a
cura del Forum Regionale Lombardo del Terzo Settore
Contributo
del Forum dell'Emilia Romagna alla preparazione dell'Assemblea
generale del 20 giugno 2000
Il
Consiglio Regionale del FORUM dell’Emilia Romagna ha preso in
esame, nella sua riunione del 17/05 u.s., le bozze di documenti
predisposte dal Coordinamento Nazionale in preparazione del
prossimo Consiglio Nazionale e dell’Assemblea Generale.
Nella
discussione si è sottolineato l’importanza
dell’appuntamento del 20/06 che può segnare l’inizio di un
passaggio di fase rilevante per la vita del FORUM. Proprio per
questo si intende partecipare al confronto attraverso un
contributo formale.
Il
triennio che sta alle spalle del FORUM Nazionale è stato
segnato da un lavoro politico di assoluto rilievo e i cui
risultati non erano certamente scontati al momento della sua
costituzione. Per parte nostra ci interessa, in questo momento
ricordarne n particolare due:
a)
l’affermazione politica del FORUM, quale soggetto della
concertazione in quanto espressione di punti di vista
particolari (società civile) e portatore di interessi generali;
b)
per il semplice fatto di essersi costituito, il FORUM
Nazionale, ha rappresentato uno stimolo all’aggregazione
autonoma di tante associazioni in molte realtà regionali e
locali. In particolare riteniamo che la costituzione dei FORUM
Regionali ponga un problema nuovo e particolare per la vita del
FORUM Nazionale, in quanto si tratta di soggetti associativi
nuovi e autonomi rispetto i “soci” fondanti i FORUM stesso.
Proprio
perché il periodo che abbiamo alle spalle è di assoluto
rilievo, ora occorre scavare di più sul significato dello stare
insieme e sull’identità collettiva, per trovare un filo
unificante attorno al quale costruire l’azione politica del
prossimo triennio.
Ci
rendiamo conto (perché lo viviamo quotidianamente) che parlare
di identità collettiva del FORUM può significare toccare tasti
sensibili per ciascun soggetto che lo compone e, soprattutto,
che l’identità è data, in primo luogo, dai valori fondanti
delle Associazioni aderenti. Tuttavia, attorno a parole chiave
quali: solidarietà, cittadinanza attiva, uguaglianza, diversità,
gratuità, dono, ecc. è auspicabile continui un confronto, non
per omologare ad una unica visione i singoli soggetti, ma
viceversa per arricchire ciascuno e tutti, anche nella
percezione esterna che si ha di noi.
L’identità
collettiva per nutrirsi ha bisogno dell’apporto e della
specificità di ognuno, è un percorso/processo molto delicato
che si gioca sul filo di lana di quanto le Associazioni aderenti
al FORUM intendono investire e giocare in prima persona.
La
coesione negoziale è stata ed è sicuramente un valore aggiunto
che riteniamo abbia bisogno di essere maggiormente nutrita del
contributo di un numero sempre maggiore di associazioni,
favorendo un confronto le une con le altre.
La
negoziazione resta sicuramente un metodo di lavoro importante
(strumento e non scopo è detto giustamente nel documento) e non
solo a livello nazionale, ma a tutti i livelli territoriali
(regionale, locale). I cambiamenti intervenuti a livello
istituzionale e, ancora di più, gli ulteriori mutamenti
prevedibili per i prossimi anni (federalismo, fase dei nuovi
statuti delle Regioni, ecc.), su molte materie che riguardano
direttamente la vita dei cittadini/e, renderanno essenziale una
capacità di proposta e di interlocuzione dei FORUM Regionali.
Anche
per queste ragioni ci sembra che oggi debba prevalere la
coscienza, tra i vari soggetti che compongono i forum, che è
rilevante costruire una fase interna che metta in rete i vari
soggetti (esigenza richiamata nel documento alla 5^ priorità e
che riteniamo problema generale) e riesca a produrre
elaborazione culturale e proposta politica condivisa. La messa
in comune, nel forum, delle elaborazioni delle diverse
Associazioni è la condizione primaria per non correre il
rischio che il FORUM diventi una associazione in più che si
aggiunge a quelle già esistenti.
Queste
considerazioni generali, anche se parziali, ci permettono di
fare alcune sottolineature rispetto le priorità da costruire
per il prossimo triennio.
Condividiamo
l’opinione già espressa nell’ultimo Consiglio Nazionale,
circa l’esigenza di dare una diversa scansione alle priorità
indicate, che sono ampiamente condivisibili.
Forse
acquisterebbe maggiore forza politica se nella scansione alle
priorità si desse in primo luogo spazio all’impegno del FORUM
nella lotta al razzismo e per una società multietnica.
Questione centrale per la società italiana. Nel documento ci si
potrebbe spingere un poco di più nell’individuare anche
alcuni obiettivi politici. Ad esempio sui diritti di
cittadinanza, sul diritto al voto per gli immigrati, ecc.
Riteniamo
di grande valore aver sottolineato come priorità la questione
del sistema educativo – vera sfida dei giorni nostri
– e la volontà di fare emergere la forza etica del terzo
settore. Riteniamo che a questo tema vada ricollegato il tema
del lavoro, della sua dignità e ruolo sociale, in particolare
per i giovani.
Il
tema del lavoro non può essere declinato solo come capacità
del terzo settore di crearne, ma come problema di politica
generale. Il lavoro come realizzazione della persona, fattore di
coesione sociale e civile, da qui anche il tema del Mezzogiorno
come problema di tutti.
Rispetto
alla priorità dell’Europa, che condividiamo,
riprendiamo alcuni interrogativi emersi nelle nostre
discussioni.
Che
significato dobbiamo dare alla affermazione che il FORUM
acquisisce per mandato una sua capacità di fare politica
estera? Cosa significa essere servizio per le organizzazioni del
FORUM?
Domande
che sono sollecitate dalla consapevolezza che non si parte da
zero, molte delle Associazioni aderenti hanno esperienze
europee, alcune sono europee, molti (o diversi) sono i canali di
contatto aperti: riteniamo che è da lì che bisogna partire per
avere una forte interlocuzione con il Parlamento e con la
Commissione della U.E.
Riguardo
la priorità infrastrutturazione e reperimento delle risorse,
crediamo che il tema risorse sia un tema “caldo” e che non
vada sottovalutato il filone di pensiero, in un qualche modo, contro
un terzo settore finanziato dallo Stato, che non potrebbe
svolgere appieno il proprio ruolo di coscienza critica essendo
altro il rischio della dipendenza statale e della
istituzionalizzazione.
In
conclusione sottoponiamo alla attenzione del Coordinamento e del
Consiglio Nazionale alcune considerazioni riguardanti i FORUM
Regionali e gli aspetti organizzativi.
FORUM
Regionali.
La questione centrale su cui concentrare l’attenzione, come
evidenziato in altre parti di queste note, riteniamo non possa
essere risolta con alcune regole organizzative e con la
istituzione di un nuovo organismo che si affianca a quelli
ufficialmente deliberati.
Abbiamo
già cercato di evidenziare come, da un lato il nuovo ruolo
delle Regioni, dall’altro la nascita dei FORUM Regionali,
rendano più complessa anche la fisionomia del FORUM Nazionale.
Nelle
priorità politiche non possiamo non affrontare il tema del Federalismo,
quindi non solo in termini di “decentramento” di particolari
materie, quanto piuttosto di Federalismo solidale (torna anche
qui il problema del Mezzogiorno) e di peso della società civile
organizzata nella riscrittura delle regole.
La
nascita dei FORUM Regionali propone un punto di vista di nuove
identità associative.
Abbiamo
ben presente che la base fondante del FORUM è rappresentata
dalle Associazione e che i FORUM Regionali sono soggetti
“riconosciuti” (vedi Patto Associativo). Tuttavia riteniamo
che, alla natura del rapporto e alla costruzione di relazioni
tra i due soggetti, vada dedicata una riflessione approfondita.
Si è scelto, riteniamo giustamente, che la nascita dei FORUM
Regionali, dovesse avvenire non per decentramento centralistico,
ma dal basso, partendo dalle volontà, dalle esigenze e
particolarità dei singoli territori, per cui ci sembra che, da
questa scelta, ne consegua un modo particolare di mettersi in
rapporto.
Non
abbiamo soluzioni brevettate da proporre, quello che ci sembra
chiaro è che, tutti insieme, non possiamo perdere la opportunità
che i FORUM Regionali possono rappresentare e, quindi, riteniamo
che il problema vada valutato in tutta la sua valenza e
complessità.
Rispetto
il Patto Associativo e le regole. Non si comprende bene nel
documento il passaggio che parala di “riconoscimento di
autorevolezza personale” per le cariche sociali. Il primo
riconoscimento di “autorevolezza”, ci pare sia quello dato
dalle Associazioni nel delegare i loro rappresentanti nel FORUM,
quindi sono le Associazioni che mettono in campo
l’autorevolezza dei loro dirigenti. Quali altri criteri
oggettivi si hanno in mente con questa formulazione?
Un
obiettivo condiviso dal FORUM Regionale è quello relativo
all’allargamento del coordinamento, che corrisponde
all’esigenza di una più ampia responsabilizzazione della base
associativa. Più perplessità solleva viceversa l’ipotesi di
avere contemporaneamente due portavoce.
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