Riflessioni di un bersagliere

 

L’altra sera mi è capitato sottomano un significativo brano di un bellissimo libro di Nino Tramonti: “I Bersaglieri dal Mincio al Don”. L’autore, nel lumeggiare quella che è la psicologia del Fante piumato, evidenzia tra l’altro: ” come in essi (bersaglieri) è lealtà, fierezza, intraprendenza, sorriso. In essi è generosità e donazione tanto che pare abbiano assunto, come insegna, il verso del Poeta: pensosi più di altrui che di se stessi”.

Ho molto riflettuto sul significato dei termini e sulle attuali vicissitudini della nostra Associazione sia a livello nazionale sia a taluni livelli locali ed ho provato – ancorché ottimista, estroverso, esuberante e refrattario ad ogni contagio disfattista – una velata nota di malinconia e di amarezza.

Quanta distanza spirituale dal passo di Nino Tramonti:

-   la lealtà: sembra diventata un “optional”.Franchezza, sincerità, schiettezza devono tornare ad informare i rapporti tra noi consociati. Tutti devono sentire il piacere interiore di dialogare e vivere da commilitoni, bandendo una volta per sempre beghe personali, insinuazioni, litigi, polemiche e accuse;

-   la fierezza: ha lasciato il posto all’avvilimento ed alla delusione. Consapevolezza limpida e risoluta di una superiorità nel sentire, pensare e agire, devono subentrare in tutti: Capi e Gregari. La nostra storia e le nostre tradizioni lo pretendono. Ignorare le tradizioni storiche è la prefazione allo sfaldamento! ;

-   l’intraprendenza: è quasi ovunque sopraffatta dall’acquiescenza, passività e remissività. Inventiva, operatività, disponibilità e,  se necessaria, sfrontatezza, devono caratterizzare la quotidianità di quanti hanno scelto liberamente di servire l’Associazione, dedicando ad essa le loro migliori energie;

-   il sorriso: è quasi sparito dal volto di molti bersaglieri. Il volto sorridente è l’espressione più viva, genuina e familiare di serenità interiore, forza d’animo e volontà di trasmettere agli altri entusiasmo, rigore e ricchezza morale. Un vecchio adagio recita: ”Se incontri chi sorriso non sa dare, donalo tu, perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso come colui che ad altri darlo non sa!”

- la generosità: è diventata una virtù che si chiede solo agli altri. Essa evidenzia nobiltà    d’animo intesa come sacrificio dei propri interessi per il bene del prossimo. Mai caratteristica        migliore è stata attribuita al Bersagliere che della generosità resta il simbolo più valido e autentico.

 

Sono, queste mie, solo semplici riflessioni. Non hanno altra pretesa se non quella di contribuire a ricreare quel clima di bersaglierismo autentico che renda la ANB una compagine associativa salda, spiritualmente e moralmente coesa,  costituita da veri uomini ligi, osservanti dei precetti del nostro grande Fondatore.

Solo questo è il significato di questo mio scritto.

Spero con esso di non aver toccato – con i tempi che corrono – suscettibilità alcuna e di non aver provocato giudizi critici.

Se così fosse, credetemi, non l’ho fatto apposta e me ne duole moltissimo!

 

 

                                                                                          A presto                                                                                

                                                                                Bers. Agostino PEDONE