……. e se si trattasse di un “ Golpe” all’ incontrario?

(Riflessioni sull’esito del Congresso)

 

Habemus Papam”! Dopo la fumata nera del Congresso nazionale del 6 ottobre 2001, durante il quale di nero non c’è stata solo la fumata, abbiamo finalmente un Presidente, ma (udite, udite!) per la prima volta non è un generale. Per la prima volta gli si affianca un Vice Presidente anch’ egli non proveniente dalle file del Bersaglierismo militare, ma da quello associativo.

Qualcuno avrà pensato “ ….eh no! Questo è troppo! Qua si tratta di un Golpe all’incontrario!”.

Sono stati entrambi eletti da un’Assemblea di Bersaglieri. Strana, splendida razza questi Bersaglieri!

Come tutti gli altri e più di altri, hanno pregi e difetti. Pregi incomparabili, tanto che taluni di questi sembrano difetti, mentre alcuni difetti sono così ben portati che si traducono in pregi.

Questo per capire ciò che ci distingue e ci diversifica dai membri d’altre Associazioni: natura indocile; temperamento esuberante; entusiasmo dirompente; stile di comunicazione impetuoso e sbrigativo, ma soprattutto certezza che, accettando la volontà dei Capi, ubbidiamo anche a noi stessi. Sono pregi questi enormi ma da collocare sempre nell’alveo di una disciplina interiore e partecipativa.

Ma, sia come sia, ora i Capi li abbiamo e facciamoli “regnare”.

Però, come avviene per i Papi, il Camerlengo di Santa Romana Chiesa (Cardinale vice Papa), secondo una prassi antichissima, ripete tre volte all’eletto: “Sic transit gloria Mundi” (così passa la gloria del Mondo), per rammentargli la precarietà e la vanità delle cose terrene.

I nostri Capi devono  quindi sapere (e conoscendoli bene sono certo che lo sanno) che non possono chiedere ai Bersaglieri: una supina e rassegnata osservanza di norme e regole, specialmente se superate; una acquiescente adesione, a “bocca chiusa”, ad ingiunzioni, volontà e risoluzioni preconcette, specie se incomprensibili; una limitazione, ai vari livelli associativi, di iniziative e fantasie organizzative che privilegino l’immagine della ANB.

Sì, proprio l’immagine insieme alla politica dei giovani, alla concordia ed unità della nostra Associazione, ritengo, costituiscano le tre “emergenze” da affrontare e risolvere con urgenza e completezza.

Immagine: l’Italia deve sapere che i Bersaglieri - che tanto hanno dato per la Sua unità, il Suo onore e la Sua grandezza nel mondo - esistono ancora e sono pronti ad operare sempre, comunque ed ovunque per il Suo bene. Pianificare, quindi, ed organizzare presenze ed interventi (non solo raduni) in circostanze,  attività e settori della vita nazionale a sfondo sociale e promozionale, soprattutto a favore dei meno fortunati, sempre rigorosamente con il nostro simbolo: sia esso il Fez, sia esso il Cappello piumato. Una volta imposta l’immagine, l’importanza e la valenza della ANB ne discendono di conseguenza.

Giovani: le nostre Sezioni sono costituite al 90% da “over 60”; i giovani sono i grandi assenti.      

Capisco che i Bersaglieri hanno sempre 20 anni, ma se ai 20 anni dello spirito si associassero quelli dell’anagrafe, le nostre Associazioni avrebbero un futuro. Tante potrebbero essere le idee, le proposte, i mezzi per attirare l’attenzione dei giovani prima ed attuarne un coinvolgimento dopo. E’ necessario capire la loro mentalità, conoscere le loro aspettative ed operare nel modo giusto, con valide argomentazioni ed azioni incentivanti e, sono sicuro, molti di loro non rimarranno insensibili ed inerti di fronte ad attività pregnanti.

Serenità e concordia: la forza intrinseca di un Organismo risiede nella sinergica azione di più elementi: l’unione, la comprensione, l’amicizia, il cameratismo, la collaborazione e la volontà comune di operare solo ed esclusivamente per il bene dell’Associazione. I litigi, le beghe, i pettegolezzi, le insinuazioni, le soffiate farcite di accuse, i rancori e le slealtà, ne inficiano la stessa sopravvivenza. Un invito pressante: realizzare i primi, bandire i secondi. 

I Gregari, in ossequio al principio dell’Autorità, devono dare ai Capi, per intero e senza remore, la più appassionata, fattiva ed affettuosa collaborazione ed il proprio contributo di idee e di proposte perché viva e si affermi sempre più il Bersaglierismo, quale fede ed ideale di vita.

Io ho già iniziato, come mi è solito da Bersagliere, passando dal “serio” al “faceto”, nella convinzione che il “faceto” non inficia il “serio” che ho inteso evidenziare.

Concludo con un pensiero del Bers. Maresciallo d’Italia Emilio De Bono:”La fiamma nostra non si estinguerà mai, perché essa conserva perenne il suo colore che è quello del rosso del cuore”.

                                                                                                  A  presto!

                                                                                      Bers. Agostino PEDONE