COME OSSERVARE UNíOPERA DíARTE: UN DIPINTO

La riproduzione dei dipinti è un surrogato visivo, un compromesso con líoriginale: può servire da preparazione alla visita o per una riposata rievocazione (a visita compiuta). La copia permette di capire e di apprezzare líopera in modo analitico e razionale; manca però in essa líemozione (forte), líautorevolezza, la splendida visione di insieme che produce líoriginale quando si è al suo cospetto: come se contenesse una presenza arcana, uno spirito vivente tra il materiale e líumano.

Quanto allíosservazione diretta dellíopera díarte (saperlo fare è uníarricchimento culturale ed un piacere estetico) líoperazione è molto difficile e complessa comunque non riducibile a ricette spicciole; innanzi tutto occorrerebbe acquistare con la pittura una parvenza di familiarità. Un dipinto richiede, nella sua analisi, anzitutto un riporto ambientale, sociale e storico dellíautore, per cercare di capirne possibilmente le intenzioni ed il rapporto fra lui e la sua creazione. Bisognerebbe trovare una propria chiave di lettura, saper effettuare una certa analisi, con capacità di confronto e di interpretazione onde evitare uníaffastellamento monotono di immagini e colori. Il contenuto esibito da un quadro, spesso, è un semplice pretesto per un messaggio (solamente una veloce occhiata contenutistica è perfettamente inutile): da parte dellíosservatore occorre curiosità estetica ed un minimo di educazione e gusto per líarte; il dipinto sprigiona, a sua volta, una carica emotiva intensa ed un'appagamento visivo per chiunque abbia una certa sensibilità per le cose belle.

Eí importante uníesplorazione attiva dellíopera; pochi tratti determinanti ne definiscono líidentità; líocchio di solito afferra immediatamente la sintassi compositiva, la struttura intima della costruzione globale. Uníopera lodata per la sua semplicità organizza una ricchezza di significati entro una struttura in cui ogni particolare visivo ha un posto ed una funzione.

Líartista non falsifica la natura delle cose dipinte ma la semplifica, se mai líabbellisce con il proprio estro creativo; egli è tanto più bravo quanto più è capace di dar vita ad una configurazione in cui le cose più familiari appaiono in una maniera in cui non sono mai apparse prima a nessuno (ad. Esempio le bottiglie di Morandi e le nature morte di Cèzanne, in cui gli oggetto risultano rimessi a nuovo ed evocati da una risentita memoria).

Non dobbiamo cercare nel dipinto soltanto quello che già sappiamo, cioè una specie di conferma della nostra cultura e dei nostri gusti ma in primo luogo il messaggio dellíartista.

Come è noto la pittura fu la prima forma di scrittura (espressiva) dellíuomo (homo sapiens): meravigliose sono le pitturi rupestri preistoriche, ad esempio, della Grotta di Lascaux (Francia) risalenti a circa 17.000 anni fa e di quella di Altamira (Spagna) di circa 14.000 anni fa. Díaltra parte nelle chiese cristiane da circa 17 secoli spesso mosaici ed affreschi propongono un catechismo visivo (una specie di fumetti moderni) più efficace di tante prediche dal pulpito.

Gli elementi da considerare nellíosservazione di un dipinto possono essere: la forma (permette di distinguere le cose), il tema dominante (cui tutto il resto è subordinato), il colore (con líurto espressivo concorre a distinguere le cose), líespressione (risveglia la tensione visuale o dinamica), la plasticità, lo stile, gli spazi volumetrici, i compensi e/o scompensi di colore, la prospettiva, la luce, il movimento, e, così via.

Ogni opera díarte deve esprimere qualcosa al di là della semplice configurazione contenutistica, cioè un messaggio (ad esempio nei dipinti delle nostre chiese dei secoli scorsi si rispettava un simbolismo noto: la colomba rappresentava lo Spirito Santo, il lupo il diavolo, líagnello la purezza, il satiro la maldicenza e líinsidia, il fuoco líelemento purificatore, ecc.).

Quanto al colore dei personaggi dipinti nel Rinascimento: il bianco rappresenta la purezza; líazzurro è il colore riservato alla Madonna (simbolo della giovinezza e della verginità); il rosso è il colore di Cristo (o dellíamore divino); il verde è il colore di Venere (dea dellíamore fecondo e terrestre).

Nel Rinascimento il nudo spesso non ha alcuna connotazione erotica ma sta a rappresentare líanima spoglia dai condizionamenti terreni mentre il sonno (estatico) indica líabbandono del bagaglio di razionalità che impedirebbe allíuomo di accedere al divino.

Infine, quanto al modo di ritrarre le persone, secondo lo scrittore Curzio Malaparte, Giotto, Masaccio e Botticelli incidevano líovale del viso con un tratto solo, dalla tempia alla punta del mento senza incertezze ne sbavature mentre Michelangelo gonfiava i visi, ingrossava la fronte, le sopracciglia, le labbra, con il naso forte e muscoloso, la mascella dura ed i capelli arruffati.

Prof. Enrico Venezia