CARISIO

 
 
 
Carisio fu dal 1126 degli Avogadro fino alla metà del XIV secolo, essendo stato un appoggio al partito guelfo.
Gli uomini di Amedeo VI, nel 1362, danneggiarono il paese finchè i suoi signori dovettero sottomettersi entrando a far parte dello Stato Sabaudo.

 

Dovrebbe essere stato murato un tesoro raffigurante una chioccia d’oro con 12 pulcini. Ma, nonstante molti smuramenti non è mai stato trovato nulla. Si ipotizza che il gioiello sia nascosto nei sotterranei del castello.

Per quanto riguarda i sotterranei, un probabile tunnel lo metterebbe in contatto con il  castello di Vettignè. Data la vicinanza con Nebbione possiamo ipotizzare anche l'esistenza di un passaggio tra Carisio e Nebbione stesso.

 

Quì è raffigurato l'interno della porta/torre del castello di Carisio. Alla nostra sinistra continuano i ruderi sotto la forma di una robusta muraglia. Questo è quello che rimane del castello, un rudere che sporge sulla strada asfaltata. Della rocca, posizionata più in alto, emergono solo pochi muri dal terreno.

 
La leggenda relativa al passaggio sotterraneo trova delle ramificazioni che vorrebbero il castello di Carisio collegato anche a quello di San Germano. La rete di sotterranei in questa zona sarebbe molto fitta, addirittura collegherebbe anche in castello di San Damiano.

Si racconta inoltre che sotto all’Elvo, forse dove sorge il ponte di Carisio, vi sia una nicchia con una Madonna dal velo d’oro.

Nell'immagine a sinistra si vede il muro esterno che protegge oggi delle abitazioni decisamente più recenti.


 
Il paese ha origine romana ma si hanno poche notizie se non raggiungiamo il XII secolo. Pare infatti che in quel periodo appartenesse ai canonici vercellesi ed al monastero della Bessa.
Durante gli anni di terrore dovuti alle razzie ed alle incursioni di Facino Cane e dei suoi uomini, i signori di Carisio gli consegnarono il castello nel dicembre del 1399.

La mossa può essere vista come politica o come vigliacca, ma si deve ricordare che, all'epoca, quando giungevano voci di qualche truppa in avvicinamento, al minimo sospetto che fossero uomini di Facino, la gente scappava con le bestie e tutto quello che potevano portare con se di prezioso. Al loro ritorno avrebbero trovato il paese distrutto ed incendiato.

Avendo Carisio come punto di riferimento delle campagne vercellesi, Facino Cane iniziò a depredare la zona. Nel 1401 gli ufficiali sabaudi, sudditi di Amedeo VIII, tentarono la riconquista.

L'assalto del castello fu sferrato di notte, dopo aver fatto giungere uomini da Santhià, S.Germano, Buronzo e Tronzano.

Il tentativo fallì ed il castello fu occupato fino all'estate del 1402, quando gli uomini del Cane se ne andarono. Del castello rimasero soltanto macerie.


 
Ecco cosa si trova al di là delle mura, nel lato interno, dopo la abitazioni che si snodano lungo la strada in salita, un orto. Questa resta al momento l'immagine più emblematica del castello di Carisio e delle sue leggende. Le nostre ricerche continuano.

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