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1.1. ELEMENTI DI STORIA XX SECOLO di Augusto Camera e Renato Fabietti
IV edizione Zanichelli Pag. 1682 – scheda 51.3 - Pag. 1683/1684/1690 "[…] L'articolo 1 della nostra Costituzione dichiara: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." Nelle parole di Berlusconi e dei suoi portavoce la fondamentale riserva da noi corrivata venne sistematicamente omessa, e non si trattò certo di un'omissione casuale e irrilevante: così mutilato, infatti, l'art. 1 non garantisce più che la sovranità popolare sia esercitata nel rispetto delle regole previste a tutela delle minoranze, e il "popolo" si trasforma nella "gente", la cui opinione è accertata giorno per giorno mediante i cosiddetti sondaggi." Pag. 159 "E si arriva al colmo: nell'agosto 1994 – fatto mai accaduto in nessun paese democratico dell'Occidente (in corsivo nel testo, ndr) e misura dell'assoluta impresentabilità di una coalizione che deve, all'evidenza, cercare i propri modelli nei regimi sudamericani – il governo Berlusconi invia un "esposto" al Presidente della Repubblica in cui si denuncia un attentato al funzionamento degli 'organi costituzionali perpetrato dalla procura di Milano con le sue indagini sulla criminalità organizzata: qui va rilevata, oltre alla grossolanità degli uomini, la sfacciata ribellione alla legge (in corsivo nel testo n.d.r.) da parte delle forze di governo e l'ostilità verso una sia pur piccola pattuglia di magistrati indipendenti. In un crescendo di vendetta macbethiana si colloca la vicenda di Antonio di Pietro, inquisito, oggetto di una lunga e implacabile persecuzione da parte della forza legale". “Resta il fatto che – a prescindere dall'individuo – il caso Berlusconi appare, sul piano politico, come il primo e il più grave nella storia di tutte le democrazie occidentali di un imprenditore che assume funzioni di governo. Si è opportunamente osservato che : il nuovo governo Berlusconi si presenta come una compagine all'altezza dei propositi; dal decreto salvaladri al condono edilizio al vecchio regime dei lavori pubblici alla virtuale abolizione del Secit: un free for all degno dei fratelli Somoza” (l'autore non indica la fonte) Pag. 942 “Nel definire i rapporti con il passato fascista, Fini dichiarò ripetutamente che il fascismo era finito nel '45, rivendicando tutta la positività di alcuni aspetti del ventennio e la statura politica di Mussolini come uomo di Stato fino agli errori della politica antisemita e della guerra”. “Le ragioni della vittoria di Berlusconi, una vittoria confermata e anzi accresciuta nelle elezioni europee di giugno, furono attribuite non solo al sostegno delle sue televisioni, ma soprattutto alla capacità di proporsi – con efficaci messaggi al tempo stesso popolari e populistici – come l'unico in grado di sostituire il ceto di governo spazzato via dagli scandali di Tangentopoli.” Pag. 330 “Sono nati nuovi partiti, o nuovi movimenti che si fa fatica a chiamare partito. Forza Italia (che vale ancora elettoralmente intorno al 20 per cento dei voti) è nata nello spazio di pochi mesi intorno alla ricchezza e alla popolarità di un grande imprenditore televisivo (Silvio Berlusconi): si tratta di uno strano partito, senza statuto, senza organismi dirigenti, senza iscritti; praticamente tutto incentrato intorno al suo capo e alla sua corte." Pag. 315 "Le elezioni, svoltesi con il nuovo sistema imperfettamente maggioritario, hanno portato alla vittoria una composita coalizione in cui precariamente si armonizzavano istanze secessioniste, destra neofascista e partito azienda. Il Presidente della Repubblica ha assunto immediatamente il ruolo di difensore dei valori costituzionali della solidarietà, della democrazia parlamentare e dell'unità nazionale, esercitando una sorta di tutela presidenziale sul Governo Berlusconi" |