ALBANO 

 
 
  Il feudo di Albano appartenne al comitato di Vercelli prima di passare ai Biandrate i quali lo vendettero nel 1179 al comune di Vercelli che lo cedette agli Avogadro.
Albano appartenne quindi dal decimo all'undicesimo secolo alla chiesa di Vercelli, la quale rese il paese un insieme di feudi di svariati vassalli.
La necessità di organizzazione comunale viene accentuata da questa situazione e, nel tredicesimo secolo, è operante. Nel XIII° secolo il paese era circondato da uno spalto e da un fossato, protetti da rovi e cespugli spinosi.
 
Nel 1404 gli Avogadro si sottomettono ad Amedeo VIII di Savoia e vengono riinvestiti del feudo. Nel 1518 appartiene a Francesco e Bartolomeo Thomatis, nel 1526 passa al cardinale Mercurino Arborio di Gattinara, nel 1579 ai Rovasenda. Attualmente, sono proprietari diversi eredi e pare che si interessano poco delle condizioni del castello.

Nella seconda metà del Quattrocento venne costruito il castello, sopraelevando l'antico fortilizio di cui rimangono in vista gli antichi merli a coda di rondine, oggi inglobati dalla nuova muratura.

Forse sarebbe più corretto parlare di un precedente ricetto, ma in ogni caso già esistente nel XIV secolo.

Abbiamo ricevuto un'interessante email che ci racconta di una leggenda che vorrebbe collegato al castello di Albano quelli di Villarboit e di Monformoso.

L'elemento più interessante è che la leggenda continua raccontando che nel sotterraneo si trovino tre forzieri uguali, uno contenente oro, il secondo argento, mentre nel terzo si trovi la peste.

Ora dovete solamente ricordarvi la leggenda relativa a Villarboit.

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