Il Forum Regionale Lombardo del Terzo Settore

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a cura del Forum Regionale Lombardo del Terzo Settore


Documenti sulle elezioni regionali del 16 aprile 2000

Premessa

Di fronte all’attuale crisi del contratto fra cittadini e istituzioni si rendono necessari interventi sia sul lato dell’offerta, sia su quello della domanda; ancora di più si rende necessario una profonda modifica del meccanismo di coordinamento che fino a oggi ha voluto regolare l’incontro fra bisogni e risposte a esigenze della persona, dell’ambiente e delle comunità.

Riconosciamo due questioni ineludibili in questo cambiamento:

  • il bisogno di organizzare i bisogni, collegandoli organicamente alle risposte e

  • organizzare a livello locale questo scambio secondo una logica sussidiaria.

Le organizzazioni di terzo settore rappresentano una cerniera fra le disponibilità di partecipazione attiva della cittadinanza e le risorse, il ruolo di governo e di programmazione delle sedi istituzionali.

La promozione della cittadinanza attiva è nel codice genetico delle associazioni, la capacità di ascolto e di scoperta dei bisogni in quella del volontariato, di coniugare capacità imprenditoriali con finalità sociali in quello della cooperazione sociale, di assicurare una tutela attiva del diritto alla salute e alla vecchiaia in quello della mutualità…; le organizzazioni di terzo settore rappresentano lo strumento con cui non solo i bisogni si incontrano e confrontano con le risposte, ma anche si organizzano in domande.

I Forum del terzo settore, luoghi di collegamento delle esperienze e delle organizzazioni del privato sociale, propongono una risposta in positivo al necessario cambiamento del sistema di protezione sociale: organizzando le domande della popolazione, cercando un continuo dialogo con chi è in grado di fornire delle risposte (sia con chi governa sia con chi gestisce le risorse necessarie a produrre le risposte) sappiamo di dover tradurre l’attuale sistema di protezione sociale in un sistema di promozione sociale. 

Lo sviluppo della spesa sanitaria, così come quello dell’assistenza dimostrano come non saranno mai sufficienti le risorse se non vi è a monte una razionalizzazione delle domande di servizi. Tale razionalizzazione non può passare che per un coinvolgimento attivo dei cittadini nelle fasi di gestione (e a volte anche di programmazione) dei servizi di pubblica utilità. 

Le organizzazioni di terzo settore non solo hanno nel proprio codice genetico questa consapevolezza, ma considerano anche il rapporto con la società civile come la radice delle ragioni delle loro attività: il rapporto con le istituzioni è funzionale a trovare applicazione e soluzioni alla volontà di partecipare e alle esigenze che le comunità, la persona e l’ambiente esprimono. 

È necessario che le istituzioni riconoscano questo ruolo del terzo settore e lo facciano concretamente attraverso puntuali politiche di promozione del terzo settore e valorizzazione del ruolo attivo dei cittadini. 

Per promozione intendiamo un’azione finalizzata a:

  1. ordinare le relazioni con il mercato al fine di reperire in modo trasparente e organico le risorse,

  2.  precisare le norme e i comportamenti che definiscono diritti e doveri rispetto al Pubblico,

  3.  consolidare le forme organizzative che valorizzano la partecipazione e mettono al centro i valori relazionali e solidaristici,

  4.  favorire la trasmissione degli input dall’ambito famigliare e amicale alle organizzazioni di terzo settore.

La stessa Comunità Europea nell’unica comunicazione ufficiale riguardante specificamente le realtà di terzo settore auspicando una

·            Relazione ("partenariato") tra i poteri pubblici e il settore

sollecita le organizzazioni di terzo settore:

[…] ad assumere un ruolo sempre più importante nella Comunità. È necessario quindi che alle associazioni sia data la possibilità di partecipare alla pianificazione dei servizi e degli indirizzi politici di concerto con la pubblica amministrazione, a tutti i livelli. Occorre rendere più chiare le relazioni tra le associazioni e i poteri pubblici e sviluppare iniziative di partnership.  Il partenariato tra le associazioni e la pubblica amministrazione necessiterà accordi contrattuali tra le individuali associazioni ed i poteri pubblici che stabiliranno dei limiti adeguati.  Tuttavia, di qualsiasi natura sia la relazione che esse hanno con l’amministrazione pubblica, le associazioni e le fondazioni sono e devono rimanere indipendenti dall’amministrazione pubblica. I poteri pubblici devono rivedere la politica pubblica e fare proposte su quelle che dovrebbe essere fatto a livello politico per assistere il settore ad aumentare e, se del caso, migliorare le proprie capacità per svolgere nel migliore dei modi i nuovi ruoli che viene chiamato ad assumersi.

Per il nostro sistema istituzionale e amministrativo la co-determinazione con le Regioni si evidenzia come un passaggio strategico dell’intero processo di formulazione delle politiche: da qui, dalle funzioni cardine che abbiamo cercato di evidenziare, la centralità che attribuiamo alla prossima scadenza elettorale.

Partecipazione alla programmazione regionale

Se il terzo settore è quel sistema di relazioni che può garantire un effettivo coinvolgimento e un’attiva partecipazione della persona e delle comunità nell’applicazione degli interventi sociali, culturali, ambientali e di sviluppo economico attraverso un effettivo esercizio del principio di sussidiarietà, allora rappresenta una sempre più indispensabile cerniera fra le politiche pubbliche e la loro efficace implementazione.

Svolgere questa funzione vuole dire riconoscere la dimensione locale dell’organizzazione dei bisogni e delle soluzioni, riconoscerne nell’anomia delle comunità e del territorio il minimo comune multiplo, trovare nei valori della cittadinanza attiva e nel patrimonio sociale di cui sono portatrici i corpi intermedi la funzione interpretativa a tante domande collettive.

Per rendere attuali queste potenzialità sono allo stesso tempo necessarie sedi di programmazione e agenzie di sviluppo e progettazione: luoghi plurali (di relazione fra Istituzioni e Privato Sociale) in cui a livello locale sia possibile coordinare:

·          l’incontro fra risorse pubbliche e bisogni della collettività,

così come

·          lo scambio fra il patrimonio collettivo (di disponibilità, di informazioni, di valori della società civile) e il bisogno del Pubblico di informazioni per verificare e precisare le proprie azioni. 

Obiettivo comune di Istituzioni e realtà di terzo settore è produrre utilità sociale per le comunità e i territori nei quali intervengono: le sedi comuni di programmazione sono i luoghi nei quali non solo si possono concertare gli interventi, ma è anche possibile identificare gli strumenti di valutazione per verificare che i soggetti e le relazioni che le normative favoriscano siano adeguate a massimizzare la produzione di utilità sociale. Se le leggi che riguardano le diverse realtà di terzo settore richiedono una “traduzione regionale” è bene che le Regioni si dotino di osservatori permanenti di monitoraggio sul funzionamento di tali disposizioni (leggi regionali sulla cooperazione, sull’associazionismo, sul volontariato, sulla mutualità, sulla cooperazione allo sviluppo decentrata …) o che concordino con le realtà di terzo settore come rendere effettive quelle esistenti.

Altrettanto necessari sono luoghi in cui, a partire dalle informazioni che dal territorio raggiungono le organizzazioni di terzo settore e dal potere programmatorio dell’Ente Pubblico, pianificare politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle comunità tenendo conto delle risorse civili che un’attiva partecipazione dei cittadini alla dimensione pubblica può mobilitare. In questo senso gli investimenti pubblici, attivati direttamente dalle Istituzioni, o indirettamente da realtà con finalità pubbliche (come le fondazioni ex-bancarie di recente costituzione), devono essere visti come un volano per l’attivazione del patrimonio sociale di cui le organizzazioni di terzo settore rappresentano un innesco.

La prospettiva necessariamente globale con cui affrontare questi impegni vuole che tali sedi siano inter–assessorili e intersettoriali, e che quindi siano il primo passo verso la costituzione di uffici regionali o assessorati in cui concentrare le diverse competenze istituzionali rivolte ai soggetti di terzo settore cosicché le diverse realtà non profit abbiano un unico interlocutore per quanto riguarda le normative di carattere civilistico.

È bene dirlo con più chiarezza: il terzo settore non può accettare che alla logica ‘centralista’ statale se ne sostituisca una regionale: una reale applicazione del principio di sussidiarietà passa per il pubblico riconoscimento del ruolo dei corpi intermedi come espressione dei bisogni e delle risorse della società civile.

Una prima richiesta ai candidati alle prossime elezioni amministrative regionali è di istituire le sedi di programmazione a partire dalle quali svolgere queste funzioni.

Agenzie di promozione e di sviluppo

Tra la fase della programmazione e quella dell’applicazione c’è lo spazio della progettazione: è necessario che pubblico e privato sociale sperimentino insieme, attraverso opportune agenzie di promozione e sviluppo, come indirizzare e incentivare progetti in grado di attivare il patrimonio di cui sono portatrici le formazioni sociali. Proponiamo tre esempi per dimostrare la necessità di attivare agenzie di promozione e di sviluppo di interventi che rappresentano concretamente un nuovo modello di rapporto fra Pubblico e Popolazione.

Una buona applicazione della legge in materia di servizio civile potrebbe favorire il ruolo di canale di comunicazione tra i giovani (e il loro bisogno di trovare una palestra di educazione alla cittadinanza così come una porta di entrata nel mercato dei servizi all’ambiente, alla persona e alle comunità) e quello delle organizzazioni di terzo settore che cercano risorse umane da inserire nei loro progetti di tutela ambientale, di salvaguardia e promozione del patrimonio artistico e culturale, di promozione sociale. … Perché la legge del luglio del 1998 diventi una buona disposizione è necessaria una corretta implementazione a livello regionale: è necessaria un’agenzia che permetta l’incontro tra la disponibilità e la curiosità dei giovani e i progetti di impegno civile proposti dalle organizzazioni di terzo settore. 

Sempre più è evidente la necessità di intrecciare interventi sociali e interventi ambientali, la contrapposizione fra interessi di specifiche fasce della popolazione e interessi dell’ambiente (e quindi di tutti) non trova una giustificazione. Gli Enti Locai sentono sempre più il bisogno di programmare in modo partecipato gli sviluppi territoriali (a partire dai piani regolatori territoriali): le organizzazioni di terzo settore possono essere il soggetto che può sciogliere e sintetizzare questa tensione. Si rende necessaria una funzione di servizio e promozione di questo tipo di interventi capace di offrire le opportune consulenze e competenze per la programmazione e la progettazione di interventi socio-ambientali.

V’è inoltre la necessità di rendere evidente la convenienza di politiche che vogliano tenere assieme sviluppo economico, vincoli ambientali, lotta all’esclusione e bisogni sociali: l’esigenza di comunicare in modo efficace non solo gli obiettivi, ma anche i risultati di questi progetti implica modalità di rendicontazione e di rapporto con la popolazione nuovi. 

il Forum Regionale Lombardo del Terzo Settore

 Milano, due febbraio duemila