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 JULIUS  EVOLA    


 

Un intellettuale scomodo alla ricerca della Tradizione

La prima metà del ventesimo secolo è stata caratterizzata, specie in Italia, dalla presenza di uomini che hanno saputo proporre contenuti e modelli culturali del tutto innovativi e rivoluzionari rispetto alla cultura a loro contemporanea.
Si veda, ad esempio, D'Annunzio, Marinetti ed Evola. Le loro produzioni intellettuali, seguite da un atteggiamento anticonformista nei confronti del pensare comune, hanno rappresentato tre nuove strade da seguire, diverse tra loro ma entrambi originali.
Tuttavia, mentre i primi due sono ritenuti a tutti gli effetti due importanti esponenti della cultura italiana, il terzo rappresenta un esempio di intellettuale "scomodo", mal digerito dai circuiti della cutura ufficiale. Il motivo di questo esilio del pensiero e semplicissimo. Evola non si pone soltanto in contrasto con un aspetto della società attuale, la sua è una "Rivolta contro il mondo moderno" nella totalità dei suoi aspetti.
Nato a Roma nel 10 maggio del 1898, da una famiglia aristocratica siciliana, Giulio Cesare Andrea Evola è attratto in gioventù da filosofi come Weininger, Nietzsche e Michelstaedter. Segue con interesse il Futurismo e il Dadaismo, divenendo di quest'ultimo, il maggiore esponente artistico in Italia.
Durante la Prima Guerra Mondiale è ufficiale di artiglieria, ma la sua partecipazione alla stessa è sentita più come esperienza coerente alla sua indole di guerriero che una effettiva scelta di parte. Studia in modo profondo l'Idealismo, ne rimane deluso e inizia una lunga polemica con Croce e Gentile, i maggiori rappresentanti italiani del pensiero hegeliano.
Le correnti dello gnosticismo orientale e l'incontro con Arturo Reghini, un massone che nutriva un forte interesse per i riti della Roma pagana, lo spingono alla ricerca e allo studio della Tradizione Romana. Inizia così, il cammino che porterà Evola alla ricerca del giusto equilibrio tra i due aspetti della sua personalità, una tutta meditativa, tendente alla ascesi, l'altra tutta portata alla azione, all'inclinazione eroica dello Kshatriya (la casta dei guerrieri dell'India).
Termina gli studi universitari ma non si laurea per disprezzo dei titoli accademici, non si riconosce in nessun movimento politico.
La nascita del Fascismo, con il richiamo e l'uso della simbologia della grandezza di Roma antica, suscita in Evola un immediato interesse. Ma le seguenti vicende politiche, il Concordato con lo Stato Vaticano e la mancanza di un indirizzo sociale che porti ad un effettivo mutamento di "orientamento" spirituale, deludono le sue aspettative. Quando sulla rivista "La Torre" attacca aspramente i vertici politici fascisti, viene diffidato dal continuare la pubblicazione della rivista ed è accusato di antifascismo.
Queste vicende fanno da cornice a quella che è stata considerata l'opera fondamentale della visione tradizionalista del mondo, "Rivolta contro il mondo moderno" (Hoepli, 1934). In questo libro Evola ripercorre le vicende della storia umana sottolineandone la continua involuzione e caduta spirituale. Seguendo lo schema delle Quattro Età, concezione storico-temporale di tutti i popoli di origine Indeuropea, descrive le vicende che hanno portato la razza umana da una esistenza divina ad una semplice sopravvivenza materiale.
Durante la seconda guerra mondiale, compie missioni per i servizi segreti dell'Asse e il 6 aprile 1945, nel corso di una missione a Vienna, riceve una grave lesione alla spina dorsale, causata dai bombardamenti russi. Immobilizzato agli arti inferiori non cessò la continua ricerca spirituale e intellettuale sulla Via della Tradizione. Scrisse un notevole numero di libri, articoli e saggi, che rappresentano la più grande e completa opera per chi vuole dedicarsi alla riscoperta dei valori tradizionali.
Julius Evola ha abbandonato la sua esistenza terrena l'11 giugno 1974. Le sue ceneri si trovano in una crepa del ghiacciaio del Monte Rosa, portate là dal suo compagno di scalate giovanili Eugenio David.
 

Julius Evola