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cura del Forum Regionale Lombardo del Terzo Settore
Rassegna
stampa
dal Corriere,
10 novembre 2000
L’economia
del volontariato
IL NON PROFIT
STILE AZIENDA
di GIORGIO
FIORENTINI
-
Non
è difficile per un milanese verificare il valore e
l'importanza del non profit nella propria vita. Chi
vive a Milano è piacevolmente e funzionalmente
circondato da organizzazioni non profit che
gestiscono i parcheggi, che offrono cure ed
assistenza, che fanno ricerca, che rappresentano
malati nonché scuole, musei, biblioteche, agenzie
di lavoro interinale, bar, circoli, ristoranti e così
via. Questo ormai è il terzo settore, composto da
organizzazioni che noi economisti aziendali
chiamiamo «aziende non profit». E’ la reale
sussidiarietà orizzontale, che a Milano ha
relativamente bisogno delle modifiche dell'articolo
118 della Costituzione. E' già nella realtà ed ha
trasformato progressivamente la «Milano da bere»
nella «Milano da amare», perché questa
sussidiarietà non ha solo risvolti di bontà, ma
anche risultati di sviluppo socio-economico. Le 2900
non profit dell'area milanese e le 7300 non profit
lombarde costituiscono un valore aggiunto per Milano
e per la Lombardia. Le non profit esprimono
integrazione culturale e sociale che si rappresenta
non solo nell'accoglienza e nell'inserimento
dell'immigrazione, ma anche nel meno appariscente
integrarsi dei giovani, degli anziani e dei milanesi
tramite la frequentazione attiva delle associazioni,
delle cooperative sociali, delle fondazioni, dei
circoli. Sono punti e momenti di aggregazione che
offrono lo spazio per conoscersi e fare amicizia, ma
anche per dare servizi e produrre beni. E’ un
valore aggiunto non quantificabile economicamente in
modo diretto, ma sicuramente è una ricchezza che ha
trovato canali d'investimento ad alto tasso di
redditività. L'area milanese ha investito un
capitale di 18.000 volontari.
A Milano le non profit hanno capacità produttiva e
quindi sono volano economico-finanziario. Offrono
servizi alla persona che altrimenti lo Stato non
sarebbe in grado di erogare, ma ormai offrono anche
prodotti alimentari con il commercio equo e solidale
e prodotti non food quali pelletterie, abiti,
gioielli. L'area milanese conta 25.000 occupati che
rappresentano il 2,6% dell'occupazione nel settore
dei servizi. Sono persone che lavorano e prendono
uno stipendio con una motivazione elevata, invidiata
dalle imprese di profitto.
Un altro fattore di successo è la capacità
anticipatrice sui bisogni delle persone e la
flessibilità organizzativa e gestionale. Milano
sviluppa una solidarietà concreta tramite questo
insieme di «aziende non profit». Essa è intesa
come legame che unisce più persone (all'interno o
con l'esterno dell'organizzazione) esprimendo una
concordanza di azioni e accadimenti orientati da un
pluralismo di idee o aspirazioni. Sostiene, in
logica mutualistica, le persone, produce risultati e
situazioni che sono volano per l'inserimento degli
esclusi ma anche per consolidare l'imprenditorialità
privata profit e tradizionale. Ci sono aziende non
profit di ristorazione, di pulizie, di giardinaggio,
di movimentazioni merci, di servizi finanziari. Ciò
avviene come strutturazione e sviluppo del «sistema
Milano» e quindi non solo in chiave assistenziale e
«caritativa» ma anche in una dimensione di
sviluppo del tessuto economico finanziario. Il «cuore
in mano» si è incanalato nel «business del non
profit» inteso come «profitto del non profitto».
giorgio.fiorentini@sdabocconi.it
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