Egregio Direttore,

prima di tutto voglio salutare con simpatia la nascita di questo giornalino " paesano " nato con molta semplicità e spontaneità e credo con lo scopo di dare voce alla nostra vivace comunità, creando sempre più confronti e momenti di crescita, contribuendo così a proiettarla nel futuro, portando con se quello che del particolare è eterno ed universale.

Leggendo con questo spirito " TEMPI MODERNI " sono stata colpita da un articolo apparso nel terzo numero datato 30 giugno 2000, che dava spazio al calcio giocato di categoria dilettantistica a Manocalzati. Nellíarticolo in questione si evidenzia la funzione aggregante e stimolante legate alla creazione di una società sportiva di calcio, si cita al riguardo líesperienza maturata a seguito della nascita, avvenuta da due anni, della squadra Atletico Manocalzati.

I principi ispiratori mi trovano pienamente díaccordo, anche se mi preme sottolineare che uníanaloga iniziativa fu già intrapresa sei anni or sono dallí ingegnere Castiglione; infatti nel 1994 per la prima volta nasceva a Manocalzati una società sportiva di calcio con il nome di UNIONE SPORTIVA MANOCALZATI.

Nasceva con un puro spirito " sportivo " e di vera passione calcistica e soprattutto con obiettivi di aggregazione, molti vi aderirono spontaneamente, anche perché credevano nel progetto dellíing. Castiglione ed al riguardo ci fu un finanziamento collettivo perché la squadra era del paese e quindi di tutti.

I ragazzi del paese aderirono con molto entusiasmo, perché finalmente cíera stato qualcuno dalla loro parte. Il primo anno fu veramente di gloria, líU.S. MANOCALZATI, guidata dal mister Antonio Casillo, vinse il campionato di appartenenza, con grande professionalità e classe calcistica, tanto da essere etichettata in provincia " Il fenomeno Manocalzati ", anche se per la prima volta un gruppo di giovani atleti manocalzatesi si confrontava con altre realtà calcistiche della provincia.

Divenne poi anche un fenomeno di aggregazione, tanto che per caso sono nate molte amicizie, intrecciati rapporti personali, rapporti di lavoro, che vanno al di là del calcio.

Dietro a tutto ci sono stati dei sacrifici, e líing. Castiglione era fiero dellíintero gruppo, che vedeva crescere e maturare ed era sempre pronto a stargli vicino nei momenti più difficili, solo come un buon amico sa fare.

Tutto ciò è durato cinque anni, ma come si sa tutte le cose, anche quelle belle, sono destinate a finire prima o poi se non opportunamente sostenute ed aiutate, anche e soprattutto se il continuare uníiniziativa può portare effetti contrari a quanto in precedenza ipotizzato, cosa che stava accadendo con la nascita della nuova società sportiva per cui il continuare avrebbe portato delle inutili divisioni e rivalità riversando anche nel calcio i contrasti della società civile.

Però mi chiedo perché non è stata supportata questa iniziativa di rilevanza sociale avente la medesima finalità, anche se nata su iniziativa di altri?

Perché avventurarsi in progetti individuali frutto di dissimulato divismo personale che mal si aggrada con líinteresse della comunità?

Ritengo inoltre che per una vera crescita della comunità non occorre essere ambiziosi oltre le proprie possibilità per incidere sul tessuto sociale, perché solo con un passo dopo líaltro, ed in questo caso con un calcio dopo líaltro, si può arrivare lontano.

Rossana Castiglione Fiorillo.