CONFUSIONE E RASSEGNAZIONE

Sono ormai trascorsi venti anni da quando le nostre comunità furono colpite da quel disastroso sisma il 23.11.1980. All'improvviso la trasformazione dei luoghi accompagnata dal dolore di guardare con gli occhi nuovi che cancellavano definitivamente un passato e forse anche una cultura che non tornerà.

Quante difficoltà in quegli anni per riadattarsi ad una vita nuova, passare dai containers provvisori ad una casa nuova, vera e moderna, portandosi con se solo il ricordo del vecchio modo di vivere e sforzandosi di renderlo attuale.

In questa nuova condizione le comunità si sono poi adattate ad una modernità costruita all'improvviso e non raggiunta gradatamente che molte volte è stata causa di confusione non facendo più distinguere quello che è giusto da quello che non lo è, facendo riemergere la rassegnazione, che è uno stato d'animo diffuso nel nostro sud. Rassegnazione, parola che non vorrei usare perché rischierei di non essere moderna, ma che anche nella nostra comunità avverto essere uno stato d'animo molto diffuso.

Molte volte mi chiedo se la colpa di questa confusione e rassegnazione non sia dovuta anche amministrazioni locali, soprattutto in questi ultimi anni quando hanno acquisito poteri decisionali per le sorti delle comunità, poco prima impensabili. Allora mi chiedo se azzeccarne una giusta sia come avere la fortuna a scuola di capitare con un buon insegnante che ti guidi sia negli studi che nel capire la vita. A Manocalzati sembra che il nostro insegnante faccia del tutto per confonderci le idee, io infatti non riesco proprio a capire come sia stato gestito il problema della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel nostro comune. Come mai il costo mensile di detto servizio è più che triplicato negli ultimi mesi (da circa quindici milioni ad oltre cinquanta) e come mai il servizio sia stato affidato direttamente senza lo svolgimento di una regolare gara o il ricorso ad enti istituzionali.

Inoltre, dal riscontro di dovuta documentazione, non riesco proprio a capire come mai a seguito di tale affidamento :

Non riesco a capire inoltre come sia stato affidato un servizio di tale portata e costo senza prevedere almeno un periodo transitorio, che ha già avuto un costo per la collettività di altri settanta milioni, essendo oggettivamente impossibile procedere all'immediato mutamento di sistema presso la popolazione residente sul territorio.

Mi pare di capire però che se nell'elaborazione del progetto/preventivo, redatto forse non a caso dalla ditta appaltatrice, questíultima ha tratto il massimo vantaggio, ciò che è stato carente è la parte che avrebbe dovuto tutelare gli interessi di tutti noi. Mi sembra troppo facile e comodo gestire in questo modo i soldi di una comunità.

Tutto ciò non mi sembra giusto, e soprattutto non mi sembra giusto e soprattutto morale che un sacrificio collettivo venga barattato a vantaggio di pochi. A questo non ci possiamo RASSEGNARE.

Rossana Fiorillo Castiglione