1. PREMESSA

 

a. Lo studio costituisce uno strumento di lavoro finalizzato a delineare  criteri e  modalità di scelta del personale militare (Ufficiali, Sottufficiali e Volontari di truppa) che soddisfi in pieno – sia in termini quantitativi ma ancor più in termini qualitativi – le nuove esigenze dello  strumento militare chiamato ad operare nei nuovi scenari operativi. Infatti il mutato quadro geo-politico e le nuove conseguenti minacce, postulano la necessità di disporre di personale altamente qualificato per assolvere gli onerosi e complessi compiti ad esso demandati.

b. D’altra parte il ricorso alla coscrizione obbligatoria sta per concludersi e con esso l’afflusso alle armi dei giovani di leva. Si apre così un capitolo nuovo, peraltro già iniziato, riguardo l’arruolamento del personale: Volontari in servizio permanente (VSP); Volontari in ferma breve (VFB) e volontari in ferma annuale (VFA) i cui costi di gestione elevatissimi ed i contesti d’impiego sempre più variegati e ad altissimo rischio, non consentono di operare scelte “ a cuor leggero”.

c. In questo delicato settore, gli addetti ai lavori da più parti ripetono che l’uomo, con le sue componenti spirituali, culturali, fisiche e professionali, ha costituito in ogni tempo il principale sistema d’arma degli strumenti militari; in realtà è proprio questo assioma che richiede tutta una serie di attività selettive che diano alla Istituzione se non la certezza, almeno sicure garanzie di aver scelto il meglio da immettere nelle unità.

 

 

2. SITUAZIONE GEO-POLITICA

 

Rappresenta senza dubbio il riferimento più probante su cui predisporre e calibrare la configurazione della struttura militare tale da assicurare credibilità all’apparato di Difesa e Sicurezza.

Nell’ultimo decennio si sono verificati radicali, repentini e complessi mutamenti del contesto geo-politico mondiale che hanno condizionato il quadro generale della sicurezza nazionale e internazionale ed hanno indotto i responsabili del settore a prevedere una profonda ed articolata revisione della organizzazione di difesa.

 

a. Situazione geo-strategica.

La caduta del muro di Berlino, il crollo dell’impero sovietico e la conseguente fine della guerra fredda avevano fatto pensare ad un nuovo ordine mondiale che avrebbe portato ad una pace duratura e stabile. Ma l’invasione del Kuwait e la conseguente minaccia alle fonti energetiche mondiali, hanno richiamato i responsabili degli Stati alla cruda realtà, resa ancor più difficile e grave dal collasso interno della Russia e dalla esplosione di conflitti a carattere etnico, economico, statuale molto vicini a noi.

Gli scenari si sono moltiplicati, diversificati e complicati sì da far mutare profondamente i rapporti internazionali e con essi il contesto di riferimento, particolarmente quello relativo al settore della Difesa e della Sicurezza.

In estrema sintesi, alla tensione del confronto tra blocchi contrapposti è subentrata una proliferazione di aree di crisi, di conflitti interni e contenziosi vari che hanno reso ancor più difficile la salvaguardia dei valori primari della convivenza civile tra i popoli e l’ordinato sviluppo sociale ed economico mondiale. I recenti straordinari e proditori eventi dell’11 settembre del 2001 hanno ingenerato ulteriori gravi rischi per la sicurezza, la libertà e la democrazia e prodotto, soprattutto nel citato settore, situazioni incerte, fluide, non facilmente decifrabili e fronteggiabili con i tradizionali strumenti di difesa.

 Si inseriscono in questo contesto geo-strategico, in continua e rapida evoluzione le premesse concettuali che sono alla base della configurazione, articolazione strutturale e capacità operative della Istituzione militare.

 

 

 

b.La minaccia

Ad una minaccia globale, come quella attuale, deve contrapporsi una risposta globale, attuata in un contesto unitario e congiunto: la Comunità internazionale.

Le linee di tendenza del sistema di Difesa e Sicurezza internazionale  trovano la loro più valida indicazione nel quadro di situazione che è scaturito dall’attacco terroristico agli Stati Uniti d’America e dal senso di incertezza e di enorme difficoltà nel definire ed approntare i mezzi più idonei a combattere validamente la minaccia che, nelle modalità esecutive, ha raggiunto forme evolutive tali da diventare imprevedibile e quindi scarsamente fronteggiabile. Inoltre in moltissimi Stati si assiste al coinvolgimento nel fenomeno terroristico di tantissime attività: economiche, politiche,religiose, logistiche; ciò conferisce alla minaccia, dimensione planetaria e forza dirompente tale da non poter essere combattuta solo sul piano militare, ma da richiedere tutta una serie di interventi per rimuovere le cause che la alimentano e la supportano.

Gli eventi successivi all’11 settembre 2001 e l’intervento in Afghanistan in particolare, hanno dimostrato che la risposta militare, ancorché non esaustiva, è necessaria ed efficace, ma richiede l’impiego di personale altamente qualificato e di ingenti quantità di materiali e mezzi ad altissima tecnologia.

In questo tipo di operazioni militari sono fattori di successo:

- la superiorità assoluta nel campo delle informazioni, che consenta di indirizzare gli sforzi su obiettivi remunerativi con risparmio di energie e risorse;

- la disponibilità di mezzi modernissimi ed efficaci che potenzino ulteriormente l’efficienza operativa dei combattenti;

- il ricorso a forze speciali che, per formazione ed addestramento conducano con successo variegate attività belliche e riescano a sopravvivere in ambienti ostili e meteo limite.

In Afghanistan si è assistito, in sintesi, all’impiego combinato ed integrato di forze aeree, elicotteri, mezzi eccezionali di supporto all’intelligence ed alle forze speciali, ma soprattutto di un nuovo soldato che, per taluni aspetti, può essere definito “soldato tecnologico”.

 

c. Funzioni e requisiti dello strumento militare.

Alla luce dei nuovi scenari e della minaccia è divenuta di vitale importanza la cooperazione militare in campo internazionale e l’integrazione multinazionale delle forze e quindi la rivisitazione di strutture e capacità operative degli strumenti militari. In campo internazionale è opportuno agire nell’alveo dei contesti istituzionali dell’ONU, NATO e UE, capaci di assolvere un’ampia gamma di missioni: dal controllo delle crisi alla difesa collettiva alle operazioni di supporto alla pace (PSO), senza escludere a priori attività operative di maggiore connotazione bellica.

 

(1)   Funzioni dello strumento militare.

 La recente direttiva del Ministro della Difesa (2002/03) fissa 4 missioni:

 1^ missione: “Difesa degli interessi vitali del Paese” (integrità del territorio, delle vie di comunicazione, delle aree di sovranità nazionale). Assume la massima priorità alla luce dei recenti avvenimenti e nel dover fronteggiare forme di conflitto asimmetrico quali attacchi terroristici o impiego di armi di distruzione di massa. Postula la necessità - rispetto al passato - di riconfigurare strutture e Comandi e destinare alla missione maggiori risorse;

2^ missione: “Difesa degli spazi euro-atlantici”. Si identifica con il contributo dell’Italia alla difesa collettiva della NATO, contributo da rivisitare in termini di incremento di risorse per fronteggiare adeguatamente la minaccia terroristica incombente negli spazi di competenza e di interesse dell’Alleanza Atlantica;

3^ missione: “Gestione delle crisi internazionali”. Inserita nello spirito della carta dell’ONU e nell’ambito delle organizzazioni internazionali e/o di accordi bilaterali e multilaterali, la missione (interventi fuori Area) continua a costituire primaria importanza nella politica militare di difesa anche nella considerazione che le aree di intervento delle unità italiane sono attualmente territori ove il terrorismo trova terreno fertile per il suo insorgere e la sua alimentazione;

4^ missione: “Concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni ed intervento per pubbliche calamità”. E’ questa la missione che più delle altre richiede, rispetto al passato, la riconfigurazione e la riorganizzazione di comandi e strutture idonee a svolgere al meglio i compiti conseguenti. E’ necessario quindi attuare ed agevolare semplici e diretti contatti e collegamenti, nonché rapide e tempestive collaborazioni tra Autorità civili e paritetiche militari e realizzare, in fase organizzativa prima ed esecutiva poi, interventi sinergici

.

(2) Requisiti dello strumento militare.

Per meglio assolvere ai predetti compiti, le F.A. devono possedere determinati requisiti che in gergo vengono definiti “capacità fondamentali” e si identificano con gli obiettivi comuni alle forze NATO:”Defence Capabilities Initiative (DCI)”. Sono da perseguire in maniera progressiva, in linea con le priorità fissate dalla politica di difesa e secondo le disponibilità economiche. Esse in sintesi sono:

-         tempestività e disponibilità delle forze: creare un bacino di forze ad alta prontezza operativa, da essere impiegate in tempi molto ridotti, con minimi aggiustamenti, realizzabili con il criterio della”Task Organitation” ed in grado di condurre una estesa gamma di operazioni(full spectrum unitis);

-          interoperabilità: essere idonee ad operare con unità di altri paesi in contesti multinazionali. Ciò postula una serie di specificità da acquisire quali conoscenza di lingue e procedure;

-          schieramento e mobilità: è un requisito correlato strettamente alla efficacia e letalità dei sistemi d’arma. Consente interventi da posizioni di vantaggio nello svolgimento delle attività sul campo e conferisce alle forze un alto tasso di efficienza e protezione in tutte le missioni;

-         interazione: lo strumento militare del 3° millennio deve possedere sistemi di comando e controllo in grado di impiegare con rapidità, tempestività e flessibilità le forze in aree molto estese, in tempi molto contratti, e con modalità meno rigide e più specifiche. Il ricorso alla tecnologia digitale è ormai irrinunciabile;

-         precisione e legalità d’ingaggio:scaturiscono dalla integrazione dei sistemi informativi e si identificano con le capacità di colpire – con margini di errore bassissimi e minimizzando i danni collaterali – obiettivi e bersagli selezionati e nel contempo indirizzare sugli stessi complessi di forze calibrati per l’occorrenza;

-         sostenibilità logistica: capacità di sostenere lo strumento militare nelle operazioni fuori area ed assicurare la continuità per periodi di tempo non inferiori ad un anno. Comporta una riorganizzazione capillare della logistica di aderenza ed una accurata pianificazione dell’impiego delle forze da ruotare in “turnover” su base 4;

-         sopravvivenza e protezione delle forze: consiste nel conferire alle unità capacità di mantenere immutata nel tempo la efficienza operativa. Pur nella convinzione che la protezione totale delle forze sia pressoché irrealizzabile, è comunque necessario adottare tutte quelle misure(potenziamento delle capacità di ingaggio proprie e riduzione di quelle dell’avversario) che limitino la possibilità di essere ingaggiati prima e colpiti dopo e, se colpiti, non essere neutralizzati.

 

d. Situazione socio-economica nazionale

 

Nel quadro di riferimento trovano importante collocazione due parametri: l’aspetto sociale e quello economico del Paese.

 

(1)   Aspetto sociale

Oltre alla configurazione della Società italiana nei suoi aspetti salienti, emersi dalle ultime operazioni di indagine sociologica, è molto importante ai fini dello studio, approfondire il modo come viene percepita e vissuta la militarità in Italia.

(a) Configurazione sociale. Le ultime indagini demografiche indicano una Italia più vecchia e più rosa(1.700.000 donne in più degli uomini). Le previsioni la configurano ancora più vecchia e sempre meno numerosa, per il bassissimo indice di natalità: nel 2050 la comunità italiana diminuirà di circa 10 milioni. Perdurando tale situazione demografica ed in assenza di organici ed improcrastinabili provvedimenti di carattere sociale, la popolazione compresa tra i 20 e i 40 anni, nei prossimi due decenni, sarà pressoché dimezzata. Ne consegue, tra i vari provvedimenti, il ricorso all’immissione nel tessuto sociale nazionale di un numero sempre crescente di immigrati. D’altronde la realtà sociale delle nazioni più industrializzate del mondo vira decisamente verso la pluralità etnica. Nell’ambito del nostro Paese le aree con il numero più alto di immigrati sono quelle del nord-est.  Milano è la città più cosmopolita con 150.000 immigrati pari al 4% della sua popolazione.

L’Italia quindi è ormai un paese multirazziale dove i cittadini extracomunitari diventano sempre più parte integrante del sistema produttivo.Ad aver trovato lavoro, sono soprattutto gli uomini(80%) e nella maggioranza dei casi si tratta di lavoro di bassa valenza(operai generici e senza specializzazione); accanto a questi, per lo più impiegati nei servizi e nell’agricoltura, c’è da considerare una parte non trascurabile di immigrati diventati imprenditori. Quest’ultima attività è in continua ascesa tant’è che in alcune aree è addirittura incoraggiata con l’istituzione di corsi di formazione per il personale straniero che intende lavorare in proprio.Tale spettro di occupazioni è suscettibile di ampliamento per assumere altre competenze e specificità che, oltre ad interessare il mondo del lavoro, potrebbero tornare utili all’inserimento nel contesto militare, specialmente nei settori logistico,sanitario, infrastrutturale e delle comunicazioni.

La presenza degli immigrati ha senza dubbio contribuito ad accrescere la ricchezza ed i ritmi di sviluppo economico del Paese.In 5 anni infatti, è stato triplicato il PIL che è passato dai 25 mila mld. del 1995 ai 75 mila mld. del 2000.

(b) La militarità in Italia. Ci si avvia rapidamente verso il passaggio dal servizio militare     obbligatorio a quello volontario. Le F.A. di coscritti trovavano fondamento nelle virtù civiche del cittadino che non sono però sufficienti a dotare la figura del volontario. I complessi scenari operativi ove il nuovo soldato viene impiegato, privilegiano,  oltre agli aspetti professionali con forti risvolti tecnologici, una flessibilità comportamentale mai richiesta prima. Il soldato oggi non è solo un combattente determinato, efficiente e credibile, ma anche un poliziotto, un guerrigliero, un infermiere, un assistente sociale, un diplomatico, uno psicologo, un conoscitore di lingue e quant’altro ancora può essere richiesto alla sua condizione militare, fortemente diversificata e complessa.

Ma di fronte alla guerra come si pongono i giovani italiani? Non si discostano dai loro coetanei occidentali nel percepirla ed assumere un atteggiamento di sostanziale rifiuto da imputare essenzialmente alla mancanza di un back-ground culturale storico - militare, a scarso senso dello Stato, a un malinteso amor di Patria, nonché ad un’equivoca e frammentaria concezione della funzione militare, ben diversa da una adesione a organizzazioni di protezione civile o Associazioni di volontariato. Esiste in realtà un rapporto difficile, quasi “strano” tra la società civile e la realtà militare, tra il comune cittadino e l’uomo in uniforme.

Fino ad alcuni anni fa, quando le F.A. erano costituite esclusivamente da coscritti, si constatava una generale insofferenza per il servizio militare che trovava nell’ozio castrense, nella inutilità e nella pericolosità dell’addestramento (tipo war-games sul terreno), nella sopraffazione della personalità ed identità del singolo e nelle varie disfunzioni interne dell’Organismo (vere o presunte) le cause più ricorrenti.Tale difficile rapporto tra cittadino ed Istituzione militare, ha portato in un certo qual modo, il mondo militare - in questo agevolato dalla sua atipicità  e dalla particolarità del servizio reso allo Stato - a “chiudersi in casta” e costituire una società nella società civile. La scarsissima attenzione posta al fenomeno e la mancanza di comprensione dei problemi militari da parte dei vertici politici, hanno reso più difficile il rapporto, ingenerando sfiducia e delusione nei Quadri, ancor più acuite nel momento in cui la società civile demanda a loro compiti ed incarichi sempre più complessi e rischiosi senza poi apprezzarne adeguatamente i risultati positivi. Comunque la situazione in questi ultimi tempi sembra alquanto migliorata, ma non in maniera sufficiente.

Le F.A. italiane stanno vivendo una fase molto delicata: è in atto una ristrutturazione, per taluni aspetti, epocale. Ora è necessaria una rivalutazione dei parametri concreti che caratterizzano la condizione militare, tra questi  vanno riviste infatti, le prospettive normative ed economiche, la professionalità da finalizzare ed adeguare ai compiti, va attuato un riallineamento culturale, operativo, formativo e addestrativo di Capi e Gregari al plafond degli alleati, bisogna ammodernare e potenziare equipaggiamenti materiali e mezzi in dotazione e quant’altro possa riqualificare lo strumento militare. Ma tutto ciò non è sufficiente. E’ necessario operare per la riacquisizione di quei valori etici che sono alla base e caratterizzano la vita della società occidentale della quale noi italiani siamo parte integrante. E’ qui il vero problema!

Non possiamo disconoscere che intorno a questi valori c’è molta “confusione”, un diverso modo di percepirli e viverli, specialmente da parte dei giovani e soprattutto di quelli più acculturati e provenienti dai ceti sociali più elevati. In questo le F.A., con un ruolo più partecipativo nell’ambito della società, rivivendo in pieno quelli che sono i loro tipici valori militari (culto delle tradizioni, spirito di corpo, cameratismo, rispetto dei valori civili, sprezzo del pericolo etc.), possono costituire la parte trainante del cambiamento in chiave etico - morale dell’intera società nazionale. E’ un obiettivo ambizioso e chissà se del tutto perseguibile, ma migliorarsi per migliorare è un dovere per tutti.

Soldati siffatti, motivati, incentivati, ben formati, addestrati e sorretti da valide spinte interiori, costituiscono, senza dubbio alcuno, il migliore sistema d’arma di un rinnovando strumento militare.

 

(2)   Aspetto economico.

 In questo periodo di radicali ed epocali cambiamenti, uno dei nodi più importanti è costituito dalle risorse economiche. E’ innegabile che lo strumento militare interamente costituito da  professionisti richieda un incremento di risorse rispetto a quello basato sulla leva, tanto nell’esercizio quanto nell’investimento.

Il problema dei finanziamenti per la Difesa e Sicurezza ha assunto una valenza centrale in ambito istituzionale anche grazie alle missioni fuori – area, condotte con successo, ma ancor più per il deteriorarsi delle situazione e l’instaurarsi di scenari internazionali molto complessi e a rischio a seguito degli eventi dell’11 settembre 2001 e quelli successivi. Il concetto di sicurezza, in generale, e la sua dimensione militare in particolare, assumono grande rilevanza, per un numero sempre crescente di attività  operative. La sicurezza è, attualmente, un problema globale che non può essere scisso dalla difesa; sicché lo strumento militare deve essere costantemente in grado di assolvere a tutte le varie missioni ad esso demandate sia sul territorio nazionale in contesto multidisciplinare, sia fuori-area in ambiti internazionali ed unità multinazionali. Caratterizzazione e configurazione queste, diverse da quelle adottate da tantissimo tempo nel nostro Paese: differenziazione dello strumento del tempo di pace da quello del tempo di guerra. Tale realtà incide sensibilmente sulla disponibilità di risorse finanziarie per far fronte adeguatamente alle esigenze che, come è stato possibile arguire, sono molteplici, onerose, ma soprattutto inderogabili.

Da qualche tempo le risorse finanziarie assegnate alla Difesa, ancorché in lieve costante aumento, sono ben lungi dal risolvere “in toto” i difficili problemi del settore; tuttavia indicano una inversione di tendenza che lascia ben sperare per il futuro.

Nella Direttiva Ministeriale relativa alla Politica Militare 2002 –2003, viene chiaramente evidenziata la volontà politica di operare al meglio per assicurare disponibilità economiche che gli impegni internazionali e di politica estera postulano. La direttiva stessa fissa in due linee d’azione, tra esse complementari, l’indirizzo programmatico:

-         la prima: prevedere il bilancio 2003, con un incremento in % ancorché limitato, già articolato da parte del Ministero in diverse aliquote interne per settori : spese vincolate (personale), spese di esercizio e di investimento, operando per attuare un riequilibrio dei suddetti settori. L’obiettivo è raggiungere l’1,5 % del PIL in 10 anni;

-         la seconda: promuovere una legge promozionale decennale essenzialmente mirata al ripianamento delle scorte ed al potenziamento ed ammodernamento dei sistemi d’arma, materiali e mezzi, secondo ben definite priorità; tutto ciò per conferire allo strumento militare il necessario e non più procrastinabile salto di qualità che lo allinei agli altri paritetici europei e, nel contempo, ne riduca il “gap” con quello USA.  

In sintesi, è proprio l’aspetto economico e finanziario quello più complesso da affrontare e risolvere. La nuova configurazione delle nostre F.A., nella prospettiva di una nuova architettura di Difesa e Sicurezza, può essere realizzata, in maniera completa e funzionale, solo se le risorse allocate per l’esigenza sono sufficienti; in caso contrario, si rischia di rimanere fuori del contesto internazionale con gravissime ripercussioni sulla stessa sicurezza nazionale.

 

 

 

 

3. ESIGENZE DI PERSONALE

 

a. Esigenze quantitative

 

Viene di seguito evidenziata la situazione attuale e quella futura in termini di personale.

 

(1) Situazione attuale. Le F. A. italiane (esclusa l’Arma dei Carabinieri) vivono attualmente una delicata fase di transizione: dalla configurazione mista (leva più volontari) si passerà a breve a  quella esclusivamente professionale. Il termine previsto per tale trasformazione (anno 2007), potrebbe essere anticipato a dicembre 2004, se dovessero verificarsi le premesse per attuare il consolidamento del reclutamento dei volontari. Provvedimento incentrato, in massima parte su una serie di misure per rendere competitivo il “mestiere delle armi” rispetto ad altre attività, sia sul piano economico che professionale.

Nel presente gli impegni internazionali (fuori – area) sono fronteggiati da circa 30.000 unità in turnazione  di 4 mesi con un onere superiore a quello demandato ad altri eserciti europei e per tale motivo i militari VSP e VFB sono concentrati presso le unità operative di previsto impiego in aree più a rischio, mentre i VFA nei reparti che operano in ambienti internazionali a ridotta intensità operativa; l’impiego dei militari di leva è circoscritto di norma agli interventi in concorso per ordine pubblico e per pubbliche calamità sul territorio nazionale.

Al momento presso molti Paesi alleati, le strutture della Difesa e Sicurezza, sono oggetto di riesame e di accurata riflessione da parte degli Stati Maggiori, soprattutto in funzione del mutato quadro di riferimento, ove il terrorismo rappresenta una minaccia incombente, imprevedibile sia in termini temporali, spaziali che delle modalità esecutive.

(2)Situazione futura. Con il passaggio alle F.A. professionali, lo strumento militare avrà una consistenza totale pari a 190.000 unità di cui 22.000 Ufficiali(12%), 64.000 Sottufficiali(34%) e 104.000 Volontari(54%). Il termine della coscrizione obbligatoria potrebbe essere anticipato a dicembre 2004, mentre la riconversione numerica di U e SU entro il 2021.

Alla luce delle suddette disponibilità numeriche, si pone la necessità di realizzare strutture ordinative ed operative più snelle e funzionali, calibrate alle reali esigenze, rifuggendo quindi da  organismi ridondanti e privilegiando le unità operative che dovranno inglobare almeno il 60% del personale militare; provvedimento peraltro adottato già in taluni paesi alleati europei.

Tutte le categorie di personale saranno interessate quindi, ad un importante e diversificato processo di adeguamento ai volumi di legge, previsti per il modello professionale, il cui vero nodo è costituito dai Volontari. Nell’approfondire il problema – per una ragione di grandi numeri – si fa riferimento all’Esercito che , con il nuovo modello, dovrà essere dotato  complessivamente  di 75.860 volontari (44.500 VSP e 31.360 VFB in ferma prefissata di 1-5 anni estendibile a 9).

Entro il 2002 la disponibilità preventivata sarà di 19.000 VSP, 21.000 VFB e di circa 20.000 VFA. Tale entità numerica consentirà di professionalizzare il 90% delle unità a livello rgt. da impiegare nell’ambito delle Brigate di manovra ed in quella aeromobile e buona parte nelle brigate specialistiche; resta invece quasi totalmente alimentata con personale di leva tutta l’area del sostegno generale. In prospettiva (2006), la disponibilità preventivata di VSP e VFB dovrebbe attestarsi sulle 60.000 unità a cui dovrebbero aggiungersi 12.000 U. e 25.000 SU. per un totale di 97.000 uomini/donne, con un deficit residuo di 15.000 Volontari da ripianare con VFA e con forze di completamento.

Per i dati fin qui riportati il condizionale è d’obbligo!

L’eventuale e più volte annunciato anticipo al 2004 del passaggio delle F.A. alla totale professionalizzazione, potrebbe accrescere ulteriormente la carenza di personale con gravi ripercussioni sulla stessa operatività dello strumento.

Sono quindi più che mai necessari correttivi a livello tecnico per aumentare il gettito di giovani, anche attraverso un miglioramento globale della immagine e della condizione militare. I provvedimenti fin qui adottati si sono dimostrati non del tutto efficaci, per cui nel breve e medio termine, una quantità enorme di volontari – con marcata professionalità e veterani di varie missioni all’estero – si troveranno senza lavoro.

In sintesi, l’esigenza di reclutamento a regime è di 5/6.000 giovani/anno, con ferma di 5 anni, dei quali solo 2.000/anno possono transitare in spe, sicché è necessario nel contempo prevedere di ricollocare nel mondo del lavoro, al termine della ferma, circa 3.000 giovani/anno; problema questo di non facile soluzione.

 

b. Esigenze qualitative

 

Quello del reclutamento del personale, nella accezione comune del termine, è ritenuto molto spesso un problema legato alla quantità; lo si affronta soprattutto in situazioni di carenza e ci si preoccupa di aumentarne il numero, nella convinzione che ciò privilegi anche la qualità, ampliando il campo di scelta. In realtà è necessario fissare quali parametri inalienabili(dati, qualità,virtù) deve possedere un giovane in relazione al ruolo ed alla funzione che ha scelto di svolgere, sia esso di capo o gregario, e poi  predisporre una struttura organizzativa che ne accerti il reale possesso.

Ciò premesso, l’aspirante ad operare nell’ambito delle F.A. deve essere in possesso di determinate qualità/virtù civili che costituiscono valori inalienabili quali: la lealtà, il coraggio, la padronanza di sé, l’onestà, la dignità personale, l’amor proprio ed altro; valori questi, del tutto compatibili anche con lo “status” militare. Essi debbono essere ben radicati nell’animo e nella mente, ove si considerino i contesti socio-politici in cui oggi si opera con maggiore frequenza (missioni di peace-keeping). Non è raro il caso in cui proprio ai militari venga demandata l’amministrazione di territori nelle more del ristabilimento dei poteri civili locali, oppure l’affidamento di numerosissime attività umanitarie.

Ma il giovane che decide di abbracciare la carriera militare oltre alle qualità/virtù civili, dianzi evidenziate, è necessario che abbia con sé un bagaglio di qualità/virtù militari da verificare con l’immissione nella Istituzione; tra queste le più evidenti sono: il cameratismo, lo spirito di sacrificio e di abnegazione, la tenacia, l’amore per la responsabilità, l’attitudine all’obbedienza immediata e quant’altro possa completare la figura dell’uomo con le stellette.

Inoltre nel contesto delle funzioni demandate allo strumento militare quali la salvaguardia  e la difesa della vita e dei beni dei cittadini e della integrità nazionale, non può e non deve essere tralasciata l’ipotesi-ritenuta attualmente di bassa priorità-di dover condurre una guerra classica. La preparazione alla guerra ed alla sua condotta, fanno parte delle missioni demandate ai militari; queste impongono enormi sacrifici e non comune senso del dovere e della responsabilità, che vanno ben oltre i limiti dell’obbedienza e possono richiedere perfino il sacrificio della vita. Situazioni queste non certo riscontrabili in altre professioni ed incarichi civili; un mero contratto di lavoro pertanto ne snaturerebbe la valenza etica.

Questo, in estrema sintesi, si prefigge lo studio: reclutare e selezionare giovani in possesso di doti fisiche e qualità/virtù civili prima e militari dopo, per poterli inserire non solo nel contesto politico-sociale quali cittadini-soldati, e metterli in condizione di svolgere, in maniera efficace e completa, le varie e complesse missioni loro affidate, per fronteggiare le articolate ed imprevedibili le minacce divenute sempre più globali e sempre più immanenti.

 

 

4. FORME DI RECLUTAMENTO

 

a. Premessa

 

Nella trattazione delle forme di reclutamento si è ritenuto opportuno ancora riferirsi essenzialmente alle esigenze dell’Esercito in quanto è la F.A. che:

-         ingloba più personale(legge dei grandi numeri);

-         risente più delle altre della presenza quantitativa e qualitativa della componente uomo;

-          presenta maggiori problemi e varie difficoltà di reperire il personale;

-         è maggiormente condizionata dalla qualità del personale ai minori livelli ordinativi ed operativi.

A tali motivi si aggiunga l’esigenza di semplificare la trattazione, procedendo per schemi ed argomentazioni omogenee.

 

 

b. Reclutamento in Italia

 

(1) Premessa

Nell’indicare le modalità di reclutamento del personale verrà fatto riferimento a leggi e decreti che le hanno fissate  e alle linee essenziali che le caratterizzano, significando che per eventuali approfondimenti si rimanda alla consultazione dei suddetti provvedimenti legislativi.

(2) Volontari

Sono attualmente presenti nell’Esercito tre tipi di Volontari: in ferma annuale (VFA); in ferma breve (VFB); in servizio permanente (VSP).

- VFA: è una figura di soldato istituita dal  DL n.110/1999 divenuto legge n.186/1999. La ferma ha la durata di un anno. L’arruolamento a domanda riguarda tutti i cittadini di età compresa tra i 17 anni e i 28 anni che non hanno ancora svolto il servizio militare o che sono ancora alle armi o in congedo. Il servizio viene svolto dopo circa un mese dalla presentazione della domanda e nel limite dei posti disponibili, fissati da apposita circolare della Direzione Generale per il Personale Militare.

- VFB: tale figura di soldato nasce con il DL n.196/1995 dopo una esperienza normativa decennale incentrata sul militare in ferma di leva prolungata (VFP). Provvedimento, che non ha dato risultati positivi né all’Istituzione, per numero e qualità, né agli interessati per sbocchi occupazionali. Un successivo DPR n.332/1997 ha reso possibile estendere il reclutamento a giovani in servizio di leva e da quelli non ancora chiamati alle armi di età compresa tra i 17 e i 22 anni (23 anni per quelli congedati o trattenuti a domanda per 12 mesi).Gli aspiranti devono esprimere la preferenza per la F.A. e per i Corpi Armati dello Stato in cui intendono essere immessi al termine del periodo di servizio volontario. I giovani, idonei alle selezioni, effettuate presso il Centro di Foligno, svolgono una ferma triennale ed al termine – sulla base dei dati selettivi iniziali e del rendimento fornito nei tre anni – vengono posizionati in apposita graduatoria in base alla quale i migliori VFB sono ammessi nei ruoli VSP o transitati in uno dei Corpi Armati dello Stato per il quale sono selezionati.

- VSP: figura di soldato istituita con il citato DL n.196/1995. Proviene esclusivamente dai VFB che ne abbiano fatto richiesta ed abbiano prestato servizio per almeno due anni nella F.A.. L’immissione nel ruolo avviene sulla base di una graduatoria, stilata da apposita commissione, in funzione del punteggio di ammissione alla ferma breve, alla attitudine ed al rendimento fornito, alle qualità morali ed intellettuali, ai corsi frequentati ed alle abilitazioni conseguite ed al titolo di studio.

(3) Sergenti

Rappresentano il primo livello dei Sottufficiali. Il ruolo, composto da personale con il grado di Sergente, Sergente Maggiore e Sergente Maggiore Capo, è stato istituito con DL n.1996/1995 per riordinare la categoria dei SU delle F.A. e delle Forze di Polizia, armonizzandone carriera e trattamento economico. L’alimentazione del ruolo Sergenti avviene esclusivamente dai VSP in ragione del 70% dai Caporal Maggiori       Capo Scelti(grado vertice dei VSP) e del 30% dei Caporal Maggiori Scelti e Caporal Maggiori Capi. Ai Sergenti vengono demandati compiti non direttivi e sono di norma impiegati quali C.ti di nuclei/unità a livello squadra o quali operatori/ riparatori di sistemi d’arma o responsabili della gestione dei materiali.

(4) Marescialli

L’attuale figura di Maresciallo è stata istituita con DL n.196/1995 per conseguire la sostanziale armonizzazione, già citata nel precedente sottoparagrafo. L’alimentazione del ruolo avviene a regime, per il 70% dai giovani di età compresa tra i 17 e i 26 anni (elevata a 28 per i giovani che hanno già prestato servizio militare obbligatorio o volontario), in possesso di diploma di Scuola media superiore, per il 10% dal ruolo Sergenti (anche senza diploma di scuola media superiore) e per il 20% dai VSP con diploma di scuola media superiore.

(5) Ufficiali

L’attuale ordinamento prevede due categorie di Ufficiali: in servizio permanente effettivo (spe) e di complemento (cpl). I primi costituiscono la struttura portante della F.A., i secondi sopperiscono alla carenza di Ufficiali soprattutto nei gradi bassi. Il reclutamento degli U in spe è regolato dal DL n.490/97 che prevede tra l’altro due ruoli (normale e speciale) ed una alimentazione da una fonte principale e da più fonti secondarie.

Ruolo normale: è la fonte principale di reclutamento tramite l’Accademia Militare alla quale possono accedere giovani in possesso di diploma d’istruzione secondaria, di età non superiore ai 22 anni(elevabile di un periodo pari al servizio militare prestato, comunque non superiore ai tre anni). Si accede per concorso. Gli esami comprendono tra l’altro: test di preselezione; prove di efficienza fisica; visite mediche; selezioni psico-fisio-attutudinali; prova scritta di cultura generale; prova orale di matematica e facoltativa di lingua straniera. Superate le prove, gli aspiranti sono sottoposti a tirocinio di 60 giorni, prima di accedere a pieno titolo alla Accademia Militare. Una riserva di posti è prevista per gli allievi di Scuole militari, per i SU(Marescialli e Sergenti) e per i VSP e/o VFB in possesso dei titoli e requisiti previsti e risultati idonei alle predette prove di esame.

Ruolo speciale: fonte secondaria di reclutamento che interessa in prevalenza il ruolo dei Marescialli in ragione del 50% e gli U di cpl al termine della ferma  biennale. Al concorso per titoli ed esami sono ammessi: i Marescialli da almeno 4 anni nel ruolo, di età non superiore ai 34 anni  (limite attualmente elevato a 40 anni) ed in possesso di diploma di istruzione secondaria; il personale giudicato idoneo e non vincitore di concorso per la nomina ad U in spe, purché di età inferiore a 32 anni. Il concorso prevede: due prove scritte (una di cultura generale e l’altra tecnico-professionale); prove di efficienza fisica; visita medica; selezione psico-fisio-attitudinale; prove orali su  materie tecnico-professionali ed una facoltativa di lingua straniera.

 I vincitori di concorso devono superare un corso applicativo di tre mesi.

 

c. Reclutamento in Francia

 

Lo Statuto Generale dei Militari distingue gli Ufficiali(U), i Sottufficiali(SU) e i Volontari di Truppa(V) in: Ufficiali di carriera e sotto contratto; SU di carriera e sotto contratto; V sottocontratto.

(1) Ufficiali di carriera e sotto contratto

(a)   Ufficiali di carriera: costituiscono la parte pregnante dell’Esercito francese, il quadro speciale destinato ad incarichi presso lo S.M. dell’Esercito e gli S.M. delle Regioni militari, d’inquadramento e di comando  presso Divisioni e Grandi Unità.

Vengono reclutati a domanda attraverso le Scuole militari e civili(Politecnico, etc.) dagli U. e SU. sotto contratto(reclutamento interno) e a scelta tra i SU. nei gradi maggiori.

L’iter formativo prevede:

-         la formazione iniziale, presso le Scuole Militari (ESM-3 anni; EMIA-2 anni) e successivamente    presso la Scuola di Applicazione (1 anno);

-         il perfezionamento dopo una permanenza di 3 / 4 anni nei reggimenti, finalizzato alla preparazione al comando di cp.(1^ fase). Dopo il comando di cp., gli  Ufficiali frequentano un Corso di S.M. presso la Scuola di S.M.(2^ fase) e ritornano ai reparti.

 In tale periodo vengono offerte all’Ufficiale due possibilità:

· accedere al Corso Superiore di S.M e poi frequentare il Collegio Interarma di Difesa (1 anno);

· specializzarsi in una delle branche militari e civili fissata e a carico dell’Amministrazione Militare.

Le promozioni avvengono di norma  a scelta; solo quelle di Tenente e Capitano per anzianità. Lo stesso iter di carriera è fissato per gli Ufficiali di Commissariato e del Corpo Tecnico. Qualunque sia il tipo di promozione(a scelta o per anzianità) gli Ufficiali passano al grado superiore per un determinato periodo di tempo al termine del quale, se non sono promossi, devono lasciare il servizio.

Tali norme valgono anche per i Sottufficiali e i Volontari.

(b)   Ufficiali sotto contratto: sono volontari reclutati tra i giovani in possesso di un titolo di studio di Scuola Media Superiore e 2 anni di Università. Si distinguono in 2 categorie:

-   inquadramento: con contratto da 5 a 8 anni, con limite massimo di servizio di 15 anni(formazione di circa 15 mesi);

-   specialisti: con contratto da 2 a 5 anni con un limite massimo di 20 anni(formazione di circa 8 mesi).

Agli Ufficiali appartenenti alla Legione Straniera sono applicate le norme di stato e avanzamento previste per gli Ufficiali delle Armi. Essi comunque costituiscono speciali aliquote e concorrono tra loro.

(2) Sottufficiali di carriera e sotto contratto

 Sottufficiali di carriera: vengono reclutati tra i giovani di ambo i sessi che abbiano compiuto 18 anni e siano in possesso dei requisiti attitudinali necessari e del titolo di studio equivalente al diploma. Ricevono una formazione:

-         iniziale: presso la Scuola Nazionale dei SU.( 8 mesi) ove viene data una preparazione militare generale;

-         di specializzazione: presso le Scuole di Specializzazione( da 3 a 24 mesi in funzione della specializzazione da acquisire);

-         di perfezionamento: presso le suddette Scuole, dopo una permanenza di almeno 5 anni presso le Unità d’impiego, per assumere compiti di responsabilità.

La gerarchia prevede i seguenti gradi: Sergenti, Sergenti Chef, Adjudant, Adjudant Chef. Il massimo grado è quello di Major a cui si accede per concorso.

Tutti i Sottufficiali sono distinti nel loro grado secondo tre scale i qualificazione: senza brevetto; con brevetto elementare di specialista/tecnico; con brevetto superiore di specialista/tecnico.

L’avanzamento avviene  parte a scelta e parte per anzianità.

(3)   Volontari sotto contratto

Esistono due tipi di volontari:

-         Engages volontaires de l’Armée de Terre(EVAT) con contratto iniziale di 5 anni o di 3 anni rinnovabile di altri 2; possono essere trattenuti fino al limite massimo di 22 anni, firmando contratti successivi di 5, 5, 3, 4 anni; 

-         Volontaires de l’Armée de Terre(VDAT) con contratto iniziale di 1 anno, rinnovabile fino ad un massimo di 4 anni.

Il reclutamento degli EVAT avviene attraverso prove selettive tra candidati che abbiano compiuto 17 anni e  mezzo e siano in possesso dei requisiti richiesti.

Di norma solo il 20% degli EVAT avrà accesso ad una carriera superiore a 11 anni di servizio.

Per i volontari sono previsti tre gradi: Militare di 1^ classe (dopo 11 mesi di servizio); Caporale dopo almeno 1 anno di servizio; Caporale Capo (dopo 4 anni di servizio).

Le promozioni sono a scelta e tendono ad una distribuzione nell’ambito delle Unità pari al 30% di Militari, 30% di Caporali, e 40% di Caporali Capo.

La formazione dei volontari avviene unicamente presso le Unità operative e Scuole d’Arma; essa prevede:

-         una formazione iniziale( 18-24 settimane) con la quale si consegue il primo attestato;

-         una elementare( 4 anni) con la quale si conseguono i brevetti necessari per l’eventuale prolungamento della ferma;

-         una di 1° livello per l’eventuale transito nella categoria SU.

(4) Accompagnamento professionale e riconversione(SD/APR)

Viene così definita l’attività che consente il reinserimento nel mondo del lavoro civile del personale militare a fine carriera o al termine del contratto, in base alle competenze acquisite durante il servizio prestato.

Costituisce la chiave di volta del processo di professionalizzazione delle F.A. e del rapporto di fiducia  tra esse e la società civile.

A gestire questo importante settore è stata creata fin dal 1996–anno della professionalizzazione-  una apposita struttura, posta alle dipendenze del Segretario Generale della Difesa, che: definisce la politica per la riconversione; predispone i dispositivi giuridici; cura i rapporti con gli organismi civili; presiede alla formazione del personale; impiega le risorse finanziarie stanziate per l’esigenza (170 milioni di Euro per il 2002).

L’organizzazione in atto, capillare e funzionale, si articola in 8 Centri Interforze di riconversione che – posti a contatto con il mondo lavorativo civile – prende in carico il personale militare in fase di formazione e lo avvia al nuovo impiego. Completa ulteriormente il quadro l’importante opera svolta nel settore dai C.ti di rgt. che, attraverso una cellula di riconversione alle loro dipendenze, svolgono, a livello locale e nell’ambito del territorio di giurisdizione, quanto i Centri attuano a livello nazionale.

 

 

 d. Reclutamento in Germania

 

(1) Premessa

Dopo l’unificazione delle due Germanie, la Bundeswehr ha vissuto, dai tempi della sua costituzione, la più complessa ed impegnativa opera di riconfigurazione, attuata tra l’altro, con l’assorbimento e la smobilitazione di tutto l’apparato militare tedesco-orientale.

Attualmente lo strumento militare della Germania dispone di poco più di 330.000 unità (di cui 128.000 in servizio di leva) che al termine del processo di ristrutturazione, previsto per il 2004, scenderanno a 282.000 unità.

(2) Sistema di reclutamento

Il sistema di reclutamento attualmente in vigore prevede la coscrizione obbligatoria. Le relative operazioni fanno capo alla Direzione Generale di Amministrazione Militare del Ministero della Difesa, da cui dipendono gli Uffici Distrettuali, incaricati di dirigere le attività degli Uffici di Selezione, sparsi in tutto il territorio nazionale. E’ importante evidenziare che le attività di reclutamento e selezione sono di pertinenza del settore amministrativo e si svolgono presso enti  da esso dipendenti, senza il pur minimo intervento della componente militare il cui ruolo è quello di utente finale.

Le visite di arruolamento e selezione durano mediamente due giorni, al termine dei quali all’interessato vengono comunicati l’incarico assegnato, il reparto, la data di incorporazione ed altri dati utili.

(3) Ferma militare

La durata della ferma - fissata in 10 mesi per le tre F.A. con possibilità di essere allungata volontariamente, di un ulteriore periodo variabile da 2 a 13 mesi – a partire dal 1° gennaio 2002 è stata ridotta, a 9 mesi. A giovani viene offerta la possibilità di optare per l’assolvimento del servizio di leva in un unico periodo (9 mesi senza soluzione di continuità) oppure frazionarlo in più periodi (6 mesi più 3 mesi da svolgere in una o due fasi) in un arco di tempo complessivo di 2 anni. Il coscritto, su base volontaria, potrà prolungare il periodo del servizio di leva sino ad un limite massimo di 23 mesi.

In 6 mesi è stato fissato il periodo necessario per acquisire la qualifica di combattente ed essere in grado quindi di assolvere tutti i compiti inerenti al proprio incarico operativo.

Nell’ambito degli Enti di formazione militare viene previsto, inoltre, un congruo numero di posti, finalizzati in particolare  al conseguimento di una qualifica professionale e riservati all’addestramento di quel personale che intenda in futuro entrare a far parte del mondo lavorativo civile.

(4) Obiezione di coscienza

La Costituzione della Repubblica Federale di Germania(RFG) prevede la possibilità di optare per il servizio civile. Il personale non ancora incorporato può inoltrate domanda ad apposita Agenzia del Ministero per la Famiglia, gli Anziani e la Gioventù, corredata delle motivazioni, curriculum vitae e certificato di buona condotta; in caso di esito negativo è consentito il ricorso al Tribunale Amministrativo. Invece, le domande presentate dal personale in servizio o della riserva sono esaminate da apposita Commissione presieduta da un giudice, nominato dal Ministero della Difesa.

La durata del servizio civile, passata dai 13 agli 11 mesi, è stata fissata, a partire dal 1° gennaio 2002, a 10 mesi. Nonostante la riduzione del servizio, le domande hanno subito una inversione di tendenza, riducendosi di numero.

(5) Servizio militare femminile

La Bundeswehr ha ormai una lunga tradizione nell’impiego del personale militare femminile che, di norma, era inquadrato nel Servizio sanitario e nei Corpi musicali.

Ma a partire dal 1° gennaio 2001, con una delibera del Governo, è consentito al personale femminile di essere impiegato in incarichi specificatamente operativi, senza purtuttavia definire la collocazione sia a livello generale che presso i reparti. Alle donne sono state offerte le stesse opportunità e lo stesso iter di carriera dei colleghi uomini.

Si prevede che, nel medio termine, il personale femminile sarà presente nelle F.A. tedesche in ragione del 7-10%.

Gli Ufficiali e Sottufficiali vengono reclutati su base volontaria e svolgono un iter a sé stante, non molto dissimile da quello previsto in Italia.

 

e. Reclutamento nel Regno Unito

 

(1) Premessa

Il processo di reclutamento e selezione del personale presso l’Esercito Britannico non è regolato da bandi concorso a cadenza periodica, come in Italia, ma avviene, senza soluzione di continuità, durante tutto l’anno ed è finalizzato ad arruolare il personale necessario, secondo un fabbisogno totale nei vari incarichi, definito a livello centrale.

(2) Reclutamento e selezione

- Ufficiali

Il giovane che aspira a diventare Ufficiale nelle F.A. del Regno Unito, dovrà percorrere sette stadi/fasi informativi e valutativi. Il 1°  stadio consiste nell’attività promozionale ed informativa svolta presso le scuole al termine della quale, l’aspirante può recarsi presso un rgt., in visita privata, per familiarizzare con l’ambiente. Il 2° stadio prevede che il giovane venga sponsorizzato e segnalato da un particolare rgt., il quale comunque non assicura la certezza dell’arruolamento. Il 3° stadio si basa su un esame a cui tutti gli aspiranti vengono sottoposti da una Commissione. Il 4° stadio - acquisito lo sponsor e superati i test – prevede la compilazione della domanda, completa di tutte le notizie che riguardano il giovane, al quale vengono comunicate le date per le visite mediche e delle prove psico-attitudinali. Il 5° stadio consta della visita medica, il 6° prevede l’effettuazione delle prove psico-attitudinali durante le quali viene accertata, per ogni candidato, la capacità di leadership, di risolvere i problemi e di svolgere un componimento. Il 7° stadio è incentrato sul corso presso l’Accademia Militare di Sandhurst della durata di 11 mesi.

- Sottufficiali e Volontari di Truppa

Non esiste alcuna differenza sia nel reclutamento che nei profili di carriera tra Sottufficiali e Volontari di Truppa. Entrambi iniziano da  semplici  “soldati” e solo i migliori vengono inviati, a volte in anticipo ( a guadagno di tempo) a frequentare i corsi di specializzazione necessari per l’avanzamento di carriera (Sottufficiali).

Il processo di reclutamento dei soldati britannici ha come primo anello gli Uffici di reclutamento, retti da Sergenti e coordinati da Ufficiali in pensione, sparsi come “negozi” su tutto il territorio nazionale. Il personale reclutato viene avviato ai Centri di Selezione ove rimane 2 giorni per sottoporsi ad un ciclo selettivo che prevede  prove fisiche, visite mediche, la compilazione di un questionario ed un colloquio finale. Gli aspiranti idonei vengono avviati ad uno dei 5 Centri di Addestramento di base (rgt.) presso i quali rimangono per 10 settimane ed acquisiscono i fondamenti del combattente.

In sintesi, Sottufficiali e Volontari di Truppa seguono lo stesso iter di reclutamento, selezione e prima funzione; solo dopo essere stati immessi nelle unità, a seguito della frequenza di appositi corsi obbligatori, si differenziano nei ruoli.

( 3) Durata del servizio volontario

- Ufficiali. L’Ufficiale, entrando in Accademia  (in età compresa tra i 17 anni e nove mesi e 29 anni) è obbligato a rimanere in servizio per 3 anni, ma può chiedere -in relazione alle sue potenzialità di proseguire nella carriera- una prima estensione di 8 anni, una seconda ai 16 anni di servizio ed un’ultima ai 34 anni di servizio fino al compimento di 55 anni di età.

- Sottufficiale e Volontari di truppa. Tutti i Volontari di truppa (in essi sono inclusi i Sottufficiali), all’atto del reclutamento (età compresa tra 16 e 30 anni), sottoscrivono una ferma di 3 anni che può essere rinnovabile sino ad un massimo di 22 anni. Il personale con specifiche qualificazioni ha la possibilità di prolungare ulteriormente il servizio per 5 anni la volta fino all’età di 55 anni.

Coloro che non intendano proseguire il rapporto di servizio, possono presentare la domanda di dimissioni a meno che gli stessi non siano vincolati a ferme fissate dal tipo di specializzazione posseduta.

Il periodo minimo per ottenere il trattamento pensionistico è di 16 anni di servizio, come per gli Ufficiali.

(4) Modalità per il passaggio in servizio permanente

L’Esercito britannico è su base volontaria, pertanto il passaggio di Ufficiali, Sottufficiali e Volontari di truppa in servizio permanente è da intendersi solo in termini di volontà degli  interessati di continuare il rapporto con l’Istituzione, subordinatamente al giudizio positivo espresso dai superiori nelle note caratteristiche periodiche.

Per gli Ufficiali viene redatto, fino al grado di Brigadiere, un rapporto scritto, nel quale vengono espresse tra l’altro in termini chiari, le potenzialità per procedere nella carriera; infatti, se essi non raggiungono lo standard richiesto, non ottengono la promozione al grado superiore.

Per i Volontari (Sottufficiali e Militari di truppa) viene compilato da più Ufficiali un rapporto annuale, intervallato da un altro della durata di 6 mesi, allo scopo di informare il suddetto personale circa il comportamento tenuto, le potenzialità espresse, le “ performance”, gli eventuali  settori addestrativi da curare maggiormente.

(5) Progressione di carriera

- Ufficiali. Il nuovo sistema di avanzamento (aprile 2000) si basa sulla “lunghezza del servizio” invece che sull’età, come era in precedenza, in questo allineandosi a quello dei Volontari. Gli Ufficiali, dopo aver frequentato L’Accademia, diventano S.Tenenti e dopo due anni di servizio, Tenenti e, ove permangono nel grado per 5 anni, prima di essere promossi Capitani. Maggiori si diventa al compimento dell’11 anno di servizio e si permane nel grado per 6 anni; al termine dei quali, previo superamento di apposito corso (2° grado di Staff, simile al nostro Corso Superiore di SM), si è promossi Tenente colonnello. Il grado di Colonnello viene raggiunto dopo 4 anni. E’ questo il grado massimo raggiungibile da coloro che sono transitati nel ruolo, provenienti dai Sottufficiali. Brigadiere si è promossi solo se si è ritenuti meritevoli già nelle note caratteristiche redatte nel grado di Ten.Col. e Colonnello. La frequenza di una serie di corsi ed una accertata preparazione professionale, consentono di raggiungere i vertici della gerarchia militare.

- Volontari (Sottufficiali e Militari di truppa). Non esiste, come già evidenziato, differenza alcuna nel profilo di carriera tra SU e Mil. di Tr., in quanto tutti iniziano la loro vita militare da “soldati”. Le promozioni avvengono in media ogni 3anni. La progressione ideale prevedrebbe di raggiungere il grado di: Caporale dopo 3 anni; Caporal Maggiore dopo 6; Sergente dopo 9; Sergente Maggiore dopo 14; Maresciallo di 1^ classe dopo 16; Maresciallo di 2^ classe dopo 18 anni e 5 mesi.

Tutti i SU per avanzare di grado debbono aver superato appositi corsi di due livelli: il primo per la promozione da Caporal Maggiore a Sergente; il secondo da Sergente a Maresciallo (Warrent Officer).

In sintesi le promozioni dei graduati e dei Sottufficiali vengono conseguite  sulla base delle attività svolte presso le unità operative di appartenenza integrate da corsi svolti presso le Scuole d’Arma e di Specializzazione, frequentati in previsione dell’assunzione di specifici incarichi.

(6) Reinserimento del Personale militare nella vita civile.

Al momento di lasciare la vita militare, sia perché giunti alla pensione che, per scelta, prima della quiescenza, gli Ufficiali, i Sottufficiali ed i Volontari di Truppa di qualsiasi grado, hanno a disposizione una ampia  struttura di supporto – articolata in vari centri - che li aiuta  a trovare  occupazione nella vita civile e li segue per tutta la durata della vita lavorativa. Il tipo di supporto disponibile dipende in larga misura dalla durata del periodo  di servizio prestato da militari. I soldati britannici possono comunque contattare il Centro locale in qualunque momento della loro carriera, indipendentemente dalla durata del servizio e seguire corsi di specializzazione, organizzati dall’Esercito o da altri Enti, visitare fiere e partecipare a convegni per incontrare possibili datori di lavoro, effettuare periodici distacchi presso ditte civili e quant’altro è utile per reinserirsi nel mondo lavorativo civile.

 

 

 

 

 

f. Reclutamento in Spagna 

 

Dal 1999, con l’abolizione del servizio obbligatorio, le F.A. spagnole sono costituite totalmente da personale volontario.

 

(1) Ufficiali e Sottufficiali

Il reclutamento, la selezione e l’avanzamento degli Ufficiali e Sottufficiali non si discosta molto da quelli in atto presso l’Esercito italiano. Essi vengono reclutati per concorso annuale e la loro nomina è subordinata al superamento di prove fisiche e psico-attitudinali nonché di quanto previsto dai “Piani di studio e programmi di formazione specifici” per ciascuna categoria.

La fase d’istruzione e formazione professionale degli Ufficiali viene svolta presso l’Accademia Militare (2 anni) e per i Sottufficiali presso la Scuola dei Sottufficiali (1anno). I primi continuano la formazione specialistica (3 anni) presso le Scuole d’Arma, mentre i secondi svolgono il periodo specialistico per un ulteriore anno. L’età media degli Ufficiali è quella del termine degli studi fissati come requisito di accesso ad ogni tipo di concorso in Accademia (20 anni), per i Sottufficiali  l’età prevista è di 25 anni, in quanto nel ruolo è possibile l’accesso dei Militari di Truppa professionisti con almeno tre anni di servizio. L’iter formativo e di carriera è pressoché analogo a quello dei Quadri delle F.A. italiane.

(2)   Volontari

(a) Reclutamento e selezione

Il personale di Truppa –volontario professionista- viene reclutato all’età media di 20 anni ed acquisisce lo status militare dopo il superamento delle prove fisiche, psico-fisio-attitudinali e di valutazione. I requisiti richiesti non differiscono da quelli previsti negli Eserciti europei. Inoltre nel processo selettivo vengono presi in esame i meriti professionali e di studio del giovane che costituiscono titolo e conferiscono punteggio per l’ammissione nelle F.A .

(b) Formazione e assegnazione

Superate le prove selettive, gli aspiranti, nominati alunni, vengono avviati verso i Centri Militari di Formazione Generale (2 mesi), ove firmano un documento di incorporazione nelle F.A. per un periodo corrispondente alla specializzazione prescelta. Segue, a seconda dell’incarico, la fase di formazione specifica (da 1 anno a 10 mesi) che può essere ripetuta una volta soltanto in caso di prolungata assenza dell’”alunno” per cause di forza maggiore. I volontari possono scegliere entro una vasta gamma di specializzazioni/opzioni professionali (49) sia operative che tecniche. In tale fase acquisiscono anche conoscenze di ordine pratico che torneranno loro utili per trovare lavoro nella società civile, qualora decidano di non rinnovare la ferma oppure scada per loro l’obbligo di permanenza nelle F.A.

(c)   Ferme ed iter di  avanzamento

Le ferme-rinnovabili previo superamento di prove ed il possesso di determinati requisiti- sono di 2 tipi:

- ferma iniziale di breve durata per determinati incarichi e specialità: di 12 o 18 mesi;

- ferma iniziale della durata di 2 o 3 anni.

I rinnovi di impiego sono di 2 o 3 anni e possono essere estesi fino ad un massimo di 12 anni di servizio ovvero fino al compimento dei 35 anni di età.

A partire dall’ottavo anno di servizio continuativo in una F.A., è possibile optare per un rapporto di lavoro permanente come “Truppe Professionali”.

I gradi che possono essere conseguiti sono quelli di: Soldato/Marinaio, Capo, Capo di 1^ Classe e Capo Maggiore con crescenti livelli di specializzazione, responsabilità di comando ed iniziativa. L’avanzamento nei suddetti gradi comporta il superamento di determinati corsi specialistici.

(d) “Misure di sostegno” per i militari professionisti

Le misure di sostegno consentono i militari professionisti una scelta tra le seguenti 4 opzioni:

-   la prima: permanere nella categoria di militari professionisti con un rapporto di servizio a carattere permanente;

-   la seconda: accedere alla categoria Sottufficiale mediante concorso interno per titoli ed esami. Per agevolare il passaggio, vengono istituiti dall’A.D. corsi preparatori, alcuni dei quali prevedono la frequenza, altri  si svolgono per corrispondenza;

-   la terza: transitare per concorso nella categoria/ruolo di Capi e Guardie della Guardia Civil; all’uopo vengono loro riservati il 50 - 60 % dei posti (nel 2002  ne sono disponibili 1360). I militari di truppa che optano per questa scelta, non sono vincolati al limite di età e vengono preparati a cura dell’A.D. mediante corsi con frequenza obbligatoria e “a distanza”;

-   la quarta: reinserirsi nel mercato del lavoro civile. Le attività svolte dall’A.D. per soddisfare tale importante esigenza, sono molteplici:

· Vengono istituiti corsi formativi per conseguire titoli validi anche per l’accesso ad un’attività    lavorativa nella vita civile o per apprendere un mestiere;

· vengono stipulate numerose convenzioni tra il Ministero della Difesa ed i paritetici dell’Educazione, del Lavoro e Affari Sociali, nonché con le Comunità Autonome per approfondire ulteriormente la preparazione del personale militare in prospettiva di un impiego nella società civile;

· vengono contratte delle convenzioni con Istituzioni private quali: Associazioni   imprenditoriali, Confederazioni di impresari e molti Istituti di Vigilanza; questi ultimi preferiscono operare le assunzioni prevalentemente tra i militari professionisti.

 

Un Dipartimento del Ministero della Difesa, all’uopo costituito, cura continuamente i contatti con tutti gli Enti pubblici e privati, i quali comunicano al suddetto Organismo, il numero dei posti di lavoro che possono essere coperti dai militari professionisti, il profilo richiesto e la località di lavoro. Il Dipartimento – sulla scorta dei dati in suo possesso relativi a ciascun militare professionista transitato nella riserva,inerenti alla formazione ricevuta, all’esperienza professionale, alla disponibilità di mobilità dichiarata – provvede ad immettere gli interessati nel mondo del lavoro.

 

 

g. Conclusione

 

Come è possibile arguire dalla trattazione dei vari sistemi di reclutamento, posti in essere presso i principali Eserciti europei, esiste a fattor comune per tutti una Organizzazione più o meno capillare ed efficiente per reinserire i militari volontari nel mondo del lavoro.

Infatti il conseguimento del suddetto obiettivo è ritenuto di vitale importanza per la professionalizzazione delle F.A. in quanto condiziona, più di altri fattori, l’efficienza dello strumento militare .

 

 

5. NUOVO SISTEMA DI RECLUTAMENTO

 

a. Premessa

La quasi totalità dei giovani che aspira ad intraprendere la vita militare è attualmente più acculturata di quella di prima.

In realtà i requisiti culturali e psico-fisici  richiesti  agli ufficiali e ai marescialli sono di fatto in possesso anche della maggior parte dei volontari(VSP-VFB-VFA). Requisiti che, come in precedenza evidenziato, possono non risultare sufficienti ai giovani che, nei  ruoli di Capi e Gregari, intendano servire in armi la Patria. Molti si avvicinano al mondo militare per una serie di ragioni che non sempre si coniugano con le esigenze istituzionali dello strumento militare. Ad esempio:

-         voglia di inserirsi  in una organizzazione, quali sono le F.A., per acquisire un posto che assicuri loro un lavoro stabile, senza troppo indulgere sulle spinte interiori della scelta. E’ questa la filosofia di vita di tanti giovani provenienti dal Sud (la maggioranza dei militari è meridionale);

-   spirito d’avventura, desiderio di conoscere luoghi nuovi, realtà sociali diverse da quelle d’origine e quant’altro li immetta in contesti variegati. La spinta spesso si esaurisce con l’avanzare dell’età o con la creazione della famiglia;  

-   possibilità di rendersi utile alla comunità dimostrando spiccato senso civico, scambiando le F.A. per una grande Organizzazione di protezione civile, nella quale è preminente l’attività umana, senza considerare gli aspetti e le funzioni connaturati con l’impiego bellico, (quando necessario);

-         fascino dell’uniforme e talvolta malinteso senso della gestione del potere;

-         tradizioni militari della famiglia d’origine.

Spesso, queste spinte prefigurano un rapporto iniziale tra giovani e Istituzioni non del tutto chiaro ed inequivocabile, proprio perché manca nei giovani una cultura storico-militare ed una appropriata conoscenza dei ruoli, delle funzioni, delle strutture organizzative ed ordinative del mondo militare.

Diventa quindi oltremodo difficile operare scelte qualitative valide in tempi ridotti, basandosi su prove psico-fisio-attitudiali, che non sempre sono sufficienti ad accertare le “virtù/qualità civili” dell’aspirante. Le scelte diventano ancora meno valide se il numero degli aspiranti si contrae.

A rendere ulteriormente più difficile il contesto selettivo, quindi, concorre il fatto che, per il “militare- tipo”, oltre alle virtù/qualità civili è necessario accertare il possesso di ben altri requisiti di base: le  virtù/qualità militari che emergono nel singolo solo dopo adeguato periodo di prova e di sperimentazione. Considerata la vitale importanza che l’accertamento di queste ultime riveste, ai fini della scelta del militare- tipo, è opportuno rivedere, almeno nella parte iniziale e formativa, il sistema di reclutamento.

 

b. Soluzione possibile

Da quanto in precedenza evidenziato, risulta fondamentale procedere ad un sistema di reclutamento che, senza sconvolgere strutture e caratteri formativi, contempli nei tempi e nelle fasi le nuove esigenze. Ciò essenzialmente per poter selezionare inizialmente il meglio in termini qualità/virtù civili e, successivamente, dopo un congruo periodo di tempo, il possesso delle fondamentali qualità/virtù militari, vero bagaglio spirituale del “soldato”.

Inoltre il nuovo sistema, se ben strutturato, potrebbe”preservare”l’Istituzione da eventuali effetti negativi derivanti dalla sospensione del servizio militare obbligatorio.

In sintesi, si potrebbe configurare per tutti coloro che intendano accedere alla carriera militare nei vari ruoli(Ufficiali, Sottufficiali e Volontari) una ferma volontaria comune di 12 mesi prima di accedere agli Istituti di Formazione in virtù delle scelte operate dai singoli.

E’ questa la novità più significativa del nuovo iter di reclutamento.

 

c. Ferma volontaria comune

 

(1) Premessa

Tutti i giovani di età compresa tra i 17 e i 22 anni che aspirano ad intraprendere la carriera militare, devono sottoscrivere una ferma volontaria di 12 mesi, a prescindere dai ruoli nei quali intendano accedere a domanda al termine della suddetta ferma.

I citati giovani nel numero stabilito annualmente dallo SMD, vengono sottoposti ad una selezione che prevede, tra l’altro, accertamenti sanitari, test di cultura generale, prove psico-fisio-attitudinali.

Quanti, al termine della ferma, non intendano proseguire nel rapporto di lavoro con l’Istituzione, possono rinunciarvi senza alcun formalità.

(2) Iter formativo di base

Il periodo comune di ferma volontaria prevede tre fasi addestrative cadenzate in linea di massima come le attuali previste per i volontari in Ferma Annuale(VFA). In particolare:

- prima fase: (tre mesi) presso Reparti Addestramento Volontari(RAV), in cui vengono svolti i moduli per l’addestramento di base, al combattimento e di specializzazione.

In sintesi, si conferisce al cittadino una veste formale e la capacità di operare singolarmente in ambiente operativo;

-         seconda fase: (3 mesi) presso i Reparti d’impiego, in cui vengono svolti i moduli per l’addestramento alle operazioni di mantenimento per la pace/attività umanitarie, alla sopravvivenza in ambienti particolari ed attività continuative di campagna, alla qualificazione professionale individuale, al controllo del territorio e alla presenza e sorveglianza e quant’altro connesso con le esigenze dei nuovi scenari operativi. In sintesi si acquisisce la capacità di operare per “team” nelle PSOs di bassa intensità;

-          terza fase: (6 mesi) presso gli stessi reparti d’impiego ove vengono effettuati i moduli di addestramento specifico d’arma e di specialità ed il perfezionamento e addestramento delle minori unità. In tale fase viene svolto addestramento in bianco (livello cpls. min.) e a fuoco (livello pl. e cpls. min.) per acquisire il 3° grado di preparazione inerente alla capacità operativa connessa con l’impiego delle unità in combattimento, anche in ambienti particolari, nell’ambito dell’Arma/specialità di appartenenza.

In sintesi: durante tale fase, il combattente ha acquisito le capacità operative per essere impiegato in qualsiasi ambiente operativo.

(3) Considerazioni e valutazioni

Il periodo di ferma comune, come peraltro indicato in precedenza, dà la possibilità di accertare la validità del volontario dal punto di vista della professionalità conseguita, ma ancor più il pieno possesso delle qualità/virtù militari che costituiscono, se non la certezza, la migliore garanzia di poter contare su personale altamente qualificato ed interiormente motivato, da impiegare, senza remore di sorta, in ambienti operativi di ogni tipo, non escluso quello della guerra classica.

Ciò è possibile dedurlo da una serie di valutazioni reali e concrete che al termine di ogni fase e del periodo di ferma comune devono essere condotte con rigore morale e serietà professionale dai comandanti che hanno avuto alle dipendenze il personale in argomento. Per ognuno di essi deve essere stilata una scheda valutativa, che costituisca il viatico per tutto il prosieguo della carriera militare. Nel suddetto documento dovranno essere indicate le doti fisiche, le capacità professionali e le qualità morali e di carattere. Queste ultime dovranno, in particolare, evidenziare l’attitudine militare, l’iniziativa, il senso del dovere e della responsabilità, lo sprezzo del pericolo, la capacità di comando, la lealtà, la disciplina interiormente sentita e quant’altro concorra a delineare in senso completo la figura del combattente moderno. Nella parte finale delle “note caratteristiche” di ciascun volontario deve essere chiaramente espressa l’idoneità al ruolo che lo stesso ha scelto con domanda da presentare, con congruo anticipo sul termine della ferma comune- comunque non oltre il decimo mese di servizio prestato.

In sintesi, al termine dell’anno di servizio volontario, l’Istituzione deve avere un quadro conoscitivo esatto anche delle qualità/virtù militari del singolo e le esperienze dello stesso.

Le opzioni che il volontario può scegliere sono:

- concorso interno per Ufficiale, Sottufficiale e Volontario di truppa;

- transito nei Corpi Armati dello Stato;

- rientro nella vita civile.

 

 

6. FORME DI RECLUTAMENTO NEI VARI RUOLI

 

a. Premessa  

Lo studio indica in forma schematica ed essenziale solo le linee guida e di pensiero, abbisognevoli di ulteriore approfondimento e perfezionamento, qualora si intenda proseguire nell’alveo dallo stesso tracciato.

Le forme di concorso interno, finalizzate ad accertare la cultura generale del candidato, non si discostano sostanzialmente dalle attuali, fermo restando il fatto che, oltre alle prove psico-fisio-attitudinali, si deve tener conto dei titoli che scaturiscono essenzialmente dalle note caratteristiche redatte al termine dell’anno di ferma. In esse devono essere chiaramente espresse soprattutto le potenzialità e le capacità dell’aspirante, viste in una prospettiva di carriera.

 

b. Reclutamento degli Ufficiali

E’ riferito essenzialmente al personale destinato ad incarichi operativi; quello dei Corpi Tecnico-logistici deve reclutato secondo le attuali modalità e provenienza.

Il ruolo Ufficiali si distingue in normale e speciale.

(1) Ruolo normale

E’ la principale fonte di reclutamento dei Quadri Ufficiali ed avviene mediante concorso per titoli ed esami, al quale possono accedere i giovani, al termine della ferma volontaria di un anno, in possesso degli attuali requisiti(diploma di Scuola Media Superiore e di età non superiore ai 22 anni).

Hanno diritto ad accedere in ragione di una determinata percentuale gli Allievi delle Scuole Militari. I vincitori di concorso accedono alle Accademie Militari, gli altri possono scegliere una delle seguenti opzioni:

-         confluire nei VFB con possibilità -qualora in possesso dei requisiti previsti- di concorrere   

   nell’anno successivo nei ruoli Ufficiali, Marescialli, VSP;

- rientrare nella vita civile;

(2) Ruolo speciale

Sono reclutati normalmente dal personale ruolo Marescialli e -fino all’esaurimento- dagli Ufficiali di complemento per concorso tra il personale in possesso degli attuali requisiti (non oltre i 34  anni di età). Nel ruolo possono transitare,sempre per concorso, anche:

- gli Ufficiali allievi delle Accademie a cultura incompleta al termine del quarto anno;

-   il personale del ruolo Sergenti in possesso della laurea breve e quelli in possesso del titolo di studio(Scuola Media Superiore) dopo almeno 10 anni di servizio;

-   i VSP con i requisiti analoghi a quelli dei Sergenti e con almeno 12 anni di servizio.

 

c. Reclutamento dei Marescialli

 

Possono accedere per concorso (interno) per titoli ed esami i giovani volontari al termine della ferma annuale in possesso del titolo di studio(diploma) e di età non superiore ai 26 anni.

I vincitori di concorso accedono all’Accademia/Scuola SU ove svolgeranno un corso triennale; gli altri possono scegliere una delle seguenti opzioni:

-         confluire nei Volontari in Ferma Breve(VFB) con possibilità di concorrere negli anni successivi

nei ruoli dei Marescialli e VSP;

- rientrare nella vita civile.

Nel ruolo possono transitare, sempre per concorso, anche:

- i Sergenti con diploma di Scuola Media Superiore dopo almeno 8 anni di servizio nel grado;

- i VSP, con diploma e almeno 10 anni di servizio nel ruolo.

 

d. Reclutamento dei Sergenti

 

Sono valide le attuali disposizioni che prevedono l’alimentazione del ruolo, esclusivamente tramite concorso, dai VSP. Ciò essenzialmente in funzione dei compiti ad essi demandati quali naturali primi istruttori dei VSP e VFB; figure di rilievo nella condotta dell’addestramento basico e quali comandanti di piccoli teams sul terreno in operazione. Tali compiti postulano il possesso, oltre che di maturata esperienza, anche di doti di leader.

 

e. Reclutamento dei VSP

 

Anche per i VSP sono valide le attuali norme. Sono tratti esclusivamente dai VFB che ne abbiano fatto richiesta  ed abbiano prestato servizio senza demerito per almeno tre anni. L’immissione nel ruolo avviene sulla base di una graduatoria di merito, stilata da apposita commissione, che tenga conto in particolare dell’attitudine e del rendimento durante il servizio prestato, delle qualità morali e culturali, dell’esito dei corsi d’istruzione e del numero, del tipo delle specializzazioni/abilitazioni conseguite.

 

f. Reclutamento dei VFB

 

Possono accedere a domanda- in ragione del numero fissato annualmente dallo SMD- i VFA che, durante la ferma volontaria annuale, abbiano prestato servizio senza demerito.

La selezione viene operata sulla base dei soli titoli, accertati da apposita commissione che provvede a stilare una graduatoria di merito.

In base alla suddetta graduatoria si avrà personale:

- idoneo ed iscritto che transiterà nella categoria, ove potrà permanere per 3 anni, estensibili a 5;

- idoneo e non iscritto che potrà rinnovare la ferma annuale consentita per un massimo di 3 volte;

- non idoneo che verrà dimesso e rientrerà nella vita civile.

 

 

g. Considerazioni

 

Tali forme di reclutamento comportano la rivisitazione dei programmi di formazione, di specializzazione e di aggiornamento ai vari livelli, negli Istituti di Formazione, nelle Scuole d’Arma e di Specializzazione.

Nel trattare le varie forme di reclutamento è stato seguito soprattutto il criterio di non stravolgere l’attuale dotazione di provvedimenti legislativi in tema, limitando le varianti alle sole modalità attuative: norme concorsuali, costituzione di Commissioni, etc.

 

 

7. INCENTIVI

 

a. Premessa

 

Costituiscono la parte più delicata e complessa del problema del reclutamento. Gli incentivi, oltre a concorrere ad assicurare una migliore qualità della vita degli uomini e donne in divisa e delle proprie famiglie, rappresentano un segno tangibile della considerazione e della stima di cui sono fatti oggetto da parte delle Istituzioni statali e quindi della società, della presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica della atipicità del loro status, delle esigenze, dei disagi, delle rinunce che li coinvolgono e si ripercuotono anche sul nucleo familiare.

 

b. Incentivi

 

Gli incentivi e le competenze non devono avere aspetto transitorio, né essere finalizzati a particolari situazioni contingenti; essi devono avere carattere organizzativo e strutturale definitivo.

Al personale che intende accedere alla carriera militare nei vari ruoli, l’Istituzione deve far conoscere, impiegando opportunamente tutti i mezzi a disposizione, soprattutto quelli mediatici, tutti i provvedimenti che lo riguardano. Tra questi, particolarmente ambiti potrebbero essere:

(1) per l’arruolamento:

- retribuzioni: è necessario equipararle allo standard delle Forze di Polizia. Tale incentivo -in    sistema con una maggiore promozione del volontario e della sua funzione sociale altamente meritoria- rende più competitiva la scelta di rimanere nelle F.A.

-   alloggi per personale ammogliato:  devono essere assicurati, possibilmente nelle sedi di servizio, o quantomeno, ove non sia possibile, prevedere indennità integrative che coprano almeno l’80% del costo degli affitti medi in vigore.Tale indennità dovrà essere aggiornata annualmente in funzione dei dati forniti dalle Camere di Commercio locali.

-   Alloggi per personale non ammogliato: dovranno essere riservati nelle strutture militari alloggi in possesso di requisiti standard che consentano una decorosa ed adeguata qualità della vita (cellule abitative funzionali con al massimo due letti e servizi annessi). Le attuali strutture alloggiative, diverse per tipologia da quelle dinanzi descritte, potranno al limite essere utilizzate solo per i volontari in ferma comune.

- Disponibilità di strutture logistico-ricreative: ci si riferisce alle basi logistiche marine e montane delle quali possono usufruire, a richiesta, i nuclei familiari ed i singoli.

Le suddette strutture inoltre dovranno prioritariamente essere messe a disposizione del personale al rientro in patria, al termine dell’impiego operativo fuori-area, per un rapido e completo recupero delle capacità fisiche e psichiche.

- Acquisizione di specializzazioni valide in ambito civile e riconoscimento delle stesse dal mondo  imprenditoriale: come già avviene per taluni incarichi dei militari di leva, far acquisire a tutti almeno una specializzazione riconosciuta nel mondo del lavoro, in modo che coloro i quali non intendono più proseguire il rapporto con l’Istituzione siano agevolati in un eventuale rientro/inserimento nella vita civile. A tal fine tra l’Amministrazione Difesa e strutture economiche e produttive del Paese(Confindustria, Confcommercio, parti sociali ed altri) è necessario un coordinamento continuo e capillare(rapporti a livello dirigenziale), attraverso un organo a tal uopo costituito(Agenzia) -come peraltro avviene da tempo in Francia e nel Regno Unito- che curino il particolare e delicato problema della “occupazione post”; problema vitale per la riuscita della professionalizzazione delle F.A.

- riduzioni di tasse e imposte: esaminare ed approfondire la possibilità di operare, soprattutto per il personale militare ai minori livelli, significative detrazioni di tasse ed imposte o quantomeno prevedere indennità non tassate, per rendere “più appetibili” le retribuzioni/emolumenti.

(2) per le dismissioni

- congruo premio di congedamento in funzione degli anni di servizio prestato: l’attuale normativa prevede già un premio di congelamento per il personale volontario di truppa. Tale provvedimento dovrà essere rivisitato, essenzialmente in funzione della durata del servizio prestato e delle possibilità che l’A.D.ha di assicurare un posto stabile nel mondo del lavoro.

-   possibilità “molto elevata” di inserimento nel mondo del lavoro, previ accordi con il mondo imprenditoriale: è senza dubbio di enorme effetto psicologico sul personale che intenda stabilire con l’A.D. un rapporto di lavoro temporaneo, la possibilità di rientrare nella vita civile con un posto di lavoro stabile, qualora l’esperienza militare non abbia soddisfatto in pieno le proprie aspettative. Ciò costituisce attualmente il vero problema di tantissimi VFA e VFB. Dipende proprio dalla soluzione di questo delicato problema, la disponibilità qualitativa e quantitativa di personale giovane da impiegare validamente in incarichi operativi, ove l’efficienza fisica costituisce peculiarità non trascurabile.In questo è determinante l’efficienza dell’Agenzia all’uopo preposta.

- mantenimento dei rapporti con l’Istituzione ed utilizzo, compatibilmente con la disponibilità, di strutture e basi logistiche e ricreative: il personale che a qualsiasi titolo lascia l’A.D. al termine del rapporto di lavoro deve continuare a sentirsi appartenente alla comunità militare. Il mantenimento di tale “vincolo spirituale”è senza dubbio agevolato dalle possibilità che l’Istituzione ha di consentire al citato personale l’utilizzo di strutture, infrastrutture ed attrezzature militari di carattere logistico-ricreativo. E’ un segno tangibile anche della gratitudine delle F.A. per quanti hanno operato degnamente nelle sue unità.

 

 

8. CONCLUSIONI

 

Il passaggio dall’”Esercito di popolo”(coscritti) all’”Esercito per il popolo”(professionisti) costituisce, senza dubbio, un avvenimento epocale, una svolta importantissima per il futuro dell’Istituzione militare; futuro essenzialmente incentrato sulla disponibilità di personale quantitativamente adeguato, ma soprattutto ed in possesso di virtù/ qualità militari accertate che, sommate alle qualità/virtù civili dei giovani aspiranti, delineano la figura del soldato moderno, idoneo all’impiego negli attuali variegati scenari operativi. La minaccia globale e diversificata nelle forme, che trova nel terrorismo portato ovunque e con tutti i mezzi l’espressione più emblematica, richiede strumenti militari di altissima valenza operativa e tali lo sono se dispongono di personale qualificato e spiritualmente motivato. Il personale rimane, quindi, l’elemento base d’ogni realtà militare, in grado di conferire ad essa elevatissime capacità di assolvere i complessi compiti della Difesa e Sicurezza.E’ quindi determinante procedere alla sua scelta, adottando sistemi di reclutamento tali da accertare, sin dall’inizio, il possesso di quelle virtù/qualità di base che, coniugate con  le virtù/qualità militari(verificate al termine della ferma volontaria annuale) diano all’Istituzione, se non la certezza, la maggiore garanzia di aver operato scelte valide).

Il reclutamento così predisposto consente di fronteggiare al meglio eventuali difficoltà connesse con la carenza di personale volontario, soprattutto nella delicatissima fase di passaggio dal sistema misto(volontari e coscritti) a quello professionale(solo volontari). Aspetto questo da non sottovalutare, ove si consideri il modo “strano” con cui ancora oggi viene percepita dai giovani la militarità   per  mancanza di una cultura storico-militare,  scarso senso dello Stato ed  equivoca concezione della funzione del settore Difesa e Sicurezza.

Ma la scelta del personale, ancorché vitale per il futuro stesso delle F.A., non può e non deve rimanere fine a se stessa.

E’ necessario operare in altri settori per motivare quanti hanno inteso intraprendere la carriera delle armi con incentivazioni sia morali che materiali.

Le prime da conseguire attraverso una più accentuata visibilità delle attività operative di maggior valenza, svolte all’estero e in Patria, impiegando soprattutto i mezzi mediatici nelle ore di maggior ascolto, organizzando campagne di stampa e servizi giornalistici finalizzati esclusivamente a conferire giusta importanza a quegli interventi mirati a portare legalità e benessere in paesi meno fortunati e soggetti a soprusi, ingiustizie e violenze inaudite. L’interesse ed il coinvolgimento dell’opinione pubblica in tali attività, conferiscono agli “uomini con le stellette” la spinta interiore a meglio operare.

Le seconde attuate mediante una serie di provvedimenti (riferiti ad emolumenti e benefici) che, riconoscendo la atipicità dello “status“di militari, assicurino non solo al personale alle armi ma anche e soprattutto alle loro famiglie, una migliore qualità della vita. I suddetti provvedimenti avvicinerebbero i militari italiani ad un livello di benessere ormai da tempo raggiunto dalle più importanti organizzazioni militari europee.

Oggi il mestiere delle armi ha assunto un ruolo tanto determinante per la tutela degli interessi nazionali e la salvaguardia e difesa della Comunità da non poter essere svolto da dilettanti, impreparati, male armati, male equipaggiati e demotivati. C’è bisogno altresì di uomini professionalmente validi, risoluti, motivati ed in possesso di elevate virtù civili e militari, capaci di operare al meglio anche di fronte ad una società che non guarda a loro con grata ed affettuosa riconoscenza,  come si guarda ai figli migliori. I soldati devono trovare in sé quella forza morale e quel credo nei valori spirituali che gli consentono di portare avanti la loro complesse e, a  volte, rischiosissime missioni.

Ecco perché è vitale scegliere ed arruolare il meglio, se vogliamo che il personale costituisca un moltiplicatore di forza nel nostro dispositivo militare.