RABDOMANZIA

 

Radioestesia e Rabdomanzia


La rabdomanzia è documentata in Cina già quattromila anni fa (2.000 anni prima di Cristo) e consiste nel rilevare luoghi e oggetti particolari attraverso strumenti che conferiscono vibrazioni a chi li adopera.
La ricerca tipica è stata quella per scoprire falde acquifere, o tesori sepolti sottoterra, necropoli e vene metallifere.
Lo strumento è una bacchetta a forma di Y che viene impugnata dal rabdomante alla biforcazione. Tramite le vibrazioni che la bacchetta capta, il rabdomante interpreta il segno divinatorio e capisce la direzione da seguire.
Spesso con il termine rabdomanzia viene indicata anche la radioestesia, una tecnica molto simile, differenziata dall'uso di altri strumenti (come il pendolino) o altri modi di operare con il bastone.
In alcune culture asiatiche il bastone viene lanciato in aria e ne viene interpretata la posizione assunta alla ricaduta.
In altre africane il bastone viene strisciato sul terreno e quanto questo si impunta viene interpretato il segnale. 
A Jana, Germania, nel 1672 Matteo Willenius vedeva pubblicato il suo "Relazione sulla verga di mercurio", saggio dove spiegava l'uso della bacchetta.
Nel 1693 l'abate L. de Vallemint scrisse la sua opera maggiore: "La fisica occulta", chiamata anche "Trattato della bacchetta divinatoria", avente la rabdomanzia come soggetto. 
Pare che anche i Marines degli Stati Uniti vengano addestrati all'uso di questi oggetti ed a questa tecnica, usata anche durante la guerra del Vietnam per trovare i nascondigli ipogei dei Vietcong. 

Legato alla rabdomanzia, nel nostro archivio, vi è il paese di Moncrivello (). 

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