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9.1. ELEMENTI DI STORIA XX SECOLO di Augusto Camera e Renato Fabietti
IV edizione Zanichelli Pag. 1663 "[…] Al terrorismo nero si salda presto il terrorismo che si dichiara rosso e proletario, ma che in realtà matura in ambienti universitari e piccolo borghesi e consegue, oggettivamente, gli stessi risultati del terrorismo nero, cioè genera tensione e disordini, dai quali può nascere solo un'involuzione reazionaria di ispirazione fascistoide." Pag. 657 "[…] E' stato ormai accertato che le stragi, spesso affidate a una "manovalanza neofascista", trovarono forti complicità all'interno dei servizi segreti e in alcune aree dell'apparato istituzionale e militare dello Stato.[…]" Pag. 565 “La strategia della tensione o del terrore, inaugurata a Piazza Fontana, sarebbe rimasta per molti anni una costante nella cronaca politica del nostro Paese. Una lunga serie di attentati, stragi e di violenze compiute dai terroristi delle organizzazioni neofasciste e neonaziste (Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Ordine Nero) avrebbero insanguinato le città italiane, intrecciandosi a manovre preparatorie di azioni golpiste. Nel corso degli anni Settanta l'attacco allo Stato fu però sferrato anche da un estremismo di segno opposto. Al terrorismo nero, già operante, si aggiunse il terrorismo praticato da organizzazioni clandestine che si proclamavano “comuniste” (Nuclei Armati Proletari, Prima Linea e, soprattutto, le Brigate Rosse)”. Pag. 866 […] “Dopo la strage di piazza Fontana, vi furono le bombe in piazza della Loggia a Brescia, nel maggio 74, e quelle sul treno Italicus nell'agosto dello stesso anno, l'Attentato alla stazione di Bologna (con oltre 80 morti) nell'agosto '80. La ragionevole convinzione di larga parte dell'opinione pubblica che attribuisce le stragi ad esponenti della destra eversiva sostenuti dai servizi segreti, pur confortata da molti riscontri investigativi, non ha trovato ancora (salvo che a Bologna) una conferma nella magistratura giudicante”. |