Il problema delle due culture; oggi sono diventate tre.

del prof. Enrico Venezia

-Nascita delle culture

Quando il patrimonio delle conoscenze, presso gli antichi, era abbastanza modesto da essere contenuto e racchiuso, senza troppo sforzo, in un solo cervello umano, il filosofo greco riassumeva in se tutto il sapere, dalla matematica alla fisica, dalla botanica alla zoologia, non di rado sconfinando in campi non scientifici: esempio tipico è l'opera enciclopedica di Aristotele di Stagira (anno 384/322 a. C.). La situazione si trasmise con poche variazioni, inerenti soprattutto la teologia cristiana, per tutto il Medio-Evo. Nel Rinascimento, ad esempio Leonardo Da Vinci (1452/1519) impersona una cultura quasi completa, di prima mano, frutto d'osservazioni e di esperimenti diretti (quasi nullo il riferimento a testi preesistenti) nelle arti, nelle scienze e nelle tecniche: egli forse meglio di Aristotele esprime in modo completo l'integrazione del sapere. Altri esempi dei secoli XVI° e XVII° sono Michelangelo Buonarroti e Galileo Galilei. Dopo la metà del secolo XVI° con lo sviluppo del rinascimento scientifico da una parte e, della nascente tradizione umanistica dall'altra, si scavò il solco fra le due culture, distinguendo quell'umanistica (intesa come scienza dell'uomo e del suo mondo) e quella scientifica (come scienza della natura).Tra la fine del secolo XVIII° e l'inizio del XIX° si perviene alle specializzazioni ed alla formazione delle cosiddette "discipline tradizionali" con una faticosa classificazione. Nel secolo scorso la borghesia cominciò a chiedere un tipo di formazione tecnico/scientifico e si scavò sempre più il solco tra la cultura umanistica della classe dirigente e/o aristocratica da una parte, e la cultura tecno-specialistica per le classi medie ed esecutive dall'altra; tale dualismo pesò sulla riforma gentiliana (1923/1924) e solamente a livello terminale e non certo di contenuti si ebbe la liberalizzazione dell'accesso alle università (legge 910/1969), lasciando invariati i corsi di studio secondari superiori.

-Come superare il contrasto fra le due culture?

Negli anni '50 e '60 il dibattito per il superamento delle due culture era vivo secondo queste tesi:

1) secondo Snow gli umanisti, buoni conoscitori delle letterature antiche, s'interessavano pochissimo delle ricerche scientifiche, cosicché una parte sempre più grande del sapere sfuggiva loro; essi tendevano ad assumere posizioni tradizionali di difesa, nutrendo un'ingiustificata ostilità verso l'altra cultura mentre dall'altra sponda gli scienziati manifestavano una riverenza verso la letteratura ed erano più aperti alla comprensione dei bisogni altrui.

2) Volpicelli riteneva che solo l'educazione di tutto quanto l'uomo era umanistica, anche quella scientifica, purché la stessa non perdesse la sua connessione virtuale con le altre scienze.

3) Spirito era dell'avviso che gli umanisti ritenessero incolto chi non conosceva determinati classici od eventi storici, letterari, ecc., ma nessuno pensava di ritenere incolto il letterato che ostentava antipatia od ignoranza per problemi elementari di scienza e di matematica; ciò nonostante l'umanista si serviva del telefono, del televisore, ecc. senza rendersi conto del loro funzionamento.

4) Per Prini il dilemma e la polemica fra le due culture si risolveva o perlomeno si trasferiva nelle nuove culture: mass-media, linguaggio formalizzato, personal computer;

-La cultura multimediale

E' esplosa negli ultimi anni, soprattutto con i personal computer delle ultime generazioni. E' la terza cultura, la multimediale, che si affianca alla due tradizionali. Il collegamento virtuale, via Internet incorpora immagini in movimento, effetti speciali, musica, suoni, spesso intrecci letterari in movimenti, ed artistici, e soprattutto nuove conoscenze culturali e no. Si tratta di realtà cui si può prendere parte, condividendole con altri uomini dall'altra parte delle Terra, grazie alla rete. La possibilità di utilizzare Internet, per qualunque motivo è una realtà che non può essere ignorata dagli educatori (genitori, docenti ecc.); il problema è quello di saper dosare, specie nella ricerca, l'alternanza tra il libro ed Internet, entrambi strumenti utilissimi.