Gli Incubi


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Inferno
- Presto! I Reanimatori in camera 10! - Urlò l'infermiera nel lungo corridoio.
In risposta alla sua allarmante chiamata, tre uomini arrivarono di corsa nella camera e si avvicinarono a me.
- Portate la macchina per l'elettrocardiogramma! - Chiese sempre la stessa infermiera di turno.
Mentre i tre uomini con tre valigette si piazzavano intorno a me, arrivò un carrellino; riempirono di cavi il mio corpo e accesero la macchina.
- E' quasi piatto, ha qualche pulsazione irregolare. - Disse uno degli uomini.
- Forse riusciamo a salvarlo. - Gli disse un altro, mentre apriva una valigetta e tirava fuori il defribillatore.
Regolò scrupolosamente il voltaggio e diede una scarica al mio petto. Stranamente, non sentii niente.
Riprovò una seconda volta ed una terza ma il tracciato dell'elettrocardiogramma era già diventato piatto.
- Non c'è più nulla da fare.
- E' morto...
Eh già, riuscivo a vederlo anch'io l'elettrocardiogramma ed era inconfondibilmente piatto...ma...un momento! Io non potevo essere morto...mi coprirono con un lenzuolo ma non capii perchè...io ero vivo!
Provai a parlare, dovevo avvertirli, stavano commettendo un grave errore; io mi sentivo vivo e certe cose non si sognano. Urlai con tutte le mie forze:
- Aspettate! Io sono ancora vivo!
Niente, non mi sentivano; mentre gli infermieri, i dottori e la squadra di reanimazione uscivano dalla stanza, io scivolai da sotto il lenzuolo e mi ritrovai sorprendentemente a svolazzare nella stanza.
Tutto ciò era inconcepibile. Io, Bob Marshall, non potevo morire, avevo ancora centinaia di cose da fare: l'azienda! Tutti i miei averi accumulati in anni di duro lavoro!
Continuavo a dimenarmi nell'aria ma il mio corpo sotto il lenzuolo non si muoveva di un solo millimetro.
All'improvviso, un vortice di luce apparve alle mie spalle, qualcosa o qualcuno sembrava chiamare il mio nome ma non volli sentire, io dovevo restare sulla terra, tutti quei soldi messi da parte senza averli mai spesi.
Avevo diritto o no a godermi quei soldi? Dopotutto erano miei, li avevo sudati.
La voce che mi chiamava si fece più forte ed una parte di me cominciava a guardare a quel bagliore con un certo interesse ma pensai, mi convinsi che sicuramente era tutto un brutto sogno. Ecco, era solo un incubo; la mattina seguente mi sarei svegliato, si, mi sarei svegliato e la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata di spendere subito qualche milioncino. Magari una bella vacanza...che diavolo!
La luce, allora, cominciò ad affievolirsi e lentamente scomparve del tutto; io rimasi ad aspettare che il sogno finisse, che la notte terminasse ma dopo aver aspettato minuti, ore, forse giorni, ricominciai a dimenarmi ed urlare:
- Aiuto! Qualcuno mi svegli!!
Ma nessuno sentiva le mia grida.
Ormai non so più neanche io da quanto stia aspettando, sembra quasi un'Eternità o, forse, l'Inferno.
Forse l'Inferno era proprio questo.
Madpen