rappresentazione, non è su di essa in quanto filtro
ermeneutico che l'autrice vuole attirare in primo luogo la nostra
attenzione. Sono piuttosto i personaggi nel loro assieme e come universo
sociale a formare quel mondo inventivo in cui il lettore desidera
stazionare senza soluzione, anche se in questo mondo può penetrare proprio
perché guidato dalla coscienza di Mildred e di Wilmet. È quindi
indubbia l'importanza dei personaggi in qualità di veicoli della
narrazione, e tuttavia dobbiamo considerarla in un certo senso una
importanza ponderata. In Excellent Women questo ruolo è
assunto appunto da una donna eccellente, laddove in A Glass of
Blessings è svolto da un altro tipo di donna, che potremmo
chiamare semplicemente femminile (woman vs excellent woman), e che
denomineremo "donna seducente". Si tratta di una contrapposizione
tipologica ricorrente nei romanzi di Barbara Pym: fra le principali donne
eccellenti, oltre a Mildred, annoveriamo Mary Beamish in A Glass of
Blessings, Dulcie Mainwaring in No Fond Return of
Love, Margaret Cleveland e Jessie Morrow in Crampton
Hodnet (4), e pur soltanto parzialmente e, come vedremo, con variazioni
Ianthe Broome in An Unsuitable Attachment, Jane Cleveland in
Jane and Prudence e Catherine Oliphant in Less than
Angels. Ad esse si oppongono donne la cui essenza è più
tradizionalmente femminile in termini di bellezza e seduzione: in primo
luogo Allegra Gray, in Excellent Women, il cui nome
byroniano non lascia dubbi sul suo fascino e sul suo ruolo; Wilmet Forsyth
in A Glass of Blessings, Penelope Grandison in An
Unsuitable Attachment, ma anche Helena Napier che, sebbene
caratterizzata dalla sua professione di antropologa, all'emancipazione
implicita come donna indipendente per il suo lavoro accomuna una volontà
seduttiva nei confronti del collega Everard Bone da (maldestra) donna
fatale.(5) La donna eccellente, che ha avuto talvolta una delusione
sentimentale nel suo passato, partecipa intensamente e generosamente alla
vita della parrocchia; si impegna nel volontariato se ricca come Mary
Beamish, o lavora in istituzioni assistenziali se deve vivere del suo
lavoro come Mildred. Non è bella ma pratica, efficiente ed equilibrata:sa
affrontare "the stock situations or even the great moments of life -
birth, marriage, death, the successful jumble sale, the garden fête spoilt
by bad weather..." (EW p.8), che ella uniforma adeguatamente alle
norme del costume: "Platitudes flowed easily from me..."(ibid.) La
donna eccellente può covare delle "eccentricita'", ma sa erigersi a
baluardo morale non solo contro gli errori altrui, ma anche contro se
stessa. Mantiene quindi una costante autocoscienza con cui si osserva e si
giudica e, come spesso accade a Mildred, interpreta le occasionali
frustrazioni della vita come giusta punizione per ambizioni eccessive o
mal riposte. Questa disposizione ai sensi di colpa permette all'autrice
di rappresentare, attraverso i sentimenti colpevoli delle sue
protagoniste, visioni infernali di vanità punita: "a sobering sight
indeed" (p.122), come le facce distrutte dalla stanchezza (che è la
stanchezza stessa di essere donne) sotto cosmetici disfatti nella toilette
femminile del grande magazzino dove Midlred ha appena acquistato, contro
il consiglio della commessa che lo riteneva inadatto alla sua carnagione,
un rossetto denominato "Hawaiian Fire". La donna seducente invece
piace agli uomini; sa di piacere e non ha altri scopi apparenti nella
vita. Come insinua Mildred a proposito di Allegra, ciò implica quasi il
possesso di una "tecnica" che permette a questo tipo di donne di ripetere
la performance seduttiva per procurarsi un altro uomo in caso di
vedovanza. E ciò a danno delle altre donne che si vedono sottrarre in un
certo modo la loro "razione" di uomini, già così poco
disponibili. Questa contrapposizione è al centro della storia in modo
esemplare in Excellent Women, incarnata da Mildred e
Allegra, anche se l'eccellenza, come attante, trova, oltre a Mildred,
altri agenti minori in Winifred o in Dora Coldicote o in Sister Blatt, o
addirittura nella donna delle pulizie di Mildred, Mrs Morris, le quali,
proprio per la loro posizione marginale o inferiore, sembrano talvolta
proiezioni contingenti della protagonista, per esprimere vulnerabilità o
avversione più esplicitamente e fortemente di quanto Mildred non permetta
a se stessa. Ma tra questi due estremi antitetici Barbara Pym, nei vari
romanzi, realizza una gamma di variazioni e commistioni. Helena Napier
cerca ad esempio di calarsi nel ruolo della seduttrice, ma proprio la sua
professione indica che ha altri interessi e quindi non è una seducente
"naturale". Il suo tentativo fallisce quindi, tra le altre ragioni, anche
per eccesso di iniziativa, che spaventa e fa fuggire l'oggetto delle sue
mire, laddove la seducente vera sa usare armi più sottili ed
oblique. In A Glass of Blessings è la seducente
Wilmet, donna di classe e sensibilità, a guidarci nell'azione. Ella cerca
invano di entrare nella categoria delle donne eccellenti per riempire il
vuoto della sua situazione emotiva con l'impegno filantropico, ma è per
natura del tipo opposto, e la sua irrequietezza volge presto alla ricerca
di un'avventura amorosa. Si pone dunque a rivivere il ruolo per cui è
naturalmente dotata, nonostante, o forse proprio a causa della sua
tranquilla e ordinaria posizione ("very bleak and respectable" p.10) di
donna in apparenza felicemente sposata. La donna eccellente è incarnata
quindi più adeguatamente dall'opaca e spenta Mary, tutta dedita al
volontariato e alla religione. Tuttavia la contrapposizione tra Wilmet e
Mary deve vivere sotterraneamente, sia perché le due donne sono, sebbene
in tenue misura, amiche, sia perché la superiorità di Wilmet in termini di
personalità e fascino sembra rendere improponibile il confronto.
D'altro lato Wilmet, proprio in quanto sposata, sebbene seducente e
inquieta, non può apparire scopertamente in gara come seduttrice. Mary,
del resto, ancor più di Mildred (che vorrebbe piacere, ma è troppo
cosciente dei propri limiti in questo campo) sembra effettivamente priva
non solo di ogni fascino femminile, bensì anche di qualsiasi pensiero
"mondano" o inclinazione narcisistica, come è evidente negli episodi in
cui Wilmet stessa si industria nell'impresa disperata ed ironica (ma ai
propri danni) di migliorare l'aspetto esteriore di Mary, consigliandola
nell'acquisto degli abiti in un grande magazzino. Il lettore si trova
così a meditare su due interpretazioni dei fatti: per Mary anche il suo
matrimonio sembra quasi un atto di impegno filantropico per porre a
disposizione del futuro marito, Father Ransome, le ricchezze di cui
dispone (così come all'inizio Mildred si era proposta di farsi piacere
Everard Bone come penitenza quaresimale, p.54 ); per il fratello di Mary
invece il ritiro di lei in convento era solo un'astuta messa in scena
femminile per convincere il pastore a farsi avanti con la sua proposta di
matrimonio. Anche il fatto che le mire delle due donne siano
differenti, e cioè che Wilmet volga le sue aspirazioni principalmente
verso Piers, mentre Mary finirà per sposare Father Ransome non attenua il
senso di competizione (seppure come rivelazione finale inattesa) fra i due
tipi, poiché sia l'eccellenza, sia la seduttività sono disposizioni
intrinseche al tipo umano femminile e sono entrambe esercitate quindi erga
omnes. Infatti tutti gli uomini sono considerati da Wilmet come
disponibilità accessibile, o sono esaminati da Jane come possibili mariti
per Prudence, allo stesso modo in cui innumerevoli sono gli impegni
sociali e benefici di Mary e perpetua è la disponibilità (e la curiosità)
di Mildred nei confronti di ogni parrocchiano e di ogni nuovo vicino di
casa. D'altra parte si potrebbe dire che in ciascun tipo le
caratteristiche del tipo opposto operino allo stato latente e
costituiscano una sorta di complesso antagonistico, come aspirazioni e
possibilità non realizzate o realizzabili: si è detto delle difficoltà di
Wilmet, a cui possiamo aggiungere la volontà di seduzione quasi
indifferenziata che pervade i pensieri, ma non gli atti, di Mildred; a sua
volta Allegra, quando cerca di calarsi nella parte di donna eccellente nei
preparativi in chiesa, è tradita dalla sua naturale bossiness, che
la induce a imporre la propria volontà a Winifred e alle altre. I
rapporti fra i due modelli sono perciò talvolta meno netti e più
complicati o dissimulati, come ad esempio nel caso di Jane e Prudence, che
non sono rivali ma grandi amiche, e quindi la rivalità si sposta e si cela
sotto le apparenze innocue ed eccellenti di Jessie Morrow. Jane è
infatti una donna eccellente mal riuscita perché, nonostante gli sforzi e
le buone intenzioni, non riesce a rendersi veramente utile nella comunità
della parrocchia del marito. Come moglie di un pastore, ha sposato il tipo
d'uomo più adatto (qualificante, si direbbe) per una donna eccellente, in
quanto la dedizione filantropica di lei può trovare nella missionedi lui
un ambito in cui continuare ad esplicarsi anche dopo il matrimonio. Questa
è ad esempio la ragione per cui in Excellent Women tutti si
aspettano che prima o poi Mildred sposi Julian Malory, e il fidanzamento
di quest'ultimo con Allegra sconvolge le attese di tutta la parrocchia,
mentre il matrimonio di Mary con Father Ransome, sebbene sorprendente per
il lettore, appare in questa prospettiva perfettamente logico. Anche
in No Fomd Return of Love l'identità di Dulcie, incerta fino
ad allora come modello femminile, si chiarisce come donna eccellente
quando notiamo il suo interesse per il fratello di Aylwin Forbes, prima
ancora di conoscerlo, perché è un pastore. Tuttavia la vita non è sempre
logica, e così come Mildred non sposerà Julian Malory, anche Dulcie non
accetterà le pur vaghe, ma già significative proposte di Neville Forbes.
Questi rifiuti potrebbero considerarsi persino rifiuti del ruolo
stesso, da cui in effetti Mildred in qualche modo sembra uscire col suo
matrimonio e il successivo trasferimento in Africa, sennonché sembra
altrettanto probabile che l'utilizzazione dell'eccellenza femminile in
parrocchia da parte di un marito pastore sia semplicemente sostituita da
un marito laico con la compilazione di indici e la correzione di bozze. È
proprio Everard Bone a pensare che "After all, it's what wives are
for."(p.89) Il rifiuto più evidente del ruolo è quell' "unsuitable
attachment"che dà il titolo al romanzo omonimo: la sconvenienza del
rapporto di Ianthe Broome con John Challow va oltre il fatto che l'uomo
sia allo stesso tempo più giovane e socialmente inferiore alla donna che
sposerà, e sta piuttosto nel fatto che questo matrimonio d'amore sottrae
la protagonista al ruolo di donna eccellente previsto e pianificato per
lei dalla moglie del pastore ('You seem to me to be somehow destined not
to marry' p.193) che, interpretando in qualche modo lo spirito della
comunità, è una della principali coscienze-guida della vicenda. Ianthe
infatti ha tutte le qualità di equilibrio, saggezza e classe (oltre alla
parentela ecclesiastica) per diventare un pilastro della chiesa, ma
l'amore la strappa a questo destino e a questo ruolo, rivelando un'intima
gerarchia dei valori che, senza mutare apparentemente il suo atteggiamento
verso la validità della funzione coesiva della vita di parrocchia,
privilegia l'individualismo di un sentimento privato che si autogiustifica
e come tale la separa e la distingue dall'uniformità etica della
comunità. ll confronto, non tanto drammatico, bensì simbolico, tra un
ruolo di donna eccellente e un destino d'amore, è prefigurato per lei
dall'episodio in cui, recandosi in visita filantropica da una anziana ex
collega in ristrettezze economiche, si vede sottrarre dalla donna, che
crede siano un dono per lei, le violette che Ianthe ha invece appena
ricevuto dal suo innamorato. Ianthe non ha cuore di deludere la sua
beneficata, ma la rivelazione più o meno inconscia che scaturisce da tale
episodio è che una vita dedicata al bene della comunità implica una
rinuncia che ella non è disposta ad accettare. E infatti è significativo
che l'amore piombi su di lei in maniera violenta e decisiva proprio quando
Ianthe, lontana da John, si trova in gita parrocchiale a Roma in una sorta
di test o prova generale delle sue capacità di pilastro della
comunità. Un'intrinseca riluttanza a svolgere appieno il ruolo di donna
seducente si scopre invece in Prudence che, sebbene seducente come tipo,
non ha una efficace energia seduttrice. Ella si propone come tale, ma la
passività di atteggiamento, che è caratteristica peculiare, ma solo in
apparenza, della donna seducente, diventa in lei la sua vera disposizione
esistenziale. Ella non sa perciò dare compiutezza i suoi rapporti con gli
uomini; rimane l'eterna corteggiata o fidanzata o desiderata; potrà avere
per esempio un tentativo di avventura col marito di Wilmet in A
Glass of Blessings, ma nel romanzo in cui è protagonista,
Jane and Prudence, sarà battuta sul filo del traguardo del
matrimonio con Fabian da Jessie Morrow, che appare donna di modesto
fascino e quindi eccellente e virtuosa, ma che al momento opportuno sa
concedere i suoi favori all'uomo conteso, rivelando inattesi caratteri di
donna seducente.(6) Nonostante le loro caratteristiche seduttive però, nei
romanzi di Barbara Pym, le donne seducenti molto raramente riescono a
concludere positivamente nel matrimonio le loro iniziative. In parte
perché si fidano troppo del proprio fascino e delle proprie arti, in parte
perché hanno pretese troppo elevate, ma ancor più, e conseguentemente,
perché non si adattano alle situazioni concrete della vita che, come è
ovvio, non sono mai del tutto ideali. Invece la capacità di adattarsi
è proprio ciò che rende eccellenti le loro antagoniste. La Jessie Morrow
di Jane and Prudence può essere in questo senso il caso
estremo, in quanto si adatta alla seduzione di Fabian nonostante la sua
eccellenza, a costo di trasformarsi nel tipo opposto. Di solito tuttavia
la donna eccellente riesce a sposarsi senza dover abbassare il livello
della sua morale sessuale, anche perché gli uomini in questione sembrano
più inclini a utilizzarle in compiti noiosi ed ingrati come ad esempio la
compilazione di un indice analitico per i loro libri, che non come oggetti
sessuali. Perciò, sebbene come si è detto, fuori dalla narrazione che
la riguarda, Mildred sposerà Everard Bone, il quale respinge invece le
proposte di Helena Napier, mentre Allegra non riuscirà a sposare Julian
Malory, il quale non intende separarsi dalla sorella Winifred. Wilmet non
riuscirà ad avere un'avventura con Piers Longridge, mentre come si è detto
è Mary che inaspettatamente riceve e accetta la proposta di matrimonio di
Father Ransome. In Less than Angels, Catherine Oliphant,
in un momento disofferenza,quando scopre Tom insieme a Deirdre, nega
esplicitamente di essere una donna eccellente:
I'm not one of those
excellent women, who can just go home and eat a boiled egg and make a
cup of tea and be very splendid, she thought, but how useful it would
be if I were! (p.105)
Infatti né Catherine né Deirdre appartengono
distintamente all'uno e all'altro tipo: Catherine perché ha il suo lavoro
di scrittrice e Deirdre perché troppo giovane e ingenua per essere
consapevolmente seducente. Perciò Tom, l'uomo conteso fra le due, pur
passando dall'una all'altra, sceglie il suo lavoro di antropologo e morirà
per caso in Africa senza sposarne alcuna, nemmeno Elaine, la fidanzata
predestinata che lo attende nella contea di famiglia. Del resto anche
nel caso di Helena e di Allegra ciò che impedisce loro di conquistare i
rispettivi uomini, Everard e Julian, non sono altre donne, bensì le
istituzioni, la viscosità delle situazioni sociali, che non permette la
rottura di legami familiari e istituzionalizzati. In Same Tame
Gazelle le due sorelle Bede si scambiano ruoli e caratteristiche
dei due modelli: Belinda ha l'equilibrio e la praticità della donna
eccellente, ma volge le sue mire affettive verso il Decano Hoccleve,
pomposo e mondano; Harriet sembra invece seducente e dedita alla ricerca
di un marito, ma si è fissata sul desiderio di sposare un pastore e
rifiuta le proposte di ogni altro genere di uomini. Nessuna delle due
aspira a sposare il tipo d'uomo adatto a lei ed entrambe restano quindi
nubili, come in fondo desiderano. Si vede comunque che le donne
eccellenti sono custodi dei valori comunitari della tradizione inglese,
anglicana e middle-class, anche se più spesso high church che non
low church, e ciò è vissuto da Mildred come "ribellione". Esse
vivono dunque di expectations, attese normalizzanti e
conformistiche, ancor più definite dalla coscienza dei propri limiti e
dalla limitazione delle proprie pretese, mentre nella routine della vita
sociale, seppure nell'ambito della stessa classe e della stessa cultura,
la donna seducente interferisce con un egocentrismo che sconvolge le
attese e produce la suspense. Affrontare le situazioni è la
vita, e saper affrontare le situazioni consuete è il senso della vita in
dimensione di commedia sociale. Per questi personaggi gli incidenti della
vita non sono fatti né tragici, né avventurosi, ma ciò dipende anche dal
modo in cui sono trattati, cioè vissuti, evitando la drammaticità e
speziandoli di curiosità per avvicinarli all'avventura, che pure in senso
proprio manca, ma che non sarebbe indesiderata. La coscienza della
rotta di navigazione tra queste due mancanze produce l'umorismo, che per
lo più è infatti ironia sulla propria piccolezza: "women like me really
expect very little - nothing almost" (EW). Se infatti questa
situazione non fosse accettata con autoironia, si sfiorerebbe la
disperazione per la "reduced condition" di una ex classe dominante - come
quella di Mildred, che abita in "this shabby part of London, so very much
the 'wrong' side of Victoria station, so definitely not Belgravia"(p.9), e
costretta a condividere il bagno con i Napier: "I come from a circle that
does not shout aloud about such things" (p.12) - che è la condizione
ridimensionata dell'Inghilterra postbellica come nazione. Ma se è vero
che Mildred si aspetta "very little", è anche vero che se lo aspetta
continuamente, quasi ossessivamente. In opposizione al fatto che il
personaggio non ha "great expectations" vi è un continuo tentativo di
crearsi una suspense: il desiderio di avventura tinge così di
tensione qualsiasi evento. Come vediamo all'inizio del romanzo, nella
curiosità di Mildred colta sul fatto "always on the spot" (p.7) da Mr
Mallet, si pone il paradigma di una narrazione "perversamente" condotta e
combattuta tra curiosità e discrezione (it was none of my business who he
was, p.13), fra denegazioni (I am not at all like Jane Eyre, p.9) e
autopunizioni (I felt, perversely, that I did not want to see her, so I
hurried into my own rooms and began tidying out my kitchen" p.7); fra
aspirazioni a una "civilized life", "a gracious civilized occasion" (p.8),
e umilianti incontri "in my oldest clothes" (p.8), "by the dustbins... in
the basement" (p.7); fra l'interesse per l'evento, proprio del detective
(suspense), e l'interesse per la consuetudine non evenemenziale,
proprio dell'antropologo (expectation). La curiosità, se intesa
senza intenzioni ostili, come nel caso di Mildred, è un sintomo di
partecipazione e un ingrediente di base della coesività sociale di questo
universo così ben integrato; ciò non toglie che possa implicare sfumature
più complesse e una componente di intrusività. Ad esempio sebbene, come si
dice all'inizio di No Fond Return of Love, deliberatamente
programmata con intenti terapeutici per uscire dalla depressione prodotta
dall'abbandono del fidanzato: "an opportunity to meet new people and to
amuse herself by observing the lives of others...(p.5), la curiosità di
Dulcie per tutto ciò che riguarda Aylwin Forbes e la sua famiglia finisce
per assumere le modalità di un'indagine investigativa, con appostamenti e
inseguimenti, e si esprime infatti col linguaggio della detection: "that
ought to give us a clue" (p.214). Perciò per preservare l'innocenza
della curiosità di Mildred, l'autrice fa sì che le scoperte più
significative per il precipitare degli eventi, come la visione di Julian e
Allegra che si tengono per mano nel parco, avvengano per caso. E nel caso
in questione non è nemmeno Mildred ad accorgersene, bensì Dora, che le
addita i due, mano nella mano, dall'alto dell'upper deck dell'autobus che
costeggia Hyde Park. Come pilastro della comunità e soprattutto di una
comunità che si raccoglie intorno alla parrocchia, la donna eccellente
finisce per essere la controparte femminile del parroco: "those splendid
spinsters... who are pillars of the Church and whom the Churh certainly
couldn't do without."(UA p.193) Questa funzione surrogatoria si
esprime anche in termini di prossimità familiare presente o passata nei
riguardi del clero: Mildred è figlia di un pastore; a sua volta la sua
avversaria Allegra Gray può vantare tra le doti per la conquista di Julian
Malory il fatto di essere la vedova di un ecclesiastico; in An
Unsuitable Attachment nella ipotetica gara per la conquista di
Rupert Stonebird (a sua volta figlio di un pastore) Ianthe viene
considerata in vantaggio su Penelope perché figlia di un vicario e nipote
di un arcidiacono, mentre Penelope è solo cognata di un parroco. Capita
inoltre che, sebbene con intenzioni apprezzative, i compiti di un parroco
siano descritti in modo non dissimile da quelli già menzionati per le
donne eccellenti: "They are concerned with the fundamental things, after
all - birth, marriage, death, sin - though I suppose they are also
besieged by idle women wanting to know about jumble and things like
that."(GB p.15) Non è quindi un caso che in Excellent
Women sia padre Malory, sia Mildred si adoperino entrambi per
comporre la rottura del matrimonio dei Napier, ma come dice a Mildred
Helena stessa: "Oh, you can help much better than any vicar"(p.185). E
questo anche se ciò comporta una dose di autosacrificio rispetto alle
proprie aspirazioni sentimentali nei confronti di Rockingham Napier.
Autosacrificio che ad esempio, come si è detto, Ianthe non è disposta a
fare, e che produce immediatamente un attacco depressivo di
autocommiserazione tipico di Mildred: "I agreed that it certainly did
sound noble, but like so many noble occupations there was something a
little chilly about it."(p.186) Tali aspirazioni sono infatti di natura
peculiare, allo stesso tempo troppo vaghe e troppo romantiche, proprio
perché in esse leggiamo il sintomo di una contrapposizione parallela a
quella che divide i due tipi femminili. È una contrapposizione
ideologica oltre che caratteriale perché riguarda la scelta del proprio
destino fra una vita vissuta accettando di creare col matrimonio una
propria famiglia, in un rapporto quindi anche necessariamente carnale con
gli uomini, e una vita dove tutte queste eventualità sono vagheggiate,
sublimate e vissute soltanto spiritualmente, al riparo da un
coinvolgimento sessuale della propria femminilità. È perciò notevole
(sebbene in assoluto non si possa escludere la trasformazione di un
personaggio attraverso il tempo) la diversità di atteggiamento di Jessie
Morrow in Jane and Prudence, dove si lascia capire un suo
coinvolgimento sessuale con Fabian, rispetto alla Jessie Morrow di
Crampton Hodnet, che non solo rifiuta la proposta di
matrimonio del pur ammirato e bellissimo curato Latimer, ma si fa
portavoce cosciente di una visione della vita femminile che privilegia
l'osservazione distaccata della realtà, in special modo da quella delle
passioni amorose. Questi sentimenti possono, o addirittura devono, essere
coltivati e vagheggiati, ma non essere tradotti in azioni, perché portano
soltanto dolori e infelicità, come dimostrano le tensioni tra Helena,
Rockingham ed Everard, che fanno dire a Mildred: "Love was rather a
terrible thing... Not perhaps my cup of tea."(p.95) Come dimostrano anche,
in Crampton Hodnet, le infatuazioni della giovane Anthea
Cleveland, e ancor più la fuga tragicomica del padre di Anthea, Francis,
con la sua allieva Barbara Bird, la cui fobia per il lato fisico
dell'amore è la versione istintiva della lucida teorizzazione di
Jessie. Similmente, in No Fond Return of Love, Dulcie
Mainwaring, reduce da una delusione amorosa, sembra proiettarsi nella vita
altrui - in particolare in quella di Aylwin Forbes, da cui è attratta, e
della sua famiglia per sfuggire all'autocompassione e dimenticare le
proprie pene, e per far ciò si pone di fronte alla vita come di fronte a
un palcoscenico, o come di fronte ai personaggi di un romanzo, vale a dire
con una "sospensione dell'incredulita'" che non abolisce mai del tutto la
consapevolezza della finzione, e quindi col distacco sufficiente a porla
al riparo da un coinvolgimento reale con l'autentica sofferenza della
vita. Persino quando il matrimonio appare una prospettiva augurabile,
come ad esempio nel momento in cui i Napier, riappacificati, si congedano
da Mildred, augurandole e profetizzandole in effetti il matrimonio con
Everard, questa unione è descritta e interpretata come qualcosa "very cosy
and stifling and unglamorous, a large grey blanket - perhaps an Army
blanket". Al che Mildred prontamente risponde: "Or like a white rabbit
thrust suddenly into your arms". E poiché Rockingham insiste: "Oh but a
white rabbit might be rather charming", la spiegazione di Mildred non
lascia dubbi: "Yes, at first. But after a while you wouldn't know what to
do with it" (p.219). E tuttavia, se per Dulcie Mainwaring e per la
Jessie Morrow di Crampton Hodnet questa risoluzione, che
potremmo definire ascetico-estetica, è una scelta pienamente consapevole,
per Mildred sembra piuttosto la presa di coscienza rassegnata di un
destino al quale, nel profondo del suo cuore, ha sempre sperato di
sfuggire: "I thought with resignation: perhaps I really enjoyed other
people's lives more than my own." (p.206) Lo stato matrimoniale
peraltro appare talvolta una paradossale condizione: considerato ovvio e
quindi senza rilevanza per un uomo sposato, diventa un requisito di cui si
sente la mancanza quando non c'è, come nel caso di Piers Longridge: "It
was also held against him that he had not yet married."(p.6), nel caso
specifico perché implica forse il sospetto, poi confermato, della sua
omosessualità'. Considerato invece come meta ovvia delle aspirazioni
femminili: "...it was a woman's programme and they all sounded so married
and splendid, their lives so full..."(EW, p.28), nei romanzi di
Barbara Pym il matrimonio può produrre per le donne una sorta di
esclusione dal ruolo di protagoniste, proprio perché, come dice Wilmet a
proposito dell' amica Rowena, sorella di Piers, "so very much married,
with three children" (p.16). Wilmet infatti, sebbene sposata, diventa
protagonista di A Glass of Blessings in quella parte della
sua vita che ella tenta di vivere proprio per riempire il vuoto del suo
matrimonio. Vi è naturalmente una differenza di punto di vista fra chi
come Mildred sembra talvolta avere "all the romantic ideals of the
unmarried", e chi come Helena le fa notare: "'Of course you have never
been married,' she said, putting me in my place among the rows of
excellent women."(p.28) Anche dopo il matrimonio del resto il destino
femminile, nei romanzi di Barbara Pym, appare al meglio quando la donna,
con superiore prudenza, dimostra la capacità di osservare con distacco e
accettare con compiacenza le velleità, le manie, gli aspetti spesso
puerili del marito. Gli uomini nei romanzi di Barbara Pym appaiono infatti
per lo più incapaci di rendersi conto della vita intellettuale ed emotiva
delle mogli, come il marito di Wilmet, Rodney, che per l'anniversario
delle nozze le porge il bonifico bancario del trasferimento di una somma
di danaro dal conto di lui al conto di lei. Oppure sono inetti di
fronte ai problemi della vita pratica: di fronte a quelle "stock
situations" tanto abilmente gestite dalle donne eccellenti, essi sono
sempre impreparati, o perché superiori ad esse, assorbiti dagli elevati ed
importanti problemi della professione, o perché inferiori, tutti presi da
un mondo di passatempi quasi infantili, come fanciulli mai veramente
cresciuti. Si pensi a Nicholas Cleveland in Jane and
Prudence, che per fare il bagno esige le sue saponette a forma di
animali; o a Rodney Forsyth, chiamato dalla madre ancora col nomignolo da
ragazzo 'Noddy'; o ancora a Julian Malory in Excellent Women che,
nel momento drammatico dello scontro fra Allegra, Winifred e Mildred,
compare con le sue racchette da ping-pong dalla sala giochi dell'oratorio:
"...he was still carrying the ping-pong bats... Had he perhaps been
holding them in his hand all the time the dreadful scene was going on?"
(p.194)).(7) A fronte di questi mariti le donne vagheggiano talvolta
"those rather mythical men" (GB, p.41) - come il giovane Rockingham
Napier dei tempi di guerra a Napoli - la cui miticità consiste
principalmente nel fatto che si occupavano di loro e le corteggiavano,
mentre i mariti non lo fanno più. Il tutto legato ai ricordi della
giovinezza e ad un senso del tempo forse sprecato della propria vita, che
certamente nutre il complesso di inutilità di Wilmet Forsyth. Ma la
vena di infantilismo non intacca necessariamente la tempra morale di
questi uomini; sembra piuttosto il rifiuto di accettare del tutto la
maturità, rivelando anche in loro una sorta di rimpianto per una fase
della vita meno responsabile. Nell'occasione infatti Julian Malory dà
prova della sua integrità e del suo coraggio rompendo il fidanzamento con
Allegra senza esitazioni. Ciò non toglie che la sua proposta di annunciare
la rottura del fidanzamento sul Times, suggelli la svolta decisiva
dell'azione con un tocco di comica impraticità, che permette di
intravvedere, dietro il burrascoso e doloroso conflitto di sentimenti e
interessi, provocato quasi come una valanga dall'agnizione, la struttura
drammaturgica della farsa. Della farsa in effetti ritroviamo la
scansione ritmica della ripetizione frenetica di un medesimo evento. Si
tratta dell'arrivo a casa di Mildred di tutti i personaggi coinvolti nel
dramma, uno dopo l'altro, con un effetto di accumulo inatteso ed
esorbitante che è un artifizio tipico del procedimento diegetico farsesco:
Winifred, a causa della lite con Allegra che vuole allontanarla da casa,
si rifugia in lacrime da Mildred; Julian si presenta poco dopo alla
ricerca di Winifred e annuncia che Allegra se ne è andata; a questo punto
Mildred si chiede dove possa essersi rifugiata Allegra e teme disentirla
bussare anch'essa alla sua porta. Di fatto o solo come minaccia
incombente, tutti gli abitanti della canonica, in conflitto tra loro,
sembrano trasferirsi e trasferire la loro lite a casa di Mildred, la cui
eccellenza è capace certamente di accogliere e "reggere" tutti; tutti
incuranti però a loro volta dei sentimenti di Mildred stessa, non meno di
loro coinvolta emotivamente nel conflitto. Ma l'effetto è in realtà
farsesco solo allo stato potenziale, perché ilritmo, che potrebbe e
dovrebbe essere frenetico, (laddove Mildred fosse impiegata dall'autrice
come "il factotum della comunita'" alla maniera di un Figaro rossiniano)
viene al contrario stabilizzato, o per lo meno rallentato,
dall'accoglienza, dall'equilibrio e dalla calma, almeno esteriore, di
Mildred. Perciò la sua casa diviene piuttosto il luogo della tolleranza e
della libertà; assume la funzione di "mondo verde"(8) della rigenerazione e dell'innocenza dove i perseguitati si
rifugiano per trovare scampo dal mondo corrotto e minaccioso, oppure dove
si prefigura o si realizza lo scioglimento dell'intreccio comico. In
termini di genere letterario possiamo quindi dire che il compito
stabilizzante della donna eccellente è sia di attutire gli effetti
potenzialmente sconvolgenti del dramma, attraverso un controllo
sdrammatizzante delle reazioni e una loro assimilazione nella normalità,
sia di sottrarre le stesse reazioni alla degenerazione farsesca nel
grottesco. Così la calma di Mildred, se da un lato calma anche il ritmo
della farsa, dall'altro impone "a sobering sight" all'azione stessa dei
personaggi, e in particolare alla libido matrimoniale di Julian Malory.
Appena persa Allegra, egli infatti - di nuovo con una rapidità da farsa e
con supponenza sultanesca - ripiega fin troppo prontamente, sebbene
obliquamente attraverso una citazione da Keats ("I cannot see what flowers
are at my feet" , p.196), a far intravvedere le consuete e ormai consunte
speranze di matrimonio a Mildred, che invece le rifiuta, con nuova
consapevolezza e rinnovata decisione, certamente resa più salda dalla
volontà di difendere il lebensraum della sua casa appena profanato
dalla recente invasione, anche se con l'inevitabile coda colpevolizzante:
"I had become selfish and set in my ways" (p.192), "I woke up feeling
ashamed and disappointed" (p.196). Mildred in effetti come donna
eccellente nutre il suo complesso antagonistico di una conflittualità
interiore soggetta alle situazioni della trama. In questo senso la svolta
decisiva nel suo atteggiamento si era avuta nel momento della colazione
con Allegra. Qui infatti si rivelano le intenzioni di Allegra nel ruolo di
villain, che vuole sposare Julian e liberarsi di Winifred
accollandola a Mildred. Di qui inizia quindi la ribellione di Mildred, che
rifiuta di avvilire la sua eccellenza a strumento di cui tutti si servono
per liberarsi di sgradite incombenze pratiche. Ma nell'immediato
questa reazione si concretizza anche nel patetico tentativo di
trasformarsi in "donna seducente", con l'acquisto del rossetto "Hawaiian
Fire", correlativo oggettivo del fuoco del desiderio. L'effetto di questo
tentativo è ambiguo perché, sebbene implichi un atteggiamento più risoluto
e disponibile rispetto ai primi approcci di Everard Bone, a tutta prima
appare infatti lo sforzo fallito di entrare in un mondo che le è precluso.
E se pure questo mondo si rivela immediatamente effimero, come mondo
destinato a sfiorire nell'inferno della sfinitezza, della vecchiaia, della
bellezza che si tenta inutilmente di restaurare di fronte allo specchio
rivelatore della vanità delle aspirazioni umane, e femminili in
particolare, tuttavia resta un mondo affascinante per chi, come Mildred,
ne è esclusa. Le potenzialità farsesche riemergono anche
nell'affollarsi delle attese rispetto ai destini matrimoniali sia di padre
Malory, sia di Mildred. La rottura del fidanzamento con Allegra ad
esempio, almeno nei pensieri dei personaggi, sembra riaprire la caccia al
parroco da parte di tutte le parrocchiane. Quanto a Mildred, in una sorta
di commedia degli equivoci, Dora si aspetta che sposi suo fratello
William, le parrocchiane si aspettano che sposi il parroco, Mildred sogna,
letteralmente (p.196), - scegliendo quindi la fantasia invece che la
realtà, oppure costretta ad appagare nella fantasia onirica il desiderio
che non può appagare nella realtà - una proposta di Rockingham, e infine
sposerà invece Edward. Un eguale senso di affollamento di eventi e
rivelazioni si ha in A Glass of Blessings
quando tutto sembra andare oltre le aspettative di Wilmet, dal nuovo
impensabile matrimonio della suocera Sybil, che la mette praticamente
fuori di casa, a quello altrettanto inatteso di Mary, da rivelazioni
sgradevoli come la scoperta della convivenza di Piers con Keith, o
puramente ironiche come la confessione di Rodney della sua serata con
Prudence Bates, fino a particolari lievemente comici come l'acquisto di un
motorino da parte di Father Ransome con il lascito della madre di Mary.
Insomma: "It seemed as if life had been going on around me without my
knowing it, in the disconcerting way that it sometimes does...(p.226).
Ma anche in questo caso le potenzialità farsesche della precipitazione
incongrua e sorprendente sono neutralizzate dall'effetto di spaesamento
emotivo prodotto dal passaggio improvviso dall'inconsapevolezza alla
consapevolezza diWilmet, la quale si scopre sopraffatta da una serie di
eventi che in fondo hanno la forza delle cose che precipitano - persino
nel caso di Piers e Keith - verso una sorta di normalizzazzione, sullo
sfondo della quale l'unico vero elemento incongruo e fuori dalla norma
rimane la sua aspirazione inappagata ad un'avventura
adulterina. Opportunamente quindi il romanzo si conclude con una serie
di scene corali e festive che riuniscono i personaggi, in un certo senso
riappacificati come alla fine di ogni commedia, sia a livello della
società omosessuale nel coffee bar di Keith, sia a livello della società
parrocchiale col matrimonio di Mary Beamish e Marius Ransome e la
successiva induction di quest'ultimo nella sua nuova parrocchia. In
entrambi i casi la posizione di Mildred rispetto alla dimensione festiva
del lieto fine è ambivalente perché in parte ne è esclusa. Ciò le permette
di riacquistare quella superiorità sociale e culturale che , nel primo
caso, di fronte agli atteggiamenti pseudo-avanguardistici della società di
Keith e Bason, evidenzia satiricamente quel carattere patologico, insito
nella pretesa di una cultura di massa elitaria, che negli Anni Sessanta
diverrà noto col nome di kitsch. La stessa superiorità si manifesta un
po' acidamente nei confronti di Mary Beamish "looking already like a
vicar's wife in her gray coat and rather too sensible hat..."(p.248), ma
si attenua e si confonde di fronte alla prospettiva inaugurale della
missione che attende Father Ransome nella nuova parrocchia, e soccombe
alfine di nuovo al senso di pienezza che l'insoddisfazione di Wilmet
indovina persino in una figura minore come Bill Coleman: "How full his
life must be!"(p.251). Ma se il ritmo dell'azione viene rallentato e
raffreddato dalla calma stabilizzante del ruolo di pilastro della comunità
svolto da Mildred, o dall'inconsapevolezza di Wilmet che "ignora" ciò che
avviene intorno a lei perché vive avvolta nel suo sogno romantico, ciò è
compensato, in entrambi i libri, dalla mobilità del punto di vista della
narrazione, che entra ed esce dai personaggi e, avvalendosi delle loro
associazioni, costruisce la trama del racconto orchestrando nel tempo e
nello spazio, nella realtà e nell'immaginazione, e persino con qualche
inaspettata osservazione metanarrativa (9), una quantità di piani inventivi e prospettive di pensiero che
producono quella peculiare complessità nella semplicità che distingue la
voce di Barbara Pym. Ad esempio nelle sette pagine del primo capitolo
di Excellent Women, l'azione, effettuata, ricordata o progettata,
si sposta dalla porta sulla strada all'appartamento di Mildred, alle
scale, all'appartamento di Helena Napier, alle due chiese di st Mary's e
All Souls', alla casa dei genitori di Mildred fuori Londra, di nuovo
all'appartamento di Mildred, di nuovo alle scale, poi all'Italia, alla
canonica e infine alla chiesa. Nelle stesse sette pagine Mildred incontra
e dialoga con Mr Mallet, Helena Napier, Winifred e Julian Malory; sente
parlare Everard Bone ancora sconosciuto; ricorda i suoi genitori; pensa a
Rockingham Napier e all'amica Dora Coldicote. Alla fine del capitolo
Mildred, dopo la conversazione con Helena, si ritira in casa per vestirsi
e recarsi a cena nella canonica con Julian e la sorella Winifred. Nel giro
di due pagine (pp.12-13) gli scenari della rappresentazione e la loro
collocazione temporale mutano continuamente seguendo gli eventi e le
associazioni di Mildred: dall'azione di Mildred che si veste (tempo base
+1) si passa a considerazioni sulla precedente conversazione con Helena
(tempo -1), alla sua antipatia per lei (tempo 0, ovvero stato di fatto
atemporale) e alle prediche di Julian Malory (tempo -3), alla scelta di
Mildred della High Church e al primo incontro con Julian (tempo
-4), alla morte dei suoi genitori (tempo -6), alla coabitazione con
l'amica Dora (tempo -5). Mentre si appresta ad uscire incontra Helena con
un ospite sconosciuto (sapremo poi che era Everard) (tempo +2) e sente la
loro conversazione su ciò che faranno (tempo +3); pensa che l'uomo non può
essere il marito di Helena (tempo 0), perché quest'ultimo era rimasto in
Italia (tempo -2). Si avvia verso la canonica (tempo +4); si accorge che è
presto e si dirige in chiesa (tempo +5), dove poco dopo arriva in ritardo
Winifred (tempo +6). L'escursione cronologica, che possiamo indicare con
la sequenza numerica dei tempi, è quindi la seguente: +1, -1, 0, -3, -4,
-6,-5, +2, +3, 0, -2, +4, +5, +6, e testimonia della mobilità cronotopica
della narrazione. Il motore di tale mobilità è ovviamente il pensiero,
non solo in quanto rivelatore della vita interiore dei personaggi, ma
anche per la disposizione dei personaggi stessi a proiettare il vissuto in
un contesto progettuale dove la fantasia svolge un ruolo preponderante,
sia integrando la scarsità degli eventi con un avvaloramento della loro
significatività,sia e ancor più disegnando ipotesi di svolgimento dei
fatti che spesso sono tradite e deluse dalla realtà, ma che tuttavia in
qualche modo suppliscono alla vuotezza della realtà stessa. Queste
proiezioni avvengono per entrambe le protagoniste nei rispettivi romanzi,
ma mentre Mildred, come si è detto, inclina a ciò che potremmo chiamare
una creatività colpevolizzante, punitiva delle proprie aspirazioni
amorose, Wilmet sembra avere la necessità di costruirsi una vera e propria
esistenza immaginaria, con due evidenti funzioni. L'una alternativa e
compensativa del proprio complesso di inutilità: "I saw myself lying on a
table, blood pouring from a vein in my arm into a bottle... snatched away
and rushed to hospital to save somebody's life. There seemed at that
moment no limit to what I could do." (GB, p.47). Perciò in tutta la
vicenda l'unico grande successo che dà a Wilmet un senso di appagamento e
felicità è per lei la sistemazione di Mr Bason come cuoco nella canonica
di Father Thames. L'altra funzione della fantasticheria di Wilmet è
trasgressiva della propria rispettabilità e collocazione sociale:
ispirandosi a un episodio accaduto nell'ufficio del marito, in una scena
dalle chiare implicazioni sadomasochiste, ella immagina ad esempio di
essere una dattilografa che subisce indifferente le sfuriate del
capufficio "putting him out of countenance... and he was left floundering
and stammering."(p.25) Ricorre inoltre più volte fra Rowena e Wilmet la
fantasia di uno scambio dei mariti che redima in qualche modo dalla noia i
rispettivi matrimoni. Con la scusa di convincerlo a non farsi
cattolico, nemmeno Father Ransome può sfuggire alla vorace immaginazione
di Wilmet, sebbene per via di denegazione: "I could hardly ask him to
spend an evening with me alone."(pp.165-6) Ma naturalmente la
fantasticheria più ingannevole e deludente provocata dall'estro romantico
di Wilmet ("the desire unformulated, unrecognized almost" p.145) è -
contornato da tutta una serie di altri minori fraintendimenti sintomatici
- il fraintendimento sulla natura dei sentimenti di Piers che,
protraendosi, fornisce la traccia principale di una possibile trama del
romanzo. Sfumata tale illusione, risospinta dalla forza delle cose
nella posizione marginale di testimone della vita altrui, al ritorno dalla
cerimonia di induction di Father Ransome, Wilmet è colta da un sentimento
di disperazione, a cui reagisce con un puro sforzo di volontà: "there was
no reason why my own life should not be a glass of
blessings too. (...) It seemed a happy and suitable ending to a good
day."(p.252). Al contrario l'ultima cosa che Barbara Pym ci racconta di
Mildred è la sua cena con Everard Bone. Egli la convince a correggere le
bozze del suo nuovo libro, e noi sappiamo cosa ciò significa: "it's what
wives are for."(p.89). Anche in questo caso aleggia per un attimo "a
feeling of despair" (p.237). Ma sebbene Mildred si chieda: "Was any man
worth this burden?" (ibid.) sembra proprio che Barbara Pym stia per
estrarre dal suo cilindro il "white rabbit" del matrimonio. Come sappiamo,
ha il buon senso di non farlo all'interno della
narrazione. Apparentemente vittime degli eventi o, meglio, della
mancanza di eventi, per lo meno di eventi significativi per loro, Mildred
e Wilmet, l'una donna eccellente, l'altra donna seducente, vivono perciò
nell'attesa di una pienezza di vita che non si realizzerà o non si
realizzerà all'interno del romanzo. Il senso delle loro storie tuttavia è
che, a prescindere del fatto che expectation e suspense
siano appagate o risolte, la vita continua. Nonostante le illusioni e le
delusioni infatti, Mildred e Wilmet sono, a loro modo, indistruttibili;
all'interno del romanzo perciò il loro destino è di sopravvivere, di
sopravvivere con dignità.
NOTE
(1) Citiamo dall'edizione Penguin,1986, d'ora in poi
EW, e GB per A Glass of
Blessings, 1983. Per Jane and
Prudence, 1986 (JP), Less Than
Angels, 1985 (LA) e Crampton Hodnet, 1986,
(CH) citiamo dall'edizione Grafton, London. Per Same Tame
Gazelle, (TG) citiamo l'edizione Pan Books, 1993. Per
No Fond Return of Love, 1986 (RL), citiamo l'edizione
Panther Granada, London.
(2) Lo stesso artifizio è usato in RL, dove veniamo a
saper che Deirdre, protagonista di LA, dopo la morte di Tom, ha
sposato Digby. In RL ritroviamo anche Wilmet col marito Rodney,
e Piers con Keith, tutti e quattro in un divertente episodio mentre sono
in visita al castello di Taviscombe, dove incontrano Dulcie e Viola.
Questo permette all'autrice di darci una descrizione dell'aspetto di
Wilmet, vista da Dulcie, che in GB non potevamo avere, essendo
Wilmet stessa il punto di vista, (anche se non in senso strettamente
tecnico) del racconto. Allo stesso modo in GB abbiamo una
descrizione fisica di Julian Malory che in EW manca.
(3)Se non altrimenti detto i corsivi sono sempre
dell'autrice.
(4)La Jessie Morrow che troviamo in CH è piuttosto
diversa dallo stesso personaggio che compare in JP. Come si sa
CH, iniziato nel 1939 e modificato dall'autrice negli anni 50, è
stato pubblicato postumo nel 1985 a cura di Hazel Holt, la quale
suggerisce addirittura di vedere nel personaggio di Barbara Bird un
ritratto giovanile dell'autrice. Gli eventi di CH si verificano nel
1937 (lo si evince dal fatto che Anthea Cleveland, diciottenne, risulta
nata nel 1919), mentre quelli di JP sono posteriori perché in
questo secondo romanzo, pubblicato nel 1953, Miss Morrow, in netto
contrasto col carattere del personaggio in CH, si sposa.
(5) In GB, p.36, Helena Napier sarà definita "rather
formidable" da Wilmet e Rowena che ricordano i tempi in cui entrambe erano
state per breve tempo innamorate di Rocky.
(6) In JP il lettore non è al corrente dei pensieri di
Jessie Morrow, perché a differenza che in CH, dove ella era la
coscienza guida della narrazione, ora tale ruolo è svolto da Jane
Cleveland. Altro aspetto singolare è appunto il fatto che la famiglia
Cleveland con cui si ha a che fare in questa storia è del tutto differente
da quella di CH, mentre restano, seppure in ruoli secondari, altri
personaggi come Mrs Doggett e la sua dama di compagnia Jessie,
quest'ultima peraltro, come si è detto, con comportamenti non in linea con
le idee e la personalità dello stesso personaggio nel precedente
romanzo.
(7) In RL persino la pluriennale opera di scrittura di
una biografia critica dell'antenato John Cleveland è ritenuta da Margaret,
moglie di Francis Cleveland, poco più che un innocuo hobby, molto
opportuno per tenere il marito lontano da casa.
(8) Vedi N.Frye, Anatomy of Criticism, Princeton
U.P., 1957, p.182.
(9) Vedi EW a p.17: "...as it is unlikely that any
anthropologist will read this"; e a p.188: "...with a few little jokes
which it would be tedious to repeat here." (Corsivi miei.) Questo cosa?
Qui dove? Viene da chiedersi. Questi sono momenti che Eco definisce "di
epifania della narrativita'", in cui Barbara Pym, come autore modello, si
inserisce surrettiziamente nel discorso del personaggio-narratore Mildred
per confondere tempi e voci e richiamare noi, lettori empirici, alle
nostre responsabilità collaborative col testo come lettori modello. Vedi
U.Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Milano,
Bompiani, 1994, pp.28-30. |