DOVE VA COSTRUITA LA CHIESA DI SAN BARBATO?

 

Ho assistito ad un incontro pubblico a San Barbato sulla ricostruzione della chiesa.

Líincontro, voluto da don Mario, ha visto la partecipazione del sindaco, alcuni consiglieri comunali e di un folto gruppo di cittadini. Si è trattato di un dibattito interessante, dai toni anche molto accesi, ma che ha evidenziato innanzitutto la grande concretezza e determinazione del parroco, persona che stiamo tutti imparando ad apprezzare per le sue doti umane, la sua immediatezza e capacità di comunicazione. Altro elemento emerso è un impegno pubblico dellíamministrazione di Manocalzati a contribuire alla ricostruzione della chiesa con un finanziamento di 200 milioni: di questo impegno non si può fare altro che prenderne atto anche con soddisfazione, aspettando però il sindaco Tirone alla prova dei fatti.

Nel corso dellíincontro i principali problemi sono emersi quando si è cominciato a discutere su dove ricostruire la chiesa. Don Mario ha fatto una premessa: se si ragiona col cuore la chiesa va ricostruita dovíera perché a quel luogo sono legati i nostri ricordi più belli, se si guarda al futuro la chiesa va edificata dove oggi sorge il centro di comunità perché accanto alle attività per così dire strettamente celebrative líopera dovrà consentire di realizzare strutture che consentono attività collaterali: catechismo, riunioni, attività ricreative per i ragazzi, ecc. Su questa premessa si è aperto un dibattito che ha visto posizioni fortemente contrapposte e, come era prevedibile, toni anche molto aspri.

Eí chiaro che ci si trova di fronte a un bivio e bisogna fare una scelta, ma la scelta siamo costretti a farla su due possibili soluzioni che hanno pari valore e uguale dignità, nel senso che è giusto avere accanto alla chiesa, sede di celebrazione della messa, anche altre strutture che una parrocchia moderna richiede, ma è anche giusto non perdere la memoria storica. Eí vero che bisogna disporre di spazi per il catechismo o la partita di calcetto, ma è altrettanto importante non calpestare i sentimenti rispettabilissimi di tanti Sanbarbatesi che col cuore sono legati alla loro vecchia chiesa, sede di tanti ricordi che hanno segnato le principali tappe della loro vita. E allora se stiamo di fronte a due soluzioni contrapposte e, a mio avviso, di pari valore, come se ne esce? Dove va ricostruita la chiesa? Eí inutile oggi recriminare sulla demolizione della chiesa avvenuta circa 18 anni fa: quella demolizione va vista nel contesto in cui avvenne, i cittadini erano molto preoccupati per possibili crolli, ognuno di noi era preso dalle proprie faccende, ed erano molto spesso faccende gravi e pesanti. La casa inagibile, una sistemazione a volte molto precaria, una ricostruzione vista allora come una chimera: tutto ciò impedì che vi fosse una reazione contro quella demolizione effettuata ingiustamente. Ma discutere oggi di questo è inutile, serve solo a farci del male e a dividerci. Oggi a noi serve una soluzione e io dico che se per un attimo riflettiamo senza fare i "tifosi" dellíuna o dellíaltra ipotesi possiamo arrivarci, ne sono convinto.

Abbiamo già detto che entrambe le esigenze sono valide e hanno pari valore, allora proviamo a vedere se possiamo percorrere una strada che valorizzi sia líuna che líaltra esigenza. Ecco la proposta: si conservi líarea del centro di comunità di via Orni che servirà per tutte le attività collaterali che abbiamo già menzionato, si ricostruisca invece la chiesa dovíera.

Líarea di via orni potrà essere valorizzata, arricchita, attrezzata con il possibile finanziamento della C.E.I. a cui ha fatto riferimento don Mario.

Si insedi un comitato per la costruzione della chiesa, presieduto da don Mario, si riveda il progetto, si acquisisca al più presto il finanziamento promesso pubblicamente dal Comune di Manocalzati, si parta con una sottoscrizione nel paese e tra i Sanbarbatesi allíestero e si inizi la costruzione della chiesa. Vediamo cosa riusciamo a realizzare. Penso che con la buona volontà di tutti da qui a qualche anno potremo avercela fatta.

Con questa soluzione eviteremmo anche di veder realizzata una di quelle tante chiese della periferia dei paesi che a tutto somigliano fuorché ad un luogo di culto. Ritengo invece che, tenuto conto delle esigenze del paese, i 170 mq circa di spazio disponibile siano più che sufficienti per erigere la chiesa dovíera. La ricostruzione della chiesa, che a mio avviso dovrebbe essere realizzata in una forma quanto più simile alla vecchia, servirebbe a rivitalizzare il centro storico. Se in futuro si riuscirà a sistemare anche il castello solo allora ci renderemo conto della portata della scelta che propongo. Eí importante cercare di conservare il centro storico per quello che ancora oggi ci è possibile. E poi non possiamo annullare del tutto la memoria storica. La mancata riedificazione della chiesa nel centro storico perpetrerebbe uno scempio mai più sanabile, mentre ora abbiamo la possibilità di porvi rimedio. Pensate avremmo a San Barbato Via Chiesa senza più la chiesa: sarebbe questa la dimostrazione più immediata e diretta di quello che saremo stati capaci di combinare.

 

Manocalzati, luglio 2000

 

Franco Mazza