DIALOGO
quindicinale cattolico d'informazione
Diocesi Alghero - Bosa

Su Cuncordu 'e Sant'Antiogu
Scano Montiferro
Chi ha detto che i ragazzi molto giovani non amano le tradizioni?
I ragazzi de Su Cuncordu 'e Sant'Antiogu di Scano Montiferro rappresentano la netta smentita di questo luogo comune.
Ventenni amanti della musica in generale e di quella sarda in particolare, hanno iniziato a cantare per gioco quando avevano appena 15 anni, nel lontano 5 Aprile 1997. Da allora il gruppo è andato avanti, affinando la tecnica e le competenze musicali ma tenendo fede allo spirito iniziale, che era quello di riunirsi per il piacere di cantare. Questo è il motivo per il quale il gruppo risulta composto di 5 elementi, contrariamente alla formazione tipo de 'Su Cuncordu' che è di 4 elementi soltanto.
"Siamo un gruppo affiatato, abbiamo cominciato insieme e vogliamo continuare insieme" dicono Gian Mario Trogu e Matteo Chessa, rispettivamente 'contra' e 'bassu' del gruppo. Il resto del gruppo è formato da Francesco Fodde ('boghe'), Antonio Flore ('mesu 'oghe') e Antonio Carboni ('bassu').
I ragazzi hanno debuttato in pubblico il 14 Settembre 1997, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna di Tutti i Santi a Scano. A questa apparizione ne sono seguite altre anche fuori Scano, e motivo di vanto è per loro aver potuto accompagnare i poeti estemporanei Zizi e Masala in una delle loro gare poetiche.
'Su Cuncordu' (denomionato in altre zone della Sardegna 'Su Tenore', 'Su Cussertu', 'Su Cuntrattu') è un tipo di canto le cui origini si perdono nella notte dei tempi e riportano alla vita arcaica dei pastori: la natura e gli animali, con cui l'uomo divideva la solitudine per mesi, sono stati probabilmente gli ispiratori delle voci di questo canto, i cui suoni nonsense (bim boo) richiamano alla mente il muggiti dei buoi, il belato delle pecore, il soffiare del vento.
Caratteristica del canto è la presenza di 4 cantori: 'Bassu' (basso), 'Contra' (contralto), 'Mesu 'oghe' (mezza voce), disposti in cerchio secondo uno schema tipico della tradizione nuragica, che vede gli individui stretti l'uno all'altro in segno di sostegno reciproco e di difesa dall'esterno (si pensi al caratteristico 'Ballu Tundu').
La particolarità di questo tipo di canto affascina e avvince, tanto che qualcuno sostiene che esso servisse di incitamento nelle notti di bardana, quando lo squadrone dei banditi si muoveva compatto.
In seguito il canto liturgico affianca quello 'a Cuncordu'.
Particolare importanza assumono i canti della Settimana Santa, gli stessi che hanno colpito anni fa la fantasia di Gian Mario, Matteo e compagni: sono stati questi i primi canti su cui si sono esercitati, e quest'anno hanno avuto la soddisfazione di eseguirli in pubblico durante la sacra rappresentazione del Venerdì Santo, dando prova di un affinamento della tecnica vocale e di una grande padronanza della melodia.
"Un'esecuzione tutt'altro che semplice - affermano - che ha richiesto da parte nostra impegno e sacrificio ma che ci ha dato anche molta soddisfazione, non solo per i complimenti ricevuti ma anche per il lavoro che abbiamo fatto, vista la complessità melodica dei canti".
Insomma per usare le parole di Matteo, "Non bisogna essere pessimisti riguardo ai giovani e alle tradizioni perché ci si può aspettare di tutto, anche che un gruppo di canto tradizionale nasca per gioco".
Chi volesse avere maggiori informazioni riguardo al gruppo può collegarsi al loro sito internet all'indirizzo: web.tiscali.it/tenoreiscanu.
Gianfranca Piras