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 LE  MENZOGNE  DELLA  STORIA     
 

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Vogliamo solo la verità


NON VOGLIAMO RISCRIVERE LA STORIA,
MA SOLTANTO FARLA CONOSCERE.
TUTTA.

 

"Una società che manchi di riferimenti veritativi e quindi anche di fiducia fondamentale nella ragione e, conseguentemente di riferimenti etici, è una società senza fondamento. Nella società senza fondamento, tutti, ma soprattutto i giovani, è come se vivessero sull'orlo di un baratro".

Fides et Ratio di
Giovanni Paolo II

Partecipa alla nostra iniziativa segnalandoci le menzogne sui libri di testo.

 facoltativo




15. Rivoluzione francese

15.1. NUOVE PROSPETTIVE STORICHE – vol. 2 - di G. Gentile, L. Ronga e A. Salassa Editrice La Scuola, 1997
Pag. 16

“[…] La stragrande maggioranza degli uomini conduce un'esistenza grama, continuamente insidiato dalla fame e dalle malattie, contro le quali non ha nessuna difesa : il loro aspetto macilento, rachitico, la loro pelle incartapecorita dimostrano gli stenti con cui vincono la battaglia per la sopravvivenza; fino a quando, perlomeno, una carestia o una epidemia, catastrofi sistematicamente ricorrenti, non intervengono nella contesa”.
La fotografia delle condizioni del popolo è reale, ma la crisi atavica della monarchia francese viene letta esclusivamente in chiave illuminista, giustificando, quindi, l'abbattimento dell'Ancien Régime con una rivoluzione violenta e sanguinosa.
 

Pag. 153

“Nella primavera del 1793, in Vandea, i contadini, delusi dagli scarsi progressi economici e sociali della Rivoluzione ed irritati dalla politica anticlericale, diedero vita ad un vasto movimento controrivoluzionario inneggiante a Dio e al Re. Questo movimento era nato da esigenze popolari, ma nobili e clero refrattario riuscirono a farne uno strumento di reazione politica […]”.
 

Pag. 155

Appena sette righe sulle stragi del Terrore (Nobili, Girondini, etc.).
 

15.2. MANUALE DI STORIA E PROFILI STORICI – vol. 2 – di Giardina, Sabbatucci e Vidotto Editori Laterza, 1998
Pag. 486

“Il 1789 suscitò entusiasmi ed aspettative diffuse: crebbe in tutta la Francia la mobilitazione intorno agli ideali rivoluzionari”.
Il testo si guarda bene dal riportare le cifre sulle vittime del Terrore scatenato da Robespierre. La repressione delle insurrezioni antigiacobine viene imputata non alla ferocia, bensì alla “capacità” di portare a termine con ogni mezzo la “missione” .

“Nel mese di marzo 1793 una grande rivolta contadina esplose nella Vandea. L'insurrezione nacque dal rifiuto della coscrizione, ma fu alimentata soprattutto dall'opposizione e dall'estraneità di una parte del mondo rurale alla rivoluzione, vissuta come predominio della borghesia urbana, che era stata anche la maggiore beneficiaria della vendita dei beni nazionali. La rivolta vandeana, appoggiata dai nobili e dai preti refrattari, sconfisse sistematicamente le spedizioni inviate a reprimerla, rimanendo per anni il fattore più combattivo e tenace della controrivoluzione”.
Nel testo - dieci righe in tutto - vengono citate unicamente motivazioni economiche e sociali, non si accenna mai a motivazioni religiose e ideologiche. La Vandea non viene presentata mai come la regione più profondamente cattolica della Francia.